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Vino
26 Novembre 2010 Aggiornato il 6 Aprile 2019 alle ore 19:45

Top 100 Wine Spectator. Mai così lontane le due sponde del vino

Ricevo da un amico americano il link all'annuale classifica di Wine Spectator che rappresenta un punto di riferimento importante per il mercato mondiale,
Top 100 Wine Spectator. Mai così lontane le due sponde del vino

Ricevo da un amico americano il link all’annuale classifica di Wine Spectator che rappresenta un punto di riferimento importante per il mercato mondiale, che ci piaccia (poco) o meno.

WS-Saxum-Justin-Smith-1

Le prime 10 posizioni sono occupate da 5 californiani, 2 australiani di Barossa, 1 toscano 1 portoghese (!) e 1 francese. Detto questo è interessante notare che la California occupa il primo posto con un vino di Paso Robles e il terzo con un grance Chardonnay di Sonoma (uno dei due bianchi tra i top) mentre Barossa Valley piazza il Two Hands Shiraz al secondo posto. L’Europa inizia all’ottavo posto con Flaccianello 2007 e la Francia non va oltre il decimo posto col Clos des Papes Chateauneuf du Pape bianco (!!!) 2009.

Leggere la classifica fino alla posizione 25 fa ancora più impressione: 3 portoghesi 2 italiani 1 francese e poi Australia e tanta tanta California.

WS-Flaccianello-Giovanni-Manetti-8

Ecco comunque tutti gli italiani che ce l’hanno fatta: 8 Fontodi Flaccianello Toscana igt 2007 – 25 Ruffino Mods Toscana igt 2007 – 31 Terralsole Brunello di Montalcino riserva docg 2004 – 36 Zenato Amarone della Valpolicella classico doc 2006 – 40 Viticcio Chianti Classico riserva docg 2007 – 47 Castello d’Albola Chianti Classico docg 2007 – 51 Attems Pinot Grigio Venezia Giulia igt 2008 – 65 Marchesi de’ Frescobaldi Nipozzano Rufina riserva docg 2007 – 83 Avignonesi Vino Nobile di Montepulciano docg 2007.

Nessun piemontese dunque, un bianco che non t’aspetti, solo 2 vini su 9 non toscani. La memoria non mi aiuta ma di sicuro un’edizione minore per i nostri colori e dominata da produttori di grandi dimensioni e con ottimi legami con gli Stati Uniti.

Anche peggio però è andata alla Francia, questi sono i loro grandi in classifica: 35 Chateau de Beaucastel Hommage à Georges Perrin grande reserve Chateauneuf du Pape 2007 – 53 Godmè Pére et fils Brut Champagne Reserve – 59 Christian Moreau Pére et fils Les Clos Chablis grand cru 2008 – 60 Didier Dagueneau Silex Pouilly Fumé 2007 – 62 Trimbach Reserve Riesling Alsace 2008 – 91 Domaine Leflaive Clavoillon Puligny Montrachet 1er cru 2007 – 94 Louis Jadot Chateau del Jacques Moulin à Vent 2009 – 96 Chateau Rollan de By Médoc 2008 – 98 Bouchard Pére et fils Domaine Carnot Ancienne Cuvée Caillerets Volnay 1er cru 2008. Non ho indicato tutti i vini di zone francesi meno famose ma faccio notare come la Côte-d’Or e il Médoc piazzino in tutto solo 3 vini e a partire dalla posizione 91!

WS-two-hands-Michael-Twelftree-2

La mia impressione è che le due sponde dell’Atlantico siano quest’anno più lontane del solito; nessun dubbio sull’impressionante sviluppo dell’enologia nel Nuovo Mondo, ma ho bevuto un paio di volte il Two Hands secondo classificato e non mi ricordo un vino così speciale, buono senz’altro ma era come se gli mancasse una mano! 🙂

Battutacce a parte (Totò è morto…) è molto difficile concordare ma anche solo riconoscere il panorama mondiale che emerge quest’anno dalla Top100. Però non bisogna fare l’errore di considerarla una bizzarria, l’americanata che non conta nulla “perché di vino non ci capiscono nulla”. Gli Stati Uniti sono già il mercato più importante del mondo per giro d’affari e purtroppo da molti anni anche la nazione dove si elaborano le nuove tendenze del gusto (avete presente i rossi concentrati e legnosi che oggi ci fanno storcere il naso e che tanto hanno arricchito molti dei nostri amici produttori?). Le nostre bevute sono altre ma loro sono molti più di noi e – tristemente – hanno le voci più forti e squillanti del mondo.

Come ogni anno ho controllato quale vino mi sarebbe piaciuto produrre e questa volta è un sudafricano: Kanonkop Simonsberg Pinotage Stellenbosch 2008 che ha conquistato il centesimo posto, l’ultimo utile per essere visibili.

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