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7 Dicembre 2010 Aggiornato il 17 Maggio 2024 alle ore 19:32

Alta fedeltà. Letterina a Babbo Natale per malati di #food

Cazzo Accidenti, è già l’Immacolata, fra poco è Natale e io non ho ancora fatto niente. Bisogna comprare tutti i regali, i bambini hanno già fatto la loro
Alta fedeltà. Letterina a Babbo Natale per malati di #food

Cazzo Accidenti, è già l’Immacolata, fra poco è Natale e io non ho ancora fatto niente. Bisogna comprare tutti i regali, i bambini hanno già fatto la loro letterina e sono fiduciosi di ricevere tutti i millanta regali che hanno chiesto… Diamine! Ma pensano di essere figli di Rockerduck? Bisogna chiedere un fido in banca per accontentarli, tra diavolerie tecnologiche e giocattoli ancien régime. Bisogna anche tirare fuori l’albero (ecologico of course) dalla cantina e addobbarlo. E magari se rimane tempo (e denaro) pensare anche ad un regalino per quella santa donna di mia moglie, che non ha tempo per le letterine a Babbo Natale.

E poi l’ordine dei cotechini per il veglione e il baccalà per la vigilia e i panettoni, perché anche se non li mangia mai nessuno, che Natale è senza. Insomma abbiamo imboccato senza accorgerci il vortice natalizio, chissà se sopravviveremmo anche quest’anno? Intanto oggi è il 7, ancora relativa calma e ne approfitto per scrivere la mia letterina di natale e lanciarla in rete… sia mai che a Rovaniemi leggano scattidigusto!

HF-immacolata-natale

1)   Cooking Chef di Kenwood. C’è poco da fare sono drogato di tecnologia in cucina e sono pazzo di questo aggeggio. Mettre insieme un Bimby e una planetaria  ha il sapore della pietra filosofale. Tecnologico

2)   Un biglietto aereo e una prenotazione per il Noma di copenaghen. Ci sono andato qualche anno fa prima del clamore, ne ho un ricordo molto piacevole e una grande curiosità di tornarci, acuita dal bellissimo libro di questi giorni. Una cucina moderna, concettuale e poco esibita. Peccato che mi parlino di liste d’attesa olimpiche! Contemporaneo

3)   Un cotechino col sapore di quelli che mangiavo da bambino. Li ho provati dovunque, ordinati da Liberati, da Cazzamali. Comprati in oscure trattorie della bassa o da modernissimi cuochistar contemporanei. Niente da fare non hanno mai il sapore di quelli che mi regalava la mia tata veneta a Latina quando ero piccolo. Proustiano

4)   Un forno a vapore. Perché non posso avere un Rational in cucina? Poco importa se poi debbo aumentare il kilowatt del palazzo o passare con una canna fumaria per il salotto del mio vicino… essere gastrofanatici richiede i suoi sacrifici. Impossibile

5)   Una De Lorean argento. Saprei cosa farne, rotta fissa su Argenta fine ottanta, primi novanta. La parcheggerei nella piazza per sedermi di nuovo al tavolo del Trigabolo. E gioire della cucina di quella banda di magnifici pazzi che per un decennio hanno rivoluzionato la cucina italiana. New Wave

Visto che è Natale, e che sognare non costa nulla… faccio una strappo e ne aggiungo un altro di desiderio a questa mia lista, se sognamo facciamolo alla grande!

Una bottiglia di Cros Parantoux di Henry Jayer, un Borgogna mitico che non esiste più! diamine si vive una volta sola e prima o poi ci riprovo…

Foto: Francesco Arena, iPhoneVP, ociointernet, imperatrice.com

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