Alta Fedeltà. La libreria di Epicuro (gastro-gaudente)
Nel 1984, sono venuto a vivere da solo a Roma, una volta noi provinciali avevamo il privilegio di doverci necessariamente trasferire in città per gli studi universitari. Ricordo esattamente la sensazione di gioia e di estrema libertà di un diciottenne che inizia a gestirsi da solo. A dover attendendere a se stesso.
Ricordo come fosse oggi il via vai di panni puliti e di gamellini pieni di gattò di patate, spezzatini, lasagne, formaggi, salami, che settimanalmente arrivavano dalle mamme preoccupate di come mangiavamo e della nostra igiene personale. Un corso accelerato di cucina regionale italiana. Piatti abruzzesi scambiati con pietanze campane, salumi calabresi, contro formaggi molisani…
Altrettanto chiaramente ricordo i primi tentativi di cucinarsi uno spaghetto, un hamburger, dentro cucine sempre arraffazzonate e antidiluviane. Forni esplosi, frigoriferi che marcivano tutto e padelle da supermercato sottili come lame che rischiavano di carbonizzare tutto. La gioia del primo coltello montana 5 stelle comprato rinunciando al cinema. I primi piatti che riuscivano bene: gli spaghetti con il tonno, rossi e con i capperi, come li faceva la mamma. La scoperta della matriciana, nostro piatto di sostentamento nei buiaccari romani. I primi tentativi delle cucine provate in giro per l’europa, ricordo la mia rinomata carbonade flamande, brasata nella birra, mi sembrava di un esotismo micidiale… Chi l’ha mai più cucinata! Ma soprattutto stava germogliando una passione che mi avrebbe cambiato la vita e mai più abbandonato. Piccoli golosi crescono…
Poco a poco nella mia libreria, a fianco dei testi universitari, degli amati romanzi, hanno iniziato a comparire i libri di cucina. Mia madre, quando sono andato via di casa, mi aveva regalato, il mitico Talismano della Felicità, una bibbia della cucina italiana borghese e a casa mia Il Testo!
Poco a poco, da questo primo libro, hanno iniziato a germogliare altri, ho continuato fino ad oggi, oramai nella mia cucina campeggia una grande libreria, piena di libri che ancora sfoglio e vado a controllare, anche per ricette che conosco a menadito.
Da qui l’idea del gioco di oggi: i cinque libri fondamentali, quelli che regalerei a mio figlio che andasse a vivere da solo e che si appassionasse (come spero) di cucina.
Ecco il mio elenco:
- Grande enciclopedia illustrata della Gastronomia, di Guarnaschelli Gotti. Non potevo che partire da questo, che secondo me è il testo fondamentale del moderno gastronomo. Un libro bellissimo e pieno di foto. Io uso ancora la vecchia edizione di Selezione, con la sua immagine da rivista anni 60, meravigliosa. Oggi è uscita la chicchissima edizione di slow food. Essenziale
- Oltre il Fornello. Tanti anni fa scartabellando in libreria, come faccio ancora spesso, mi imbattei in questo libretto edito nella Bur. La firma era prestigiosissima: Gualtiero Marchesi, l’interno intrigante. Lo comprai e ancora riesce a sorprendermi. Mille piccoli segreti e trucchi. Un capitolo si intitola “il declino della besciamella”: Geniale
- Il cibo e la cucina, di Harold McGee. Non so se si pù considerare un libro di cucina, ma più che altro un libro di chimica di cucina. Se volete capire cosa succede agli alimenti in cottura perché “a bruciar padelle sono buoni tutti, pochi sanno cosa ci succede dentro” (paracucchi). Tecnico
- La cucina creativa, Freddy Girardet. Non so perché questo libro sia stato tanto essenziale per me. Lo comprai sul finire degli anni 80, poco prima di sedermi alla tavola di Crisser e restare fulminato. In questo libro ho capito che la grande cucina è semplicità, rigore e nitidezza. Lo credo ancora. Moderno
- Dizionario delle Cucine regionali italiane. Un monumento alla grande cucina italiana eretto dagli amici di Slow Food. Da tenere sempre a portata di mano. Una miniera di alimenti e saperi che rendono giustizia alla più grande cucina del mondo. Patriottico.
Questo il mio elenco, i libri che mi porterei sempre dovunque ed ovunque. Che vorrei sul mio Ipad per essere sicuro di averli sempre con me. I vostri?