Quasi Rete. Vino, leggi il Manuale di Tosi&Nadali e farai le domande giuste
Stavolta, niente tuffi nell’ignoto. Niente agganci a navicelle misteriose in viaggio nel web, e provenienti da mondi lontanissimi e/o remoti. Giampiero Nadali (aka Aristide) ed Elisabetta Tosi (aka Lizzy) sono due webnauti di lunghissimo corso e di provata fama. Nonché di molteplice approccio.
Lei, Elisabetta, con il suo www.vinopigro.it e Giampiero con l’altrettanto noto www.aristide.biz, blog di ‘viaggio nel vino’, più vari altri siti frequentati e iniziative a raffica, come il ‘wine business oriented’ www.fermentidigitali.com. Ma non è esattamente a partecipare di questo approccio multi-tasking che il sottoscritto in questa occasione voleva invitarvi. Se non conoscete, per mero caso, ancora i due e i loro spazi, è il momento di cliccare, e con fiducia. Ma è soprattutto per parlarvi di un lavoro a quattro mani da loro realizzato dopo due anni di ricerche, stesure, preparativi, e totalmente ‘interno’ alla logica della rete, che sto postando queste righe.
Si chiama ‘Manuale di conversazione per enoturisti’, un titolo che mi ha richiamato immediatamente alla cabeza uno dei libri più surreali e divertenti che mi sia capitato di leggere: il ‘La Guida galattica per gli autostoppisti’, colpo di genio di Douglas Adams e capofila di una saga articolata in vari volumi, e con episodi dai titoli come ‘Addio, e grazie per tutto il pesce’ o ‘Il ristorante alla fine dell’universo’, i cui intrecci ammiccanti e pepati sono, diciamolo, musica per uno che da vent’anni circa si dedica alla redazione, appunto, di Guide.
Anche il Manuale firmato Tosi-Nadali parla, a ben vedere, di mondi in fondo alieni: le vigne e le cantine, e i loro ‘abitatori’ indigeni, i produttori e vignaioli. Mondi che peraltro il primo ‘infarinato’ frequentatore di enoteche, wine bar, wine blog (essì, cari amici manualisti, è anche un po’ colpa nostra…) ritiene presuntuosamente di conoscere come quasi nessuno al mondo. Il vino, diciamocelo, è uno di quei comparti in cui si riesce ad autopromuoversi a piccoli Leonardo in due-tre mosse…
Ci vuol altro, invece. Per individuare le falle nei racconti epici e buonisti della controparte; per succhiare il più possibile di informazioni e di enocultura; ma anche solo per imparare a comportarsi da enoturisti, o anche enofan, enocuriosi o potenziali enocronisti, educati, civili, efficaci, non sboroni. Non a caso il sottotitolo del nostro book è: ‘Le domande da fare per trovare il vino che cerchi’.
Quali? Il duo parte da una, fondamentale, che introduce così: “Nel corso delle nostre visite quasi quotidiane ad aziende del vino, incontrando produttori ed enologi, ci siamo posti più volte la stessa domanda: che cosa determina la qualità del vino? Il vigneto? L’ambiente circostante? L’igiene della cantina? Gli impianti di trasformazione utilizzati? Il processo di vinificazione, il periodo di affinamento…? Ma soprattutto: come possono i turisti e gli appassionati che visitano un’azienda vitivinicola cogliere i ‘segnali della qualità del vino’ dall’ambiente che osservano?”.
Semplice, non è. Ma possibile sì, si sono risposti Tosi & Nadali. E lo hanno fatto da bravi maieuti post socratici, e rodati giornalisti: chiedere la cosa giusta al momento giusto (è questa la loro conclusione, e insieme la base di partenza) è un cuneo che allarga gli spiragli che danno sulla verità.
Ecco allora i vari capitoli dedicati alla ‘indagine’ (di questo in pratica si tratta) in campagna, tra i filari variamente allevati; poi in cantina e nelle sue varie articolazioni; in fruttaio; nella zona dedicata all’affinamento. Alla fine di ogni capitolo, il riassunto con le ‘questions’ adeguate da porre. Quali, vorreste sapere adesso da me… Giusto?
Ah coticheeeee… Questi c’hanno lavorato due anni!! Ergo, cacciate gli euri (sotto 5, se vi date una mossa) e non fate i bradipi. Io vi anticipo solo alcuni indizi: per esempio, vi siete mai chiesti se esiste un dress code da enoturisti adeguati? E se sì, l’avete azzeccato e rispettato? Per il resto, si va dalla grandine ai feromoni, dalla formula area fratto bottiglie (il teorema del vignaiolo autosufficiente) alla funzione delle macchine e dei vari ‘cosi’ in cui potreste imbattervi durante la visita. E per il resto, omertà assoluta…
PS Dati i pedigree dei due ‘web boys’, è praticamente inutile dirvi che il libro in questione non può che essere un eBook. Le 125 pagine in formato A5/pdf costano 4,99 in offerta lancio e 6,99 a prezzo intero. Sono scaricabili da una marea di web book store, tra cui LaFeltrinelli e il Biblet di Telecom; ma anche naturalmente dal sito ‘partecipato’ dagli autori. Cosa aspettate? Non vi siete ancora collegati?