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13 Giugno 2011 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 14:59

E’ nata Rosita, la vitellina che da grande produrrà latte materno umano

Si chiama Rosita Isa ed è una vitellina molto speciale: è il primo esemplare clonato con geni umani per produrre latte simile a quello materno umano. La
E’ nata Rosita, la vitellina che da grande produrrà latte materno umano

Si chiama Rosita Isa ed è una vitellina molto speciale: è il primo esemplare clonato con geni umani per produrre latte simile a quello materno umano. La piccola Frankestein, nata il 6 aprile con un parto cesareo (pesava il doppio del normale), è stata “messa a punto” dall’Istituto Nazionale di Tecnologia Agricola dell’Argentina alla quale però la Cina, che afferma di disporre già di una mandria di 300 mucche transgeniche che producono un latte simile a quello umano, contesta il primato.

Il latte che Rosita Isa produrrà una volta diventata adulta avrà valori nutritivi anche superiori a quello della donna poichè conterrà due proteine assenti in quello umano: la lattoferrina, che assicura una protezione antibatterica e antivirale e il lisozima, dotato di proprietà antibatteriche. Il prodotto è in una fase di sperimentazione molto avanzata che consente di prevederne l’immissione sul mercato nei prossimi anni. “Un grande passo avanti nell’alimentazione dei neonati”, si legge in un comunicato dell’Istituto Nazionale di Tecnologia Agricola argentino.

Nel frattempo resta in alto mare un accordo tra le istituzioni europee per regolamentare la difficile materia della clonazione a fini alimentari. Un accordo che era sembrato vicino a ottobre dello scorso anno quando la Commissione Europea aveva proposto una moratoria di cinque anni sulle importazioni di animali clonati e sulla carne e il latte provenienti da animali ottenuti in laboratorio o da loro discendenti. Dopo il fallimento, a marzo, del negoziato tra il Parlamento Europeo (favorevole alla messa al bando) e il Consiglio sul Regolamento relativo ai nuovi alimenti (novel foods) la materia era però tornata nel limbo normativo (non esiste nessuna legge che impedisca l’importazione di alimenti ottenuti con animali clonati) e il vuoto legislativo era apparso inaccettabile dopo che i governi della Svizzera e del Regno Unito avevano confermato l’avvenuta immissione nella catena alimentare di carne e latte provenienti da animali clonati.

Sull’approvazione di regole restrittive in materia di novel foods pesano il timore di una bocciatura del WTO, che potrebbe considerare un’etichettatura del cibo derivante da animali clonati un ostacolo al commercio internazionale, e il pericolo di guerre commerciali con i paesi dove non esiste invece un sistema di tracciabilità che informi i consumatori dell’eventuale provenienza dell’alimento (carne, latte e formaggio) da esemplari transgenici. E’ il caso degli Stati Uniti e, appunto, dell’Argentina, grandi esportatori mondiali di carne.

L’attuazione di restrizioni commerciali in materia di novel foods sarebbe gradita, invece, lo rivela un’indagine di Eurobarometro, al 77% dei cittadini europei mentre 3 Italiani su 4, secondo Coldiretti, sono contrari al latte biotech.

Fonte: euronews.net, adnkronos.com

Foto: telegraph.co.uk, conipiediperterra.it

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