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Ristoranti
27 Settembre 2011 Aggiornato il 30 Novembre 2013 alle ore 01:52

Guida Identità Golose 2012 | La sorpresa è il ristorante di Lorenzo Cogo

Come ormai tradizione, la Guida 2012 di Identità Golose si presenta alla stampa ed arriva nelle edicole per prima rispetto alle concorrenti nazionali.
Guida Identità Golose 2012 | La sorpresa è il ristorante di Lorenzo Cogo

Come ormai tradizione, la Guida 2012 di Identità Golose si presenta alla stampa ed arriva nelle edicole per prima rispetto alle concorrenti nazionali. Anche quest’anno, lunedì 26 settembre, presso la Fondazione Riccardo Catella, nel centro di Milano, Paolo Marchi, Gabriele Zanatta e Claudio Ceroni (MAGENTAbureau) accolgono il pubblico di settore per raccontare l’esperienza dell’anno e per consegnare i premi di ordinanza.

La sala ci sembra proporzionalmente più affollata di quanto di solito accade per la presentazione delle concorrenti maggiori (Gambero Rosso e Espresso), più bassa decisamente, invece, la presenza degli chef (probabilmente perché IG non distribuisce vagonate di premi come in altri casi). L’aria che si respira è fortemente… milanese, come ovvio, il mondo che gira intorno all’evento è lo stesso di altre occasioni, ma qui si porta diversamente.

Ad accentuare il côté meneghino dell’evento ci pensano le “pacche sulle spalle” fra interisti condannati a Ranieri dopo i fasti di Mourinho, ma soprattutto l’intervento dell’Assessore milanese al ramo (e dall’elenco fatto delle deleghe ad un intero albero) Franco D’Alfonso. L’Assessore è appena rientrato da Barcellona dove ha spiegato ai grandi operatori turistici riuniti che la vera capitale europea della gastronomia e dell’alta cucina non è Parigi, come potrebbero pensare i poveri, ma Milano: è a Milano che sono concentrate le migliori tavole d’Europa, le eccellenze nel campo della ricettività, della moda, del lifestyle in genere insomma e… “sono quindi contento di essere qui alla presentazione di un’altra eccellenza milanese”. Il gioco è fatto: l’unica guida gastronomica italiana che vuole essere guida “d’Europa e del Mondo” si ritrova ad essere interista e provinciale e scopriamo anche che alla fin fine la “Milano da bere” non era così male…

Vengono snocciolati quindi i numeri della guida: 646 ristoranti segnalati, 474 le insegne italiane e 172 dal resto del mondo, 103 collaboratori di cui 16 stranieri che hanno visitato e raccontato locali per un totale di 26 nazioni… e la guida perde fortunatamente il suo provincialismo e si riconquista una cosmopolitismo che, bisogna ammettere, Paolo Marchi ha perseguito con costanza, anche grazie al potente strumento del congresso itinerante, del quale vengono anticipate le prossime tappe di Londra e di New York.

Ed infine, siccome in realtà tutti vogliamo sapere soprattutto questo (dal momento che la guida “milanese” non attribuisce voti), ecco l’elenco dei premiati:

  • Miglior Chef: Paolo Lo Priore (Il Canto – Siena)
  • Migliore Cheffa: Aurora Mazzucchelli (Marconi – Sasso Marconi)
  • Migilor Chef Straniero: Giovanni Passerini (Rino – Parigi)
  • Miglior Sous Chef: Federico Zanasi e Luca Abbadir (Il Clandestino – Portonovo e Madonnina del Pescatore – Senigallia)
  • Birra in Cucina: Nino Di Costanzo (Il Mosaico – Ischia)
  • Miglior Chef Pasticciere: Chiara Patracchini (La Credenza – San Maurizio Canavese)
  • Miglior Maître: Cristiana Romito (Reale Casadonna – Castel di Sangro)
  • Miglior Sommelier: Marco Reitano (La Pergola dell’Hilton – Roma)
  • Miglior Giornalista: Errica Tamani (La Gazzetta di Parma)
  • Sorpresa dell’anno: Lorenzo Cogo (El Coq – Marano Vicentino)
  • Giovane Famiglia: Marco, Paolo, Vittorio Colleoni (San Martino – Treviglio)
  • Miglior Artigiano: Francesco Assenza (Caffè Sicilia – Noto)

Una notazione per chiudere, tutta di merito a nostro parere, il premio sorpresa dell’anno a Lorenzo Cogo. Lorenzo Cogo ha aperto il suo ristorante a maggio di quest’anno quando aveva ancora 24 anni, dopo aver fatto una quantità di esperienze importanti in giro per il mondo; lo ha aperto da solo, prestito in banca e qualcosa dalla famiglia, niente grande albergo o socio finanziatore alle spalle.

Paolo Marchi lo introduce (con rara umiltà in questo mondo) citando quello che di lui dice Rafael Garcia Santos: il ragazzo lascerà la sua impronta sulla cucina italiana dei prossimi 20 anni. Forse non sarà così, forse tutta quest’attesa nei suoi confronti potrà fargli male piuttosto che bene, ma oggi questa è l’opinione condivisa da molti e da Paolo Marchi che non ha esitato ad esporsi scegliendo come sorpresa un ristorante appena aperto ed un cuoco di 24 anni alla prima esperienza come imprenditore di se stesso. Forse domani scopriremo che il Paolone si è sbagliato, ma oggi ha fatto quello che chi comunica e racconta questo mondo doveva fare, ha indicato una strada, ha accettato una scommessa, ha detto quello che pensava senza paura di essere smentito. Oggi è Lorenzo Cogo la sorpresa dell’anno. E le guide maggiori? Anche quest’anno la corsa sarà ad arrivare in ritardo sulla Michelin?

 

 

 

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