Black Mamba, il mio nome è Odisseo e preferisco il Barbaresco
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Ho visto cose che voi umani… Tranquilli non è una citazione, detesto Blade Runner, ma il modo più semplice per descrivere Black Mamba alle prese con tre vini del Lazio (per la cronaca due Syrah e un Cesanese). Riuscite a immaginare la scena? A me sembrava un sogno, anzi un incubo ma dopo 6 o 7 pizzicotti mi sono rassegnato a bere anch’io quei nettari. Se penso che mi sono letto tutti i pezzi di Black Mamba per ridurmi così…
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In effetti tutto era iniziato qualche ora prima in ben altra maniera, quando Luca Cravanzola della cantina Produttori del Barbaresco ha visto arrivare la nostra eroina che si è presentata dicendo “piacere sono Black Mamba”, si è immediatamente stampato sul volto un sorriso a 32 grand cru dichiarandosi lettore assiduo e ci ha messo a disposizione le sue bottiglie. Per noi di Scatti di Vino la cantina Produttori del Barbaresco è da sempre un riferimento assoluto, garanzia di qualità costanza convenienza.
Quello che Aldo Vacca, da qualche anno insieme a Luca, porta avanti è un progetto che parte nel 1958 quando i maggiorenti di Barbaresco decisero di far qualcosa per evitare lo spopolamento del piccolo borgo che era arrivato a contare solo 300 abitanti, in gran parte migrati verso la Fiat. In quell’anno venne fondata una piccola cantina cooperativa che riuniva le vigne di Barbaresco e prevedeva che i soci coltivassero esclusivamente nebbiolo, che lo conferissero integralmente e che i prezzi fossero basati sulla qualità delle uve. Principi tutt’ora in vigore che hanno sviluppato un circuito virtuoso che riesce a garantire la continuità del vigneto. Centocinque ettari a Nebbiolo sono un patrimonio unico con la qualità di una produzione sempre attenta a valorizzare le migliori espressioni.
Tutti conoscono e apprezzano le nove selezioni di vigneto che la cantina imbottiglia nelle migliori annate: Rabajà, Asili, Montestefano, Pora, Ovello, Rio Sordo, Montefico, Moccagatta, Pajè sono bottiglie di qualità straordinaria sempre offerte a prezzi incredibili. Questa volta però abbiamo assaggiato il Barbaresco classico, quello ottenuto dall’assemblaggio di tutte le vigne e disponibile in un numero di bottiglie adeguato a toglier la sete anche ai palati più incontentabili.
L’etichetta gialla, inconfondibile, con la vecchia torre di Barbaresco è uno dei vini più solidi e concreti che si trovino in commercio e le ultime tre annate disponibili lo confermano pur nella loro affascinante diversità. Ecco gli assaggi.
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2007. Giovane fragrante intenso, frutto di un’annata esuberante e ricca che lo rivela invitante e immediato. Probabilmente non sarà un vino con grande potenziale d’invecchiamento, ma è piacevolissimo da bere ora e, ne siamo sicuri almeno nei prossimi tre anni.
2006. Per me e per Black Mamba il migliore. Un’annata molto classica e composta, quasi austera all’uscita sul mercato. Oggi è un vino armonico che rivela sfumature floreali e complessità insieme a una profondità insolita per una bottiglia da 20,00 €. L’eleganza è la cifra dominante. Questo vino beneficia della presenza dei migliori vigneti, quelli altrimenti destinati a riserva, che nel 2006 la Cantina non ha imbottigliato.
2005. Annata delicata e talvolta fragile che però ha dato un vino pronto e godibile anche se meno carnoso dei precedenti. Una buona bevuta senza troppo impegno nell’attesa che gli altri maturino.
E proprio dopo questa esperienza di Langa siamo finiti, Bacco sa come, davanti alle tre bottigliacce di cui parlavo all’inizio. Capisco che questa storia vi sembrerà strana ma vi garantisco che è la pura verità, fidatevi il mio nome è Odisseo.