I 30 vini migliori del 2011 che potete bere anche nel 2012!
Nonostante l’orlo del precipizio e sfidando il bagno di realtà, in attesa che scoppi lo spred nella notte di San Silvestro eccoci alla fine dell’anno a stilare la classifica dei vini più buoni/interessanti/nuovi/eccitanti di questo strano 2011.
Come per i piatti l’unica domanda che abbiamo posto agli amici che ci hanno accompagnato per tutto l’anno è stata: tre nomi. La scelta è stata assolutamente libera e giocata su tutti i campi a riassumere il nostro approccio che punta sulla qualità senza se e senza ma e senza troppe chiacchiere.
Alessandro Bocchetti
- Domaine Fichet Bourgogne Blanc vieilles vignes 2009. Da un produttore giovane finalmente una borgogna bianca piacevolissima e semplice, non gravata da legni e concentrazioni tanto alla moda Oltralpe. Buono e fresco come una passeggiata a primavera
- Oasi degli Angeli Kupra 2008. Un Bordò (nome locale del Grenache, ndr) convincente: dolce, succoso e mediterraneo. in bocca è potente, ma agile, si muove con scioltezza ed estrema piacevolezza. dolce senza essere smaccato. Il Rodano incontra le Marche
- Emidio Pepe Montepulciano d’Abruzzo 2008. Un grande rosso contadino che non nasconde la sua origine ma anzi la nobilita. Al naso si riconosce tra mille, in bocca è piacevolissimo e pieno, ne berresti un secchio. Tra terra, humus e frutto!
Sergio Ceccarelli
- Cristo di Campobello Grillo la Luci 2010
- Il Mosnell Saten Franciacorta docg 2007
- Giacomo Conterno Cascina Francia Barbera d’Alba doc 2008
Daniele Cernilli
- Gianfranco Fino Es Primitivo di Manduria doc 2009
- Giacomo Conterno Monfortino Barolo riserva docg 2004
- Garofoli Selezione Gioacchino Garofoli Verdicchio dei Castelli di Jesi doc riserva 2006
Cristiana “Black Mamba” Lauro
- Dom Perignon Oenotheque 1975
- Coche-Dury Caillerez Mersault 1° cru 1999
- Chateau Leoville Las Cases Saint Julien 2° cru classé 1961
Coche-Dury perché è semplicemente il piu grande bianco del mondo e l’annata 99 è fantastica. 75 di Oenotheque perche’ ho un debole per Oenoteque, quest’annata è perfetta e a New york alla Wine Experience l’hanno capito solo i grandi (fra cui BM). 1961 di leoville las Cases perché ha fatto impazzire sia me che il crotalo, e con sguardo complice abbiamo esclamato all’unisono : ma porc!!!! Era uno dei migliori vini della nostra vita.
Nicola Massa
- Domaine Leroy – Corton Charlemagne Grand Cru 2004. Suadente, avvolgente, tostato, lungo lungo, purtroppo giovanissimo. Sorprendente averlo tra le mani per come si è materializzato, offerto dal tavolo di fianco in un noto ristorante di Rio de Janeiro!
- Giacomo Conterno – Monfortino 2002. Freccia a sinistra, sorpasso e via. Elegantissimo, pieno, territoriale, con quel finale vivo e vibrante con la sua inconfondibile impronta sul palato che te ne farebbe bere a ettolitri.
- Pol Roger – Winston Churchill 1996. Cosa ti aspetti da una grande bottiglia nata nell’anno giusto. Potenza, freschezza e acidità. Bolla bella viva e fina, bilanciato lungo e profondo. Anche qui a secchi…
Giorgio Melandri
- Domaine de Marcoux Chateauneuf Du Pape 2006. Un vino dolce di glicerina e austero di frutto. Complesso e profondo, netto, libero. Sembra semplice tanto funziona. Come in un bosco, potete entrare e perdervi nel fitto.
- Collestefano Verdicchio di Matelica doc 2006. Un verdicchio tagliente, naso sfaccettato e minerale, anice e salmastro in bocca, ritmato e agile, salta e corre come un cane in una spiaggia invernale!
- Fleury brut 1995. Una fucilata che squarcia la bocca. Il fumo si dirada in un momento irripetibile. Sulfureo, terroso, animale. La fuga è finita, la preda questa volta siete voi!
Vincenzo Pagano
- Château Angelus 2001.
- Produttori del Barbaresco Asili 2004.
- Cataldi Madonna. Giulia Pecorino IGT 2010.
Molto più semplice (?!) indicare 3 vini di 3 piatti che mi ricordo del 2011, un anno che mi ha visto transitare dalle bolle delle fonti italiane e francesi a quelle delle vigne sempre italiane e francesi.
Antonio Paolini
- San Leonardo 1997 magnum: preciso, definito, snello (!!!) con la nota tipica (la più tipica, fumè quanto basta) del vitigno. Tra tanti alloctoni apolidi e anodini, un “allevato” ormai di casa. Un cru… appunto…
- Marques de Murrieta Magnum 1991 meglio trovarli che perderli, certi vini… problema, trovarli. Se ti capitano in mano, austeri dopo vent’anni, definiti al gusto, retro-profumati di quello che una volta quando non ci vergognavamo di dare indicazioni e definizioni (che finaccia da pentiti avete fatto!! vergogna!!!) avremmo serenamente indicato come goudron… Super. Pari merito: Terlano 1988: perfetto forever, fosse anche un Dorian Gray e ci fosse il ritratto appeso in cantina sopra la botte commemorativa è di Stocker… miracolo (quasi) italiano
- Coche Dury Mersault Rougeots 1992. Aspettarsi un filo di più al primo slurpo è lecito, e dato il nome è tutto… mettersi a piangere quando la boccia è finita è la nemesi più concreta e verace… un bicchiere di antinomie e antitesi splendidamente bilanciate… tipo fresco e maturo…. etc…
Paolo Trimani
- DRC Echezeaux 1991. E’ il più piccolo dei grandi vini del Domaine ma assaggiarlo in cantina insieme a Cuvelier è stata una delle più grandi esperienze in carriera. Elegante equilibrato armonico, indimenticabile
- Cerbaiona Brunello di Montalcino docg 2005. Raffinato e complesso sta maturando come un grande classico. Un omaggio a Diego e Nora Molinari due splendide persone.
- Château Cheval Blanc 1995. La prima serata seria del 2011 sembrava destinata a iniziare alla grande il nuovo anno, vino fantastico anno tremendo
Riccardo Viscardi
- Chateau Cheval Blanc 2001. Mirabile equilibrio e finezza del tannino
- Dr. Loosen TBA 1976. Un miracolo di freschezza tra note di idrocarburo e di pesca, peccato la bottiglia fosse così piccola
- Biondi Santi Brunello di Montalcino riserva docg 2006. Un’anteprima di livello assoluto, perfetto compendio di uno stile e di un territorio. A mio parere superiore anche alla riserva 2004