Corsi di pizza. Dal sold out di Gabriele Bonci al no di Gino Sorbillo
Scrive l’utente Tonyelle sul forum pizza.it a proposito dei corsi per pizzaiolo:
Alcune pizzerie della mia citta’ hanno esposto nelle vetrine:
Corso per pizzaiolo , 6 giorni, numero ristretto, costo 800,00 euro!!!
Ma vi rendete conto a che livello siamo arrivati?
Io ricordo di aver gavettato parecchio prima di poter considerarmi e di poter agire da pizzaiolo!!!
Come si fa a promettere alle persone che bastano 6 giorni di corso per potersi ritenere pizzaioli?
Dato che mi piacerebbe fare il chirurgo, sto cercando qualche sito dove promettono che in qualche mese e con qualche cifra di poter esercitare!!!e’ proprio vero pur di guadagnare si tenta di vendere ghiaccio agli eschimesi”
distinti saluti
tony
Corsi professionali, dunque, che giustificherebbero il prezzo elevato (la differenza tra professionale e amatoriale, la principale è proprio questa: il costo).
I corsi di pizza in teglia di Adriano Continisio e Paola Sersante secondo un programma itinerante (dalle 10 alle 21,30, 95 €) e più in generale sui lieviti e panificazione (il prossimo cornetti e pizza in teglia è il 1 febbraio a Milano)
Il re dei corsi di pizza, dichiarati amatoriali, ma in grado di soddisfare le aspettative di chi impasta per professione è senz’altro Gabriele Bonci che, dopo un avvio che aveva fatto discutere, è il più gettonato dei corsi organizzati a Tricolore Monti dalla Sfera del Banqueting (2 giorni, dalle 18,00 alle 21,00, 220 €. prossimo corso il 2 e 3 febbraio. info@lasferadelbanqueting.com)
Franco Pepe tiene i suoi corsi alla scuola Dolce&Salato di Aniello di Caprio e Giuseppe Daddio a Maddaloni (Caserta). Il suo corso base di Pizza Verace Napoletana costa 360 €.
Enzo Coccia con la sua Pizza Consulting tiene tre tipi di corsi: amatoriale, addetti ai lavori, professionisti. Quest’ultimo prevede 100 ore di formazione e un costo di 2.400 € + Iva in 4 moduli (in pratica, un mese) e gli esami che prevedono che l’allievo prepari 15 pizze. L’amatoriale è di 20 ore (700 €), mentre per gli addetti ai lavori sono previste 40 ore (1.300 €). Prossimi corsi, il 5 marzo nella sede di via Caravaggio 53 a Napoli.
Gambero Rosso. Parte domani il corso Professione Pizzaiolo alla Città del Gusto di Napoli che in 6 settimane (fino al 29 febbraio) metterà a disposizione le conoscenze dei migliori pizzaioli della città (3.500 €)
Molino Quaglia è sempre attiva con l’Università della Pizza e i tanti appuntamenti durante le manifestazioni. 3 livelli di corsi, lievito madre, eventi a partecipazione gratuita e il testimonial Simone Padoan, ovvero la pizza non deve essere per forza napoletana. Il prossimo appuntamento è a Identità Golose a Milano con un calendario ricco.
Lunedì 6 febbraio (Sala Blu 2). A partire dalle ore 10.30 un gruppo di pizzaioli si susseguirà nell’ambito della manifestazione per raccontare la propria esperienza in fatto di pizza: Simone Padoan insieme al grande Corrado Assenza, Roberto Pongolini, Beniamino Bilali, Giuseppe Giordano e Massimo Gatti presenteranno un nuovo capitolo del loro lavoro sulla pizza contemporanea dopo la sbalorditiva performance della Pizza per l’Italia fatta degustare alla quinta edizione di PizzaUp®. L’altra faccia della pizza rispetto ai lavori nel solco della tradizione dei campani Enzo Coccia e Franco Pepe che apriranno la giornata assieme al britannico Jon Pollard.
Alle ore 13.30, sempre il Sala Blu 2, verrà anche presentato da parte del Molino Quaglia l’innovativo concetto di Pizzeria Dinamica® capace di rivoluzionare la gestione di una pizzeria introducendo standard di qualità del prodotto e una esperienza di consumo che non ha paragoni. Nella medesima giornata, ma sul palco della Sala Auditorium, Chiara Quaglia e Piero Gabrieli assegneranno il primo Premio Petra® e presenteranno in una breve sintesi di immagini e musica il progetto Pizzeria Dinamica® sostenuto dal Molino Quaglia per definire i tratti della pizza italiana contemporanea.
Ma c’è anche un pizzaiolo che non ha alcuna intenzione di tenere corsi per insegnare l’arte bianca. È Gino Sorbillo che, nonostante qualche partecipazione, ha un’idea ben precisa: “Il mestiere si deve rubare come l’ho rubato io da mio padre e da mia zia Esterina”. Nelle pizzerie di Napoli sono molti gli alunni che seguono stage per cercare di agguantare i segreti del mestiere e di portarli anche in Estremo Oriente. “Potrebbero essere proprio i giapponesi i futuri rivali dei pizzaioli napoletani. Già ‘Pasquale’ Makishima aveva vinto il trofeo mondiale”. E c’è chi si allena da piccolino al banco di Via dei Tribunali.
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