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25 Aprile 2012 Aggiornato il 2 Luglio 2014 alle ore 21:43

Gola vs fame. Chicco e Roberto Cerea atterrano sul tetto di Milano

I fratelli Cerea del ristorante Da Vittorio a Brusaporto hanno preso parte al progetto del ristorante The Cube di fronte al Duomo di Milano
Gola vs fame. Chicco e Roberto Cerea atterrano sul tetto di Milano

Il Cube è partito. Dopo la tappa milanese, di fronte al Duomo, sarà a Stoccolma e a Londra. Tra gli chef che hanno partecipato al progetto temporaneo ci sono i fratelli Enrico e Roberto Cerea del ristorante 3 stelle Michelin Da Vittorio a Brusaporto.

I rumors li volevano dalla provincia di Bergamo al cuore di Milano, al Trussardi alla Scala al posto di Andrea Berton. Per il momento le pedine dello chef-mercato restano ai loro posti anche se dall’autunno spostamenti e riposizionamenti dovrebbero essere argomento di discussione. Nell’attesa, ecco le risposte alle domande di Franca Formenti e il contributo fotografico di Monica Assari.

Franca Formenti. La prima volta che hai cucinato quanti anni avevi?
Enrico Cerea. 7 o 8 anni.
Roberto Cerea. Ma penso 6/7 mesi.

FF. Quando fai la spesa compri anche junk food?
EC. Mi è capitato per curiosità.
RC. Quando ho la gola di provare qualche cavolata mi capita.

FF. Cosa hai imparato dal cibo?
EC. La mia vita.
RC. Ho imparato a convivere con il cibo, a studiarlo, lavorarlo, tutto.

FF. Tre cose della tua cucina che faresti /vorresti sempre?
EC. Cucinare-cucinare-cucinare.
RC. Il fatto di sperimentarla, conoscere tanti prodotti, imparare dai colleghi.

FF. Tre cose della tua cucina che non rifaresti mai?
EC. Rovinare un buon prodotto.
RC. Cerco di evitare gli errori commessi e di perfezionarmi.

FF. Nel tuo frigo di casa non manca mai?
EC. Qualche prodotto particolare regalatomi da qualche amico, un buon salame o un buon formaggio.
RC. Il salame.

FF. Qual è la differenza per te tra la fame e la gola?
EC. La fame mangi proprio perché ne hai bisogno. La gola è un piacere ludico.
RC. La gola ce l’ho quando magari faccio qualche giorno di dieta e quando vedo un cibo buono mi vengono le bavette, la fame invece è la quotidianità, penso.

FF. Il  primo libro di cucina che hai letto?
EC. Non mi ricordo.
RC. Idem.

FF. Finisce il petrolio …finisce la tecnologia e cioè il prolungamento del  nostro  corpo… pensi che saresti in grado di deliziare i sensi ugualmente anche senza gli attrezzi che usi quotidianamente?
EC. Assolutamente sì, perché la tendenza sarà sempre cucine più semplici e salutistica.
RC. Ma si dai in qualche modo riusciamo sia sfamarci che deliziare i sensi.

FF. La fame è l’anima del commercio. Il cibo è da sempre il business più grande del pianeta… sarete voi a rialzare l’economia dell’Italia?
EC. Non so se saremo solo noi ma cercheremo di fare del nostro meglio.
RC. Speriamo di avere un ruolo. Ma occorre un cambiamento della classe politica.

[Intervista: Franca Formenti. Immagini: Monica Assari]

Tutti gli chef che hanno risposto alle 10 domande.

(Big Picture: le foto possono essere ingrandite cliccando sull’immagine)

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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