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7 Novembre 2012 Aggiornato il 19 Giugno 2021 alle ore 08:49

Distillati. Whisky Isle of Jura, Collezione Paris, distillato nel 1991

Tra l’isola di Islay (dove si produceva il mitico Port Ellen oltre ad altri meravigliosi whisky per fortuna ancora in produzione ) e le Highlands, c’è
Distillati. Whisky Isle of Jura, Collezione Paris, distillato nel 1991

Tra l’isola di Islay (dove si produceva il mitico Port Ellen oltre ad altri meravigliosi whisky per fortuna ancora in produzione ) e le Highlands, c’è l’isola di Jura ovvero l’isola dei cervi nella lingua locale, terra selvaggia e incontaminata, dominata dalle tre cime dei Paps of Jura.

Siamo nelle Ebridi, a ovest della Scozia e qui, in un luogo decisamente irraggiungibile in cui il numero di cervi ancora oggi supera quello delle poche centinaia di abitanti, George Orwell scrisse negli anni ‘40 il suo famoso “1984”.

Natura incontaminata, acqua purissima, panorami per appassionati di trekking e canoa (e di … whisky), sono la cornice di una distilleria che la leggenda vuole sia nata già nel XVI secolo (pensate che la distilleria del Bushmills irlandese reca come data di nascita il 1608 e sembra sia la più antica in assoluto) e che, come tante altre altre, abbia iniziato illegalmente la sua attività approfittando della posizione isolata del luogo.

Bene, tanta storia ci ha portato a una delle bottiglie più intriganti assaggiate di recente: Isle of Jura Collezione Paris di Pepi Mongiardino (Moon Import). Le bottiglie sono soltanto 800 e quindi difficili da trovare ma dopo le note gustative, segnaleremo il posto dove le abbiamo scovate.

Iniziamo dalla carta d’identità: single malt whisky Jura – Isle of Jura, Collezione Paris, distillato nel 1991 e imbottigliato nel 2004, 46°, colore tra acquamarina e smeraldo chiaro. Le parole chiave riportate in retro etichetta raccontano di acqua di lago, torba, vaniglia, noci,  iodio e alghe, un piccolo compendio descrittivo del carattere dell’isola.

Dopo aver rimirato ancora una volta il particolare colore verde chiaro così simile a quello del mare sottocosta, noi abbiamo sperimentato:

  • al naso, impatto balsamico e salmastro con note dolci di miele e piante officinali  (timo e maggiorana);
  • in bocca, tanta mineralità con toni fumè ( torba presente ma non invadente), frutta secca e finale dolceamaro fatto di mallo di noce, mandorla cruda e miele di corbezzolo.

La grande bevibilità nonostante la gradazione importante (46°) e la complessità avvolgente di questo distillato, ci spingono ad attribuirgli 3 scatti e ½ più bottiglia (trovandola…).

E ora manteniamo la promessa: abbiamo assaggiato questa chicca a Tutto Qua, recente ritrovo enogastronomico di Monteverde vecchio (Via Barrili, 66), meritevole di una visita non solo per i distillati e i cocktails (di cui tratteremo prossimamente) ma anche per altre delizie che vanno dal pata negra alle ostriche, passando per la cucina di tradizione. Ma questa è un’altra storia…

[Carlo Bertilaccio]

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