Sposarsi da Ikea per le polpette è atto di amplesso gastronomico indicibile
Le polpette sono il massimo del comfort food, diciamocelo. Quelle con il sugo da scarpetta furiosa sono libidine allo stato puro. Ci sono anche i polpettatori seriali che sferificano tutto lo sferificabile e sono sempre in dubbio se considerare il supplì una brand extension della polpetta. Da nord a sud si potrebbe stendere una mappa delle migliori polpette. Io vi ricordo solo le polpette di lesso della trattoria Da Cesare a Roma che hanno recentemente messo KO il tenutario del blog magnatorio più pettegolo del globo terracqueo impegnato a magnificare la bontà religiosa di alcune polpette. Queste.
Sono proprio loro che testimoniano come la nostra idea di cibo casalingo, in procinto di diventare motore dei ristoranti low cost del prossimo futuro, non sia sufficiantemente valorizzata. C’è chi si sposa per mangiare le polpette al pranzo di matrimonio. Ma badate bene, si tratta appunto di polpette di Ikea, quello dei mobili monta da te, che ha fatto venire la gastrite a migliaia di aspiranti bricoleur e risparmiatori incalliti.
Non so come inquadrare questa idea di Lynne Klanbida e Chad Martin che (per fortuna) a Tempe, vicino Sidney, hanno festeggiato il giorno del sì nel megastore facendo accomodare gli ospiti nel fast food di Ikea dopo aver posato per le foto di rito. Ma suppongo che tutti gli amanti delle polpette svedesi sarebbero disposti a qualsiasi cosa pur di testimoniare il loro imperituro amore alla busta pronta per essere scodellata a casa. E vi ci metto anche il video dei gridolini e una manifestazione scelta a caso.
[Link: repubblica.it Immagini: James Morgan/news.com.au]