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Vino
7 Aprile 2013 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 11:22

È morto Franco Biondi Santi, il signore del Brunello di Montalcino

Il mondo del vino perde uno dei suoi massimi esponenti: oggi, all'età di 91 anni, si è spento Franco Biondi Santi, il discendente diretto di Ferruccio
È morto Franco Biondi Santi, il signore del Brunello di Montalcino

Franco-Biondi-Santi

Il mondo del vino perde uno dei suoi massimi esponenti: oggi, all’età di 91 anni, si è spento Franco Biondi Santi, il discendente diretto di Ferruccio (era il nonno) Biondi Santi che nel 1934 era stato riconosciuto dal ministero dell’Agricoltura come “inventore del Brunello”. Ed a Montalcino e alla difesa dell’idea della purezza del Brunello da far nascere da un singolo vitigno in purezza, il Sangiovese, la sua figura è associata anche da chi non è conoscitore del vino.

“Un grande vino deve invecchiare a lungo, se è un Brunello è quasi un dovere”, disse a Daniele Cernilli in un’intervista apparsa su Doctor Wine (e oggi ripresa per ricordarlo), in cui sottolineava il valore della tradizione.

“Bisognerebbe tornare alle origini. Fare un Brunello Superiore utilizzando solo le vigne più vecchie e di più antica collocazione. Senza usare botti piccole. Un Brunello realmente tradizionale. Le sperimentazioni, anche con vitigni diversi, si potrebbero consentire sul Rosso di Montalcino. Le tecniche di vinificazione più moderne, ma utilizzando solo sangiovese, anche sul Brunello “normale”. Ma non sul Brunello Superiore, o come si vorrà chiamarlo.”

Una linea guida che era stata, appunto, inventata da Ferruccio Biondi Santi che sul finire dell’800 aveva scommesso sul Sangiovese al 100% selezionando le uve per creare il vino che sarebbe diventato famoso in tutto il mondo. Una scelta che per molti è da sempre la ragione del successo del Brunello che continua ad essere prodotto solo con quest’uva anche per la categoria del Rosso di Montalcino. Nonostante l’attaccamento alla tradizione, Franco Biondi Santi aveva imparato a guardare al futuro e all’innovazione sull’esempio del padre Tancredi che aveva dato nuovo slancio al Brunello diventando di fatto l’ambasciatore riconosciuto di un territorio e dei suoi vini. E non sono da meno i figli, Jacopo e Alessandra. Proprio a Jacopo Biondi Santi si deve la creazione di Castello di Montepò, a Scansano, con il Sangiovese Grosso BBS 11.

“Con Franco Biondi Santi è scomparso uno dei simboli della qualità e dell’eccellenza del vino italiano nel mondo – ha detto il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – e sicuramente uno degli artefici del successo del Brunello a livello internazionale. Con lui il Consorzio e tutto il territorio, oltre a perdere un grande produttore, perdono un uomo dalla profonda sensibilità e umanità. A lui dobbiamo molto e siamo sicuri che il suo esempio e la sua bravura saranno portati avanti da coloro che gli succederanno alla guida dell’azienda”.

“Una perdita per la famiglia, alla quale ci stringiamo con affetto, ma la morte di Franco Biondi Santi lascerà un vuoto incolmabile anche nel mondo del vino italiano e internazionale”. Lo ha detto Ettore Riello, presidente di Veronafiere . “Un esempio di vita e di professionalità che anche Vinitaly ha apprezzato durante le sue numerose presenze a Verona – ha affermato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – e che rimarranno nel ricordo di tutti quelli che lo hanno conosciuto”.

Decine i riconoscimenti ricevuti dal suo vino. Il Riserva 1995 è stato considerato da Wine Spectator sul finire dello scorso millennio come uno dei “migliori 12 vini prodotti al mondo nel XX secolo”.

[Link: il sole 24 ore, doctorwine]

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