Cambio dunque sono: Matteo Baronetto lascia Carlo Cracco
Al Bano e Romina Power, Tom Cruise e Katie Holmes (oddio, anche Nicole Kidman), Berlusconi e Alfano. Sì, parliamo di divorzi, eccellenti. E quello di Matteo Baronetto che lascia Carlo Cracco dopo 18 anni di convivenza gastronomica fa parte di questa categoria. Ma d’altronde avremmo dovuto abituarci ai cambiamenti con Carlo Cracco che si è prima separato da Peck, il tempio della gastronomia eccellente di Milano, e poi da Luca Gardini. Lo ricordate, vero, il campione mondiale dei sommelier che con Cracco formava l’abbinamento perfetto fino a due anni fa.
Due anni sono diventati un tempo lunghissimo per tutti. La ristorazione non fa eccezione. Due anni fa iniziava l’ascesa di Carlo Cracco con la prima edizione di MasterChef. Nasce il nuovo Cracco che ha creato lo chef personaggio più in vista, acclamato, ricercato d’Italia. Messe a tacere in un sol colpo le voci che lo volevano adagiato sugli allori (“Sono stato accreditato a Eataly Milano, al Baby, a Eataly Roma per citare gli ultimi. Sai qual è la verità? Che si parla ma si stringe poco.” ), Cracco ha messo a segno una serie di colpi che lo hanno lanciato anche al di sopra dei bravissimi colleghi della Formula Uno della ristorazione.
La televisione è un potente mezzo, stentavate a crederlo? Noi no. E così arrivano la consulenza di avvio al ristorante Trussardi alla Scala e allo chef Luigi Taglienti che ora ha conquistato le tre forchette del Gambero Rosso, le copertine di Wired, i servizi di moda sulle riviste della Condé Nast, la famosa orata con modelle su GQ, il calendario Lavazza 2014.
Tutto quello che fa Carlo Cracco mette in ombra chi gli sta intorno. E Matteo Baronetto era in ombra nonostante le dichiarazioni e gli attestati di stima per il suo insostituibile lavoro ai fornelli per sostituire Carlo Cracco sempre più impegnato sui set. La dimostrazione che un grande chef ha bisogno di un grande secondo, anche se “Baronetto era più di un secondo, tanto che firmava da due anni il menù”.
Matteo Baronetto andrà al Cambio di Torino. Ritorna nella sua terra natale in un locale con caratteristiche diametralmente opposte al ristorante di via Hugo. Il Cambio, con quella sontuosa eleganza che solo 250 anni di storia in piazza Carignano possono regalare e che tanto differisce dal design milanese della sobria ricchezza del ristorante Cracco.
Sarà differente la cucina di Matteo Baronetto a Torino? E soprattutto quando pensiamo a come si mangia in un ristorante dobbiamo tenere a mente solo il nome dello chef o anche del suo super-secondo che tradotto in altri termini vuol dire: si continuerà a mangiare bene da Cracco?
[Link: Marchi di Gola. Immagini: vcrown, bigodino.it, Scatti di Gusto]