Davide Oldani dal D’O di Cornaredo all’Armani Hotel a Milano si può fare
Come nella moda, dove spesso i temporary store – dopo il periodo di test iniziale – diventano monomarca, anche gli chef possono evolversi, da temporary, a resident a tutti gli effetti. Previa debita prova, naturalmente. Pare sia questo il caso di Davide Oldani, che proprio nel tempio della moda milanese, il Quadrilatero, è stato protagonista di una doppia serata all’Armani Hotel di Milano. Il legame con l’hotel di Re Giorgio pareva dovesse rimanere occasionale. E invece, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, l’inventore della cucina pop si è espresso in questi termini: “Per me il centro di Milano resta la priorità, esiste la concreta possibilità che io mi sposti all’Armani Hotel nel 2014”.
Da dieci anni a questa parte, le creazioni di Oldani sono rimaste “confinate” al D’O, nell’hinterland non certo ridente della città, a Cornaredo. Ma alla prova della doppia serata sotto la Madonnina, lo chef non ha raccolto che consensi, merito anche dei suoi malfatti con polvere di corallo, rosmarino e fricassea di crostacei. Un piatto che, insieme al riso allo zafferano, ha sedotto persino Erick Thohir, il nuovo presidente della squadra per cui Oldani fa un tifo sfegatato, l’Inter.
Nei giorni scorsi c’era già stato chi aveva scommesso su una possibile trattativa in corso con l’albergo di Armani, forse incentivata anche dal mancato arrivo della seconda stella Michelin in quel di Cornaredo. Le parole del diretto interessato, però, paiono levare ogni dubbio: “C’è interesse reciproco, abbiamo fatto le prove e sono in ottimi rapporti con il management dell’hotel. Qui la linea di cucina del D’O potrebbe funzionare perfettamente”. Se davvero lo chef si trasferirà in via Manzoni in pianta stabile, c’è da giurare che il sold out e la lista d’attesa, leit motiv delle due serate all’Armani Hotel, diventeranno consuetudine. E magari arriverà anche la tanto agognata seconda stella Michelin.
[Link: Il Sole 24 Ore. Immagine: Calendario Lavazza]