Eccellenze Campane. Foto cronaca dell’inaugurazione di Napoli
Grande inaugurazione di Eccellenze Campane a Napoli. Mi risuonano nelle orecchie gli slogan che hanno accompagnato la mia prima visita alla struttura. “L’unica bufala in cui crediamo”, “Non tutti siamo della stessa pasta”.
Mi permetto di suggerire una vecchia e mitica pubblicità americana, usata anche da Reagan per la sua seconda campagna presidenziale: “where’s the beef?”.
Non sono ai livelli di analisi dello scrocco da inaugurazione del mio collega milanese, ma qualche nota vorrei azzardarla.
Dopo aver bypassato il blocco dei disoccupati, standard a Napoli in occasione di manifestazioni dove siano previsti politici e “notabili”, i grandi locali di Eccellenze Campane sono sembrati all’improvviso molto piccoli per l’enorme affluenza di inviati. Stampa e addetti del settore a Napoli sono tantissimi (se dovete inaugurare qualcosa, tenetelo presente).
Giriamo, guardiamo, spintoniamo, veniamo spintonati, tutto normale. La curiosità di assaggiare l’eccellenza è forte. Siamo stati invitati per questo, I suppose.
Ecco i nudi e le nocciole al cioccolato appena sfornati di Gay Odin: ottimi, li conosco bene, ma meglio dopo qualche altro assaggio salato.
Dopo, sì, ma di che? Alla postazione di Luciano Di Meo ci sarà sicuramente la minestra maritata. No, c’è un assaggio di pasta e fagioli con le cotiche: leggera quasi soave.
Il banco del caseificio di Roberto Battaglia è preso d’assalto come in una battaglia. Nomen omen. Prodotti a profusione: mozzarella, bocconcini, ricotta, scamorza: tutto ottimo e per tutti, con rifornimenti veloci e precisi da parte dei tanti addetti.
Più in là, assaggi di vini e birra ampli e affollati.
Alla braceria assaggerei i mitizzati salagrelli. I panini sono sul bancone: solo con una foglia di insalata e pomodoro, ma senza hamburger. Uhm….
Banco assaggio salumi. L’unico salame a disposizione è buono: e poi alla fine cicoli secchi. Un addetto mi chiede se voglio fotografare la loro coppa speciale? Sì certo! E aggiunge, “ma mi raccomando: solo fotografare!”. La sindrome del Play Boy della norcineria, guardare e non toccare.
Stand seguente, teglie e teglie appena sfornate. Sul bancone un cestino di mini tarallucci e tocchetti di pane olio e origano mi guarda implorante: passo.
C’è il Panuozzo! Una decina di panuozzi sul bancone. Qui si fa sul serio. Sbagliato, quelli sul banco sono “statici”. Modelli da guardare. Dietro al bancone ne preparano tanti ma il panuozzo standard da 40×10 cm diventa 1 boccone da 3×5 cm. Troppo anche per la mia dieta.
Alla trattoria di Mare di Maria Aprea, Amelia Mazzola mi dice che sono andate via in pochi minuti 2 teglie di parmigiana di melanzane. È rimasta una caponatina di mare: molto fresca e saporita.
Sto mantenendo i colpi in canna. Due dei pezzi da 90 dell’offerta di Eccellenze Campane: la friggitoria di Tubelli e il doppio, dico doppio, forno per pizze di Gugliemo Vuolo. Arrivo e deduco che sia appena passata un branco di piranha. I due banchi sono immacolati: non un granello di farina, non una macchiolina di unto. Chiedo lumi e mi preparo all’attesa. “Ci hanno detto di non preparare niente, se non 300 assaggini nel reparto pizzeria, che però sono andati via in pochi secondi”.
Mi consolo con un assaggio dolce di Pasquale Marigliano che però mi lascia un po’ di amaro in bocca. Saluto qualche conoscente come Paolo Gramaglia e vado via dai locali ancora affollatissimi.
Supero i blocchi della polizia che stanno smobilitando e inizio a sognare un coppetiello di fritti o una pizza.
Ma a Eccellenze Campane voglio ritornare e fare un bel tour per rispondere allo slogan “Where’s the food”.
Intanto chiedo a voi che in tanti avete partecipato all’inaugurazione: cosa vi è piaciuto di più del nuovo mega locale di via Brin?