Olimpiadi a tavola. 10 ristoranti per rifare le bandiere del cibo
Tempo di Olimpiadi a Sochi e di sventolio di bandiere e di medaglie. La cerimonia di apertura, oltre al cerchio che non si è acceso e alla divisa pro gay della Germania (avete presente?), mi ha fatto ricordare delle bandiere a tavola.
Cosa c’è di meglio di un piatto a simboleggiare metaforicamente la bandiera di un Paese? L’agenzia Whybin\Tbwa ha preso alla lettera la questione e ha promosso il Sydney International Food Festival con i piatti che ritraggono la bandiera nazionale fatta da alcuni tra gli ingredienti più caratterizzanti delle varie nazioni.
Piatti bellissimi e scenografici. Per l’Italia non c’è dubbio. Il piatto più azzeccato è un drappo con spaghetti, pomodoro e basilico che è stato il tema della giornata mondiale del Gruppo Italiano Cuochi Virtuali (e se avete voglia, ecco tre ricette di grandi chef: Alfonso Iaccarino, Gennaro Esposito, Alfonso Caputo)
E Per l’estero? Ecco dieci indirizzi di altrettanti ristoranti dove provare a riprodurre gli stendardi: oltre che belli, saranno anche buoni?
Cucina Indiana. Moghul, Bologna.
A chi non prende, di tanto in tanto, una irrefrenabile voglia di pane naan? A Bologna, il desiderio di quel meraviglioso impasto – tanto meglio se farcito con il formaggio – potrebbe essere facilmente placato da Moghul. Curato sin dalle apparenze, nel tentativo di far rivivere all’ospite un’atmosfera vagamente esotica, anche i piatti non sono da meno. Ottimi i risi speziati, le carni tandoori e le verdure (da segnalare, poi, le squisite lenticchie nere con latte di cocco).
Moghul. Via dell’Inferno 16/a, Bologna. Tel. 051 232911
Cucina Giapponese. Iyo, Milano.
La cucina (e la bandiera) giapponese è minimalista per definizione. Se in molti sono convinti che ‘less is more’, esiste un posto dove la cucina nipponica non è né troppa né troppa poco. È giusta, e in tutto: negli abbinamenti, nelle porzioni, nella cura dei dettagli e – soprattutto – nei sapori. Che Iyo ci piaccia, non è un mistero. Da quando ha introdotto il robatayaki per grigliare carne e pesce, poi, ci piace ancora di più. Per questa ragione, al centro della bandiera giapponese ci dovrebbe essere, di default, un bignè al salmone portato direttamente dalle sue cucine in via Piero della Francesca a Milano: sarebbe probabilmente una delle bandiere più buone del mondo.
Iyo. Via Piero della Francesca, 74, Milano. Tel. 02 45476898
3. Cucina Spagnola. Tapa Loca, Roma
Piazza Navona è a Barcellona? No, eppure andando da Tapa Loca potrebbe sembrare. In questo locale colorito, è possibile avere un assaggio delle specialità iberiche senza spostarsi dalla Capitale. In attesa della ricca paella alla valenciana, potreste concedervi delle ottime patatas bravas o un mix di tapas (non si chiamerà ‘Tapa Loca’ per caso, giusto?). Il tutto rigorosamente annaffiato da una caraffa di sangria: dimenticatevi quelle annacquate, perchè quella che servono al Tapa Loca potrebbe stendervi. Per chiudere in dolcezza, il consiglio è di buttarvi sulla crema catalana.
Tapa Loca. Via di Tor Millina 5, Roma. Tel. 06 6832266
4. Cucina Greca. Ilios, Roma.
Come abbiamo mangiato, almeno una volta nella vita, in Grecia non mangeremo mai più. Diciamocelo: sarà la brezza proveniente dall’Egeo, i ricordi degli antichi fasti o, più semplicemente, la bontà delle materie prime. Ilios prova a riportare a due passi dalla Basilica di San Paola a Roma l’antica Ellade, e pare riuscire nei suoi buoni propositi: il posto è piccolo, certo, ma per assaporare una pita fatta come si deve, vale la pena anche appollaiarsi sui trespoli del locale oppure fare una corsa verso casa per arrivare con il piatto ancora caldo. Ovviamente, non vale allontanarsi senza prima aver attinto abbondantemente dalle salse fatte in casa (su tutte, lo tsatsiki e la crema alle patate e aglio), magari accompagnate da un’insalata con olive nere kalamata e feta.
Ilios. Via Gaspare Gozzi 119, Roma. Tel. 06 87778227
5. Cucina Brasiliana. Barbacoa, Milano
Il pezzo forte di questa churrascaria è, indubbiamente, la carne. Quindi, nonostante gli antipasti siano invitanti, non scaldate troppo i motori prima di intraprendere il vero viaggio. La formula, infatti, prevede di poter avere carne a volontà. E quindi, ecco che i camerieri continueranno a tendervi piacevoli imboscate a suon di manzo, maiale, costine, pollo, salsicce e chi più ne ha più ne metta. In totale, a disposizione degli ospiti, ci sono una quindicina di varietà diverse. Ma non agitatevi: rimanere fedeli alla bandiera brasiliana è possibile. Le foglie di banana, il lime, l’ananas e il passion fruit li avrete, direttamente in un bicchiere di caipirinha.
Barbacoa. Via Abbadesse 30, Milano. Tel. 02 6883883
6. Cucina Coreana. Arirang, Milano.
Almeno interiormente, dopo aver cenato in questa cucina della ‘Korean Family’, l'”arirang” – l’arcobaleno – spunta davvero. Posto che abbiate tempo per rilassarvi, visto che il proprietario è un fiume in piena, e tiene a dare ai propri ospiti i consigli per la migliore combinazione di piatti possibile. Una volta che arrivano i tavola, però, inizia la festa. Con i kiki, bastoncini di riso con verdure e salsa rossa, la bocca si incendia di una sapore ‘piacevolmente piccante’. I kimbap – tranci di roll di riso ripieni di pesce o verdure – e gli spaghetti di soia con verdure, non vi ricorderanno nessun piatto mangiato sulla tavola dei ristoranti orientali. Ma la vera sorpresa è il bulgogi, superbo nella versione hot: più che una portata principale, la carne cotta per ore e ammorbidita con lo zucchero assomiglia a un dessert.
Arirang. Via Raffaello Sanzio 16, Milano. Tel. 02 48518656
7. Cucina Francese. La Louche, Torino.
Quando un locale è un bistrot, lo è senza troppi sinonimi che tengano. È questo il caso di La Louche a Torino: cuoco (pardon, chef) francese, carta (pardon, menu) francese, atmosfere d’Oltralpe. Piatto di punta e a rotazione, ça va sans dire, è la zuppa (quella al cavolfiore o alle cipolle su tutte). Ma anche le quiche e le crêpe cambiano ogni pochi giorni, e la scelta tra i formaggi pare infinita. Un salto in questo locale sotto alla Mole, e ogni pregiudizio sulla pesantezza delle ricette francesi potrebbe di colpo cadere.
La Louche. Via Lombriasco 4, Torino. Tel. 011 4332210
8. Cucina Thailandese. Baijarong Thai Restaurant, Sarnico (Bergamo).
Chi l’avrebbe mai detto che per mangiare thailandese saremmo dovuti finire in provincia di Bergamo, nella splendida cornice del lago d’Iseo. Eppure, il ristorante ha ottenuto il riconoscimento Thai Select per la coerenza con i sapori della ‘vera cucina thailandese’. E quindi, gamberoni con curry rosso e latte di cocco e manzo saltato con basilico thai e riso profumato in grandi quantità. Il granchio blu, forse, non gli arriva, ma la promessa è quella di una cena in grande stile.
Baijarong Thai Restaurant. Via Predore 75, Sarnico (BG). Tel. 035 4261361
9. Cucina Vietnamita. Vietnam MonAmour, Milano.
Da molti definito ‘il giardino vietnamita a Città Studi’, al Vietnam MonAmour di Milano ci si va per assaggiare le zuppe (come quella al cocco o la minestra di manzo e verdure) e il phở, la zuppa di spaghetti vietnamita, servito con noodles di riso. Largo spazio a carne e pesce, nel bun cha (bocconcini di maiale croccanti) e nel cha ca (filetto di branzino all’aneto e curcuma). Non lasciano a desiderare nemmeno i dolci, nient’altro che una libera interpretazione dei dessert più ‘tradizionali’ alla luce della consuetudine vietnamita. In mancanza dei lychee, si può sempre optare per la torta al cioccolato con salsa allo zenzero o per il crème caramel al latte di cocco.
Vietnam MonAmour. Via Alessandro Pestalozza 7, Milano. Tel. 02 70634614
10. Cucina Cinese. Zheng Yang, Torino.
Altro che frutta. La bandiera cinese è un po’ troppo ottimista sulle motivazioni per cui si sceglie di mangiare cinese: di certo, l’intento non è quello salutare. Ma neanche quello di essere rincorsi – metaforicamente – dall’anatra per tutta la notte. Un buon compromesso tra sapori e leggerezza l’ha trovato Zheng Yang di Torino, la cui cucina prevalentemente cantonese mette in tavola soprattutto piatti di pesce, dai gamberi saltati al sale e pepe, al granchio con cipollotti e zenzero fino al rombo imperiale cotto al vapore. Ma anche i carnivori avranno il loro momento di gloria: che dire, infatti, del maestoso agnello con cumino e peperoncino alla griglia o dell’anatra laccata alla pechinese?
Zheng Yang. Via Principi d’Acaja 61, Torino. Tel. 011 4476422
Ora, però, vogliamo sapere come comporreste la vostra bandiera preferita: quali ingredienti vi piacerebbe sventolassero su un’immaginario stendardo da mostrare orgogliosi? E dove andreste a crearlo a seconda delle città?
[Immagini: twistedsifter.com]