10 vini perfetti da abbinare al baccalà alla vicentina
Il Baccalà alla Vicentina è un piatto apparentemente leggero. In realtà siamo di fronte ad una pietanza molto strutturata e con sue precise regole sorvegliate da una Confraternita.
Per l’abbinamento si può pensare a un bianco piuttosto complesso, magari d’annata. Oppure a un rosso giovane, sufficientemente tannico, che asciughi la succulenza, con acidità non troppo evidente e discreto tenore alcolico.
Poiché sono sfacciatamente ‘bianchista’ e amante dei vini d’annata, preferisco la prima opzione.
Ecco quindi le mie dieci proposte dopo quelle della lasagna. La scelta ha preso in considerazione doc non troppo diffuse. Vini anche dal buon rapporto qualità – prezzo, di facile e piacevole beva.
I vini da abbinare al baccalà alla vicentina
1. Tenuta di Fessina. A’ Puddara 2011, Etna Bianco Doc.
“Amore a prima vista” tra Silvia Maestrelli produttrice toscana doc e Federico Curtaz enologo valdostano, consumatosi alle pendici dell’Etna. A’ Puddara è un vino da vecchie vigne su terreni di matrice vulcanica a circa 700 metri slm che si conferma un fuoriclasse: associa complessità olfattiva a straordinaria sapidità in un mirabile equilibrio di freschezza, profumi e struttura. L’abbinamento con il baccalà alla vicentina, pur a oltre mille km di distanza, è sicuramente un successo.
Prezzo: 24 €
2. Tenuta Santa Seraffa. Le Colombare 2007, Gavi di Gavi Docg.
Bicchiere elegante, energico, fresco con note citrine e un fondo appena speziato; una buona sapidità completa la beva. Struttura, una certa rotondità data dal residuo zuccherino, e una dinamica freschezza se la giocano bene con la presenza della cipolla, delle acciughe sminuzzate e della polenta di contorno. Strepitoso rapporto prezzo/qualità.
Prezzo: 8 €
3. Le Battistelle. Soave Classico Battistelle 2009.
La Garganega è il vitigno principe della denominazione. Piccola azienda familiare, di quelle tanto attente al vigneto, come piacciono a me. Un bel paglierino carico, e al tempo stesso cristallino, preannuncia struttura e indispensabile acidità. Note di frutta bianca non proprio matura e un leggero sbuffo minerale. Il sorso è fresco, decisamente sapido, pieno e avvolgente con una buona persistenza.
Prezzo: 14,50 €
4. La Lastra. Vernaccia di Sangimignano riserva Docg 2011.
Sorsi espressivi e di carattere, forse i migliori della denominazione; giallo paglierino, all’olfatto si avvertono quasi esclusivamente note agrumate. Il palato tende all’armonia. Unisce potenza ed eleganza grazie ad un’incredibile freschezza. La chiusura di bocca è davvero eccezionale per equilibrio e persistenza. Molto interessante il rapporto qualità – prezzo.
Punteggio 95/100
Prezzo 12 €
5. Ignaz Niedrist. Alto Adige Terlano Pinot Bianco 2010.
Un calice energico, deciso, di altisonante acidità. Un magnifico vino dall’inconfondibile carattere. Decisamente sapido, vibrante, di grande eleganza, la sua beva travolgente accompagna in allegria la nostra ricetta strutturata con caratteri di succulenza, grassezza e lunga persistenza. Fate in fretta se vi piace questo abbinamento: le bottiglie sono appena 4.500!
Prezzo 13 €
6. Terre del Principe. Pallagrello bianco Le Sèrole, Terre del Volturno Igt 2009.
Il breve passaggio in barrique appare già dal colore più marcato, dorato chiaro, mentre al naso avvertiamo gioiose note di frutta gialla matura, miele, agrumi, e leggeri accenni all’anice e alla vaniglia. Il primo sorso è quasi travolgente, sebbene abbia ancora bisogno di assorbire il legno; la spinta fruttata, la notevole sapidità e la vena acida testimoniano che il tempo sarà suo alleato per definire equilibrio pieno e armonia. Ottima persistenza e materia prima d’indubbio livello completano il quadro. L’abbinamento colpisce nel segno con morbidezze e durezze a contrastare le rispettive caratteristiche del piatto veneto per eccellenza.
Prezzo 21 €
7. Torre dei Beati. Pecorino “Giocheremo con i Fiori” Colline Pescaresi Igt 2012.
È il sogno di una vita trapiantato in vigna, quello di Fausto Albanesi e sua moglie Adriana che vivono in simbiosi con i propri vigneti a regime biologico. Al naso il frutto si fonde con note minerali e fresche che fanno perfettamente da spalla a una notevole struttura (14%). Il vino è equilibrato e si abbina con originalità, grazie ad acidità e morbidezza, al piatto vicentino bilanciandone tendenza dolce, sapidità e complessità.
Prezzo 11 €
8. Ca’ Lojera. Tenuta Tiraboschi, Lugana Riserva del Lupo 2005. Un vino di vero carattere, personalità imponente (14%), di vivace freschezza, sentori agrumati e lunghissima persistenza. Le caratteristiche di potenza e freschezza al tempo stesso, ben si adattano alla ricetta vicentina.
Prezzo: 13 €
9. Les Crêtes. Petit Arvine Vigne Champorette 2007.
Tanto frutto nonostante le quasi sette vendemmie alle spalle, una bella freschezza, pieno e rotondo al gusto, questo cru valdostano mette in mostra una bella possenza e agilità di beva atte a contrastare succulenza e grassezza del piatto senza sovrastarne il sapore.
Prezzo 14 €
10. Bastianich. Collio Friulano Vigne Orsone 2011.
Un bel giallo paglierino carico, frutto maturo e acidità discreta, con buona sapidità. Il friulano (il nostro amato tocai: triste battaglia persa in sede comunitaria…) esalta il sapore del piatto e la caratteristica chiusura di mandorla leggermente amara, forma un bel contraltare con la tendenza dolce della cipolla e della polenta.
Prezzo 11 €
Mi aspetto ora le vostre proposte, rosso compreso. Ovvio.
[Immagini: Confraternita del Baccalà, Francesco Arena, Scatti di Gusto]