Manuele Colonna riapre Bir & Fud con 36 spine di birra artigianale
M’illuppolo d’immenso. La frase, un po’ sborona, un po’ talebana, è il grido di battaglia dei beer addicted. Quelli che fanno sul serio con la birra artigianale e che ora avranno il forno rotante del rinnovato Bir & Fud di Roma avvolto in una membrana di rame a imperituro ricordo.
Un Bir & Fud che si presenta in assetto 2.0 alla prova dei vecchi e nuovi affezionati alla ri-apertura di lunedì 7 aprile.
Sul fatto che nell’equazione tra bir(ra) e food pesasse sempre di più il primo c’erano pochi dubbi. Ma ora è certezza con una sfilza di 36 spine pronte ad eruttare il meglio di quanto il panorama birrario artigianale possa offrire.
Garantisce Manuele Colonna, guru acclamato anche per un’altra famosa frase, Quanno moro vojo esse fermentato, che spiega inesorabilmente la sua personale dedizione alla causa della Birra Artigianale con le maiuscole.
Nel panorama di una Trastevere sempre più sbilenca sull’offerta mordi e fuggi a uso e consumo dei turisti, la rinfrescata al Bir & Fud vale in termini di rinnovato impegno del trio Manuele Colonna, Leonardo Di Vincenzo e Fabio Spada nell’essere un pelo avanti rispetto alle tendenze dominanti.
Se questa affermazione vi suona esatta, è evidente che non solo sarà necessario per tutti i locali a tendenza birra artigianale di dotarsi di una valida mitragliatrice. Ma sapere anche come caricarla.
Qui, insomma, si vuole dichiarare la superiorità su tutti i locali che hanno cercato la strada facile alla birra artigianale seguendo una moda che è al tempo stesso promozione e dannazione del comparto.
Lo ha chiarito senza mezzi termini Leonardo Di Vincenzo, impegnato a portare il verbo della sua Birra del Borgo all’altro capo del mondo: “Era venuto il momento di fare il punto sulla birra artigianale dopo 7 anni di enorme sviluppo del movimento brassicolo in Italia”.
Come dire, c’è bisogno di separare il grano dal loglio o meglio il luppolo concreto da quello modaiolo.
B15A, lo studio di Architettura che si è occupato del restyling non poteva fare miracoli considerati spazi e limitazioni di concessione se non cercare di migliorare l’utilizzo della sala conviviale dedicata al cibo. E di dare una continuità spaziale al bancone della mescita su cui sono allineate le spine. Hanno ricreato un organo pronto a suonare le note di Colonna riportando il motivo di decorazione della volta negli apparecchi di illuminazione.
Pochi materiali ad effetto materico, scusate il bisticcio, poco spazio a divagazioni sul colore se non l’effetto black e dorato per richiamare le birre. Il resto è affidato alla selezione con il palcoscenico riservato a un birrificio che per un mese avrà a disposizione 5 spine in contemporanea. Una posizione che garantirà promozione del marchio e permetterà di far conoscere realtà non molto note un pubblico più ampio. In queste operazioni di marketing, il trio che guida Bir & Fud dimostra come al solito di non aver molto da imparare.
A tutti i semplici avventori, invece, sarà sufficiente seguire con dedizione le liste delle birre scelte ogni mese per ritrovarsi con una compilation delle migliori birre artigianali che potrebbe oscurare ogni tentativo di classifica. Anzi, la prova del 9 del gradimento sarà motivo per acclamare ulteriormente le singole etichette.
Le birre saranno disponibili anche in bottiglia. Che vista la potenza di fuoco delle spine sembra un paradosso. In realtà la cantina è ben fornita e consente di soddisfare la richiesta di birre da invecchiamento con una profondità di tipologie e annate che ci dicono essere un altro fiore all’occhiello del Bir & Fud.
Alla presentazione non si è visto Gabriele Bonci cui si deve lo studio delle pizze a lievitazione naturale cotte nel forno alle spalle della parete in rame. È lui che ha scelto anche un forno rotante e sarà curioso comprendere i motivi, probabilmente legati alla gran richiesta delle serate di punta, per un attrezzo che non sempre ripaga le attese.
Oltre a Bonci, a garantire equilibrio tra birre e cibo ci pensa Cristina Bowerman che innalza il livello dei suoi sforzi creativi e, dopo lo stellato Glass Hostaria (a poca distanza da Bir & Fud) e il contemporaneo Romeo Chef & Baker, cura la cucina di questo locale con una serie di assaggi al banco ispirati alle tapas. O con piatti pensati per sposarsi alle birre come l’agnello con la penetrante salsa BBQ home made.
Non vi resta che annotare la lista del mese di aprile per provare a costruirvi il vostro percorso. La suddivisione per generi dovrebbe facilitarvi nella scelta. Che siano le migliori birre del momento ci si potrebbe anche scommettere.
Le migliori birre per il mese di aprile
Resident
1 Reale
2 Via Emilia
3 Seta
4 Ligera
5 Tripel
6 Indian Brown Ale
7 Hoppycat
8 Quarantot
9 Saint Ambroeus
10 Perle ai Porci
Belgio
11 Bink Blonde
12 Saison Dupont
13 Darbyste
14 Pannepeut
Botti
15 Wild Solera
16 Old Antonia
17 1111 Liscia P
18 Imperiale P
Sour
19 Cantillon Lambic P
20 Cuvee de Ranke
21 Beerbera
22 Birrozzo
23 Rodenbach Grand Cru
24 Gose
Inghilterra
25 Orkney Cornkcrake
26 HopHead
27 Hoppiness
28 Madness
Franconia
29 Pils Gaenstaller
30 Keller Gaenstaller
31 Affumicator Gaenstaller
32 Weizen
Ingredienti Locali
33 Duchessa
34 Garbagnina
35 Bastarda Rossa
36 Parallelo
Il food
Le pizze, oltre alle classiche
Porco Pistacchio: calzone aperto e all’uscita viene farcito con Bufala, mortadella, pomodori
secchi e un pesto di pistacchi fatto da noi
Calzone con la scarola e fior di latte: la scarola viene prima saltata in padella con alici, olive
e capperi
Trifolata: base focaccia bianca con melanzane cotte nel forno a legna e funghi trifolati e all’uscita
aggiunta di bufala a crudo, Parmigiano Reggiano e basilico (la pizza più amata dai Francesi)
Regina Margherita: Margherita con bufala e Grana Padano in cottura.
Dalla cucina
Le Fatate: sottili e croccanti chips di patate
Il tris di supplì (amatriciana, gricia, carbonara)
La mozzarella di bufala di Raffaele Barlotti
Le costine d’agnello in salsa BBQ
Le polpette al sugo
Il calzone al metro
Bir&Fud. Via Benedetta 23. Roma
[Immagini: Marco Cenci]