Vinitaly 2014. Assaggi di vino in diretta dal salone, il lunedì
Il secondo giorno di Vinitaly 2014 inizia presto, molto prima dell’apertura ufficiale (e nonostante le scorribande della domenica). La nutrita fila di visitatori sta fuori, e deve aspettare un bel po’, ma io sono già dentro, a girare per gli stand, meravigliosamente vuoti.
Vado a vare le foto, chiacchiero, mi godo quella piccola finestra spazio-temporale, come se fossi in un limbo. Poi mi dico: ma perché non iniziare subito? Tanto durante il Vinitaly non ci sono regole nè orari, si maneggia il vino a qualsiasi ora [va peggio il wifi, il mio senso di orientamento, mentre voi sarete bravissimi a fare refresh della pagina per gli aggiornamenti che sono diciamo comodi].
Ed è per questo mi sento libera di aprire le danze con con Jeio Cuvée Rosé Brut Bisol (che avevo già assaggiato a Roma). Fare colazione con bollicine fa molto chic, e allora mi abbandono al perlage sottile e persistente, all’aroma di rosa, al colore rosato di tonalità quella giusta, al gusto inaspettatamente pieno ed elegante, dovuto al Pinot Nero e Merlot.
Mi sento più felice, più carica, poi mi giro e vedo il nome Bastianich (e non devo spiegare a nessuno chi è). Bene, ora posso avvicinarmi anch’io a questo Grand tanto chiacchierato. Vediamo, ci sarà un sorpresa?
Tra le proposte scelgo il classico: il Sauvignon friulano. Anno 2013, fatto completamente in acciaio. Cosa dire, è un tipico Sauvignon, abbastanza spigoloso e poco raffinato, senza infamia e senza lode. Della serie “l’abito non fa il monaco”, quindi non cascate sui nomi famosi!
Strada facendo, noto un bello stand, nel senso, costruito bene, illuminato in modo giusto, attraente nelle sue penombre e punti luce. Umani Ronchi. Le Marche. I vini in degustazione sono tanti, ma io voglio il meglio, così scelgo la linea Top. Vado sul rosso però, e così inizio con Cùmaro del 2009 (Montepulciano in purezza). Curiosa di scoprire qualche differenza tra Montepulciano abruzzese e quello delle Marche. In effetti, la freschezza e i tannini notevoli hanno entrambe le tipologie, ma quello marchigiano ha una nota salina, grazie ai vigneti sulla costa. Non dubito che il vino in questione può invecchiare almeno 15-20 anni, e vorrei riprovarlo quando sarà il momento.
Ora invece tocca al Pelago, sempre del 2009 (50% Montepulciano, 40% Cabernet e10% Merlot). Tutta un’altra storia: rotondo, morbido, per niente pesante. Giro la bottiglia: 14 gradi. Non lo direi mai, ed è anche per questo che merita essere conosciuto. Complimenti Umani Ronchi!
Sto per uscire da padiglione, ma con la coda dell’occhio leggo “acquabona”. Come acqua? Stiamo facendo degustazione dell’acqua? Faccio un passo indietro e capisco di aver sbagliato. No, non è semplice acqua, Acquabona è una località dell’isola d’Elba. Nel cestello con il ghiaccio c’è una bottiglia di rosé, di un bel color salmone. Incuriosita, chiedo di assaggiarlo. Insomma, come si dice, la scoperta è dietro l’angolo. Non mi è mai capitato un Elba Rosato, anche se lo producono da almeno 25 anni, così mi spiega il gentile oste. La bottiglia di oggi è del 2013, 70% Sangiovese e 30% Syrah. Molto floreale, molto fresco. Da bere sicuramente in estate, all’ombra di un pergolato, con qualche bel piatto di crostacei.
Se vi chiedendo se amo solo bollicine e vino, vi dico che mi piace anche l’acqua. Di un centro benessere, però.
Oggi ho definitivamente litigato con le connessioni cellulari.
Per fortuna che nel frattempo ho incontrato lo stand dello Champagne Margherite Guyot, ambientato in un piccolo spazio in mezzo alla fiera, allestito come un locale degli anni 20. Colori caldi carichi, accesi, un bel rosso porpora, oro, cristalli e specchi, ma anche il pianoforte con un pianista ed anche un cantante. Chicchissimo. Champagne a fiumi, in una bella atmosfera da festa e finger food a base di tartufo nero e uova di trota.
Uno spuntino da Contadi Castaldi è stato breve ma intenso: un bel Rosé fresco, millesimato, per accompagnare una ribollita (cibo sano, si, dopo i fiumi dell’alcol), per passare a Soul, un saten, con alle spalle 63 (!) mesi passati sui lieviti. Da gustare con i formaggi freschi.
E domani sarà un altro giorno di connessioni. Io le preferisco con una bottiglia piuttosto che con il cellulare. Ditemi che anche per voi è così!
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