Bistrot. Dove mangiare con strepitoso rapporto qualità prezzo come da Roseval a Parigi?
Parigi val bene un bistrot. Da Milano a Roma è tutto un guardare alla Ville Lumière. Si cerca la bistronomia.
Tra gli indirizzi per mettere insieme qualità e prezzo c’è la migliore tavola del 2013 per Le Fooding (dal 2014 i premi sono declinati diversamente): Roseval.
Ai fornelli c’è un italiano, sardo, giovanissimo, Simone Tondo, assieme a Micheal Greenworld.
Per me è amore a prima vista. Bancone in ottone, muri semi grezzi, tavoli in legno vissuto, il personale giovanissimo che si prodiga in spiegazioni meticolose dei piatti e degli abbinamenti con il vino. I tavoli sono molto ravvicinati come vuole la tradizione francese ed è inutile dire che è sempre pieno.
Non c’è possibilità di scelta in quanto il menù è fisso e cambia solo una volta ogni due settimane, più o meno. Ma dipende da ciò che offre il mercato, quindi dalle stagioni. La tendenza di tutti i bistrot parigini.
Il menù degustazione è composto da 4 piatti a 45 € e poi può essere arricchito da formaggi, foie gras oppure l’abbinamento piatto – calice ovviamente aggiungendone il costo.
Scegliamo per la cifra di 70 € il solo menù con l’abbinamento vini.
- Uovo, acciuga, carciofo
- Merluzzo, piselli, pomodori ciliegini
- Agnello, broccoli, champignon
- Sambuco, rabarbaro, fragole
I vini abbinati sono:
- Vej 2005 del Podere Pradarolo.
- Beaujolais Villages 2012 di Laurence e Remi Dufaitre
- Solonero 2008 di Mastricci
- Domaine les sablonettes – Le quart d’heure ange vin
Una cena al di sopra delle mie aspettative con piatti equilibrati e delicati. E abbinamenti dei vini centrati.
Metto in fila i motivi, già analizzati, che hanno decretato il successo del Roseval per considerare gli ingredienti da miscelare per raggiungere la bistronomia perfetta. E per verificare se c’è qualche ristorante in Italia che gli si avvicini.
- Esterofilia. Sarebbe come dire che in testa ai ristoranti italiani c’è un cuoco tedesco o francese. O che la migliore pizzeria in Italia non fosse napoletana. Come dite, può accadere?
- Tavolini stretti. Conoscete ristoranti in Italia con posti così ravvicinati?
- Menu fisso. Zero variazioni, prendere o lasciare. Anche in Italia esiste questa possibilità.
- Doppio turno. Una chimera per i ristoranti di qualità. Il doppio turno è possibile solo nella ristorazione dozzinale. Ma non è così nelle migliori pizzerie, per esempio.
- Piatti ignoranti. E’ così che Simone Tondo definisce i suoi piatti. Io penso all’ignoranza di qualche tavola romana e mi sembrano dannatamente vicini.
- Cucina piccola. A Parigi, Rino di Giovanni Passerini si trasferisce anche per spazi troppo piccoli. Ma quanti sono i ristoranti delle nostre principali città che hanno cucine piccine picciò e sono così buoni?
- Chef volante. Lo chef che serve al tavolo in Italia non è più una novità. Convinti?
- Conto leggero. 45 € per 4 piatti esclusi vini e acqua. In Italia forse riusciamo anche a fare meglio.
Io, intanto, per ritrovare alcuni di questi punti caratteristici in tavole italiane vi fornisco 5 nomi. A voi cercare le corrispondenze e aggiungerne di altri.
E ora tocca a voi. Sotto con la tastiera.
[Immagini: Lollove, Facebook, Christian Sarti]