La Nutella non aumenta di prezzo ma torta e gelato alle nocciole sì
Gli amanti instacabili della Nutella di tutto il mondo sono in fibrillazione.
Voci incontrollabili sui repentini aumenti delle prezzo della nocciola (causate dalle gelate che hanno subito i raccolti nelle regione del Mar Nero in Turchia), elemento indispensabile per creare la più goduriosa crema spalmabile al mondo, rischiano di farla diventare un bene di lusso non più alla portata di tutti i portafogli.
Sono però fioccate subito le smentite. Il presidente della Ferrero, Francesco Paolo Fulci, si è affrettato a dichiarare che: “non c’e’ alcun allarme nocciole: la Ferrero continuerà a offrire la Nutella nella quantità richiesta dai consumatori e sarà della stessa qualità, quello di una diminuzione dell’offerta di nocciole è un problema ricorrente negli anni e c’è da stupirsi che si sia parlato tanto di quest’argomento”.
In realtà le nocciole all’interno della lista ingredienti della Nutella sono presenti nella percentuale del 13%, piccola cifra se confrontata con quella delle creme spalmabili artigianali. Inoltre Ferrero da anni sta investendo nell’acquisto di terreni e di aziende produttrici di nocciole anche in Sud America (ed ha ricevuto offerte per stabilire piantagioni in India) non solo nei tradizionali paesi vocati a questa produzione, per essere meno dipendente dalle oscillazioni dei mercati.
A luglio l’azienda piemontese ha concluso l’acquisto della turca Oltan, uno dei leader mondiali nella produzione e commercializzazione di questa frutta secca.
Saranno pasticceri, cioccolatieri e gelatieri ad affrontare gli aumenti dei costi nell’acquisto delle nocciole.
I prezzi, anche di quelle prodotte in Italia, da questa primavera, quando si sono diffusi i primi dati catastrofici sulla produzione turca, sono balzati immediatamente all’insù registrando un +60% in poco tempo.
Ma sono tutti aumenti giustificati?
Diamo un po’ di numeri.
Le gelate ad aprile in Turchia hanno comportato un calo dei raccolti di questo Paese che da solo fornisce il 70% della produzione mondiale (il resto arriva da Italia 13,4%, USA 4,1%, Spagna 2,8%, e dagli emergenti Azerbaijan 2,2%, Georgia, Iran e Cina, circa 1,5%).
Un calo però che si è rivelato inferiore alle pessime previsioni iniziali (la cifra era di sole 387.960 tonnellate) che avevano fatto drizzare i capelli in testa a molti analisti.
I dati della Olam International prevedono per il 2014 una perdita di un terzo della produzione turca: dalle 800mila tonnellate circa passerà alle 520mila reali (prezzo di un chilo da 3,5 euro di inizio anno ai 6 euro scarsi di oggi).
Però, se queste cifre saranno confermate, la produzione globale stimata di quest’anno sarà di poco inferiore a quella del 2013 che fu di 572.375 tonnellate (fonte Ordu Commercial Exchange), anche tenendo conto dei dati aggiornati (al 18 agosto) dei coltivatori turchi che hanno portato a rivedere le stime del raccolto 2014 in ribasso a circa 500mila tonnellate.
Circa 70 mila tonnellate in meno, dunque.
Numeri che non giustificano gli aumenti attuali di oltre il 60% dei listini in un anno.
Allo stesso tempo si nota chiaramente un fenomeno speculativo simile a quello vissuto in Italia quest’estate e che ha riguardato la Nocciola Piemonte: i coltivatori che hanno in deposito materia prima non la immettono sul mercato, rimanendo alla finestra in attesa di un ulteriore aumento dei prezzi. E questi rimangono alti senza scendere, proprio perché diminuisce la disponibilità per chi è intenzionato ad acquistarla.
Un cane che si morde la coda.
Parlavamo dell’Italia, ma qual è la situazione dei raccolti nel nostro Paese?
Gli esperti in Piemonte stanno festeggiando perché si prevede un’ottima annata.
Quantitativi più alti rispetto al 2013, con prezzi che, trainati dalle notizie sugli scarsi raccolti in Turchia e in Spagna, si prevedono mediamente più alti del 25%-30%.
Non solo nelle Langhe ma anche nelle terre dove si coltivano la Tonda Gentile Romana e la Tonda Avellinese.
Il prezzo delle nocciole italiane è proporzionato alla richiesta di mercato e tarato anche su quello della concorrenza straniera: essendo di maggior pregio qualitativo ‘deve’ costare di più.
Questi apprezzamenti si tradurranno in rincari su tutti quei prodotti artigianali che utilizzano nocciole e che compreremo a partire da questo autunno.
Barrette di cioccolato, creme spalmabili, pasticcini, gelati e persino gli ingredienti delle torte casalinghe che ci cuciniamo a casa aumenteranno di prezzo. Compresa la crema Nutella style di cui conoscete la ricetta.
A voi fare le scorte al momento giusto per l’indispensabile torta di nocciole. Sapendo che nel mondo globalizzato i trader giocano a far soldi con i prezzi delle materie prime piuttosto che con l’alta finanza (e prossimamente toccherà al cacao, trainato dall’aumento della domanda in tutto il mondo…)
[Link: nocciolare, www.ordutb.org.tr, laStampa. Immagini: mypersonaltrainer.it, columbian.com, businessinsider.com, targatocn.it, www.agra-net.net]