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19 Settembre 2014 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 18:24

Milano. Smøøshi, cioè ristorante dove mangiare sushi alla danese a 3 €

Smøøshi è il nome di un nuovo (tre mesi?) locale in via Vincenzo Monti a Milano. Sottotitolo: “Quando la tradizione danese incontra i sapori italiani,
Milano. Smøøshi, cioè ristorante dove mangiare sushi alla danese a 3 €

Smøøshi è il nome di un nuovo (tre mesi?) locale in via Vincenzo Monti a Milano. Sottotitolo: “Quando la tradizione danese incontra i sapori italiani, nasce Smøøshi”.

Tutto nasce da un soggiorno di alcuni mesi in Danimarca del titolare del locale che ritorna con una “insana” passione per la cucina danese. Per dire – cosa sappiamo noi comuni mangianti della cucina danese? Carboidrati, formaggi, carne, pesce, aringhe, birre (Ceres, Carlsberg, Tuborg). E, va be’, il Noma ristorante numero uno al mondo.

Invece in Danimarca ci sono diverse cose interessanti, come il ristorante Bror o lo Smørrebrød, ovvero “burro e pane” (Smor og Brod), che ritroviamo peraltro in tutta la cucina scandinava: un panino “aperto”, di pane di segale, opportunamente rivestito e riempito e decorato di ingredienti, dalle aringhe in qua.

smooshi

Bene: il giovane imprenditore torna in Italia, prende l’idea e la struttura dello Smørrebrød, e la filosofia del Sushi, li ambienta in area mediterranea, italiana, ed ecco lo Smøøshi.

Tre basi diverse: pane nero, riso giallo, polenta di mais. Vengono arricchite appunto con ingredienti vari, di stagione, pesce, carne, verdure, formaggi, e proposti in due tagli, small a 3 € e large a 6 €.

smooshi piatto

Lo dico subito: mi sono contenuto, di small ne ho assaggiati solo sei, e un solo large gourmet (8 €). E un solo dolce (6 €).

  • Base al riso giallo, con Mousse al nero di seppia con calamari brasati in padella, zeste di limone e pesto di prezzemolo: non male, forse un po’ duri i calamari
  • Base al riso giallo, con Crema di pisellini verdi con trancetti di ossobuco in gremolada agli agrumi: ottimo, una “rivisitazione” sensata (ricordo con un certo disagio l’Ossburger assaggiato da Baladin: un hamburger di ossobuco assai poco sensato) – c’era anche il midollo!
  • Base di polentina gialla, con Baccalà mantecato su crema di cipolle rosse di Tropea caramellate e julienne di salvia fritta: buono buono
  • Base di polentina gialla, con Bocconcini di salsiccia su crema di funghi profumati al rosmarino e foglie di Pecorino romano: buono
  • Base di polentina gialla, con Mousse di zola con mezza pera caramellata in forno, ripiena di tartare di noci laccate al miele: ottimo
  • Base al pane nero, con Crema di asparagi, tuorlo d’uovo fritto in crosta di mais e insalatina estiva di melone, sedano e basilico: ottimo
  • Gourmet: Pane nero con parfait de canard, trancetti di manzo scottati, cipolla rossa di Tropea caramellata e salsa al cassis (porzione large): buono, peccato la carne, anche qui, un po’ dura

dolce

I dolci vengono direttamente da Sugar, ottima pasticceria situata sul marciapiede opposto, e riprendono il concetto dello Smøøshi. Ottimo e più quello che ho scelto, con base di meringa, chantilly all’arancia e pistacchio in granella.

Un bicchiere di Langhe Arneis, 5 €. “Gradisce un passito per accompagnare il dolce?” Sì, certo. Buono, 6 €.

Il locale richiama uno stile diciamo scandinavo, essenziale e minimale, blu scuro, legno chiaro, metalli (ma io ho mangiato fuori: gradevole). La realizzazione è dello Studio ColomboBartali, che hanno al loro attivo alcuni delle aperture food più recenti della scena milanese (Meatball Family, Drogheria Plinio) e non solo (Contessa de’ Paschei). Molto gentile il personale, prodigo di spiegazioni e consigli. Anche menù per bambini.

In conclusione? Evidentemente, l’esperimento è stato soddisfacente – e sarei andato avanti con gli assaggi, ma perché togliermi la soddisfazione di tornarci? Chi viene con me?

Smøøshi, via Vincenzo Monti 27, 20145 Milano, tel 0278622016

 

Argomenti:
Milano
Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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