Milano. Bottega Ghiotta ma solo nel nome dopo la delusione della frittura di paranza
Mi capita spesso di cominciare i miei pezzi di incursione alimentare con la meraviglia per un nuovo locale spuntato dal nulla, o quasi. Anche l’altra sera, passando dopo un po’ di tempo dal lato meridionale di piazza Diaz, ho trovato un nuovo ristorantino, aperto mi dicono da poco (su Facebook da fine agosto): Bottega Ghiotta. Healthy e Genuine. Sottotitolo, a rimarcarne la recenziorità, “Since 2014”.
L’aspetto è piacevole e moderno, cucina a vista, soffitto alto, soppalco, tubature che si rincorrono. La zona è centralissima, a pochi passi dal Duomo, dal Museo del ‘900, da Palazzo Reale, dall’Arengario – eppure non è mai uscita del tutto dall’essere una zona di passaggio, anche nonostante i mercatini che di tanto vi si tengono (antiquariato, pittura, libri antichi…), tanto che le vetrine chiuse si stanno moltiplicando. A parte quelle occupate adesso dalla Bottega, è chiuso ad esempio il bar Samarani, un paio d’anni fa entrato in un’inchiesta per mafia, è chiuso un ufficio di rappresentanza della Regione Sardegna, hanno chiuso e cambiato gestione Il Panino Giusto e la michetteria Mica…
Ma torniamo alla Bottega Ghiotta. Tale (ghiotta) solo nel nome, direi: il menù, attaccato in vetrina, sciorina antipasti, primi, secondi, pizze, insalate paste (10-15 proposte per tipologia) abbastanza interessanti, assieme certo a qualche piatto più ordinario.
Ho saltato gli antipasti, anche se il “Sauté di mare” sicuramente incuriosiva; ci sono anche Polipetti alla Luciana, taglieri e carpacci, Ghiotto marinato, Mela pesto melanzana di bufala dop, Millefoglie di bufala e gamberoni – dai 7,50 ai 13,50€.
Non male i Ravioli – ripieni di ricotta e pistacchi, sugo di pomodorino giallo, granella di pistacchi e scaglie di pecorino (11 €); gli altri primi piatti (da 9 a 12 €) comprendono paccheri, spaghetti alla Nerano, linguine con colatura di alici o scampi e ceci, risotti (alla carbonara, asparagi e bottarga), tagliatelle al cacao e (piatto d’antan) pennette vodka e salmone – che proverò senz’altro.
Sui secondi, la mia scelta è caduta male, ahimé. Tra filetti (maialino, manzo in crosta alla birra o al cioccolato), cotoletta alla milanese, bistecca di tonno e hamburger di crostacei (tutti fra i 12 e i 22 €), ho preso la Frittura mista di paranza (12,50 €). Mi si è presentata come una montagnola di pesci fritti, di dimensioni varie (in un piatto troppo piccolo), con qualche fetta di carota brasata.
Alcuni pesci mi sono disintegrati sotto la forchetta, troppo mollicci, un paio avevano quello che mi è sembrato un retrogusto vagamente ammoniaco, altri ancora indecisi nel gusto… Insomma, sono stato sfortunato, ho scelto quello che mi si dice essere uno dei piatti più apprezzati del locale in un’occasione in cui è sfuggito al controllo della cucina. La ragazza del servizio al tavolo si è scusata molto, ci è rimasta male – non una parola dalla signora alla cassa, evidentemente proprietaria o direttrice o qualcosa del genere, al momento del conto.
Amareggiato, non ho particolarmente apprezzato il dolce, una fetta di pastiera.
Peccato. Mi riservo come sempre una prova d’appello fra qualche tempo: la mia è stata una sola cena, una sera, magari sono solo stato sfortunato. E forse voi potreste confermarlo.
Bottega Ghiotta. Piazza Diaz 6, Milano, tel +39 0272080366