Cilento. Silva Plantarium, il vino di Mario Donnabella che fa sognare
Stanotte ho fatto un sogno. C’era un vecchio casolare in pietra e un signore con dipinte sul volto saggezza, esperienza, umiltà, profondità, sensibilità. E tante altre virtù che rendono l’essere umano uomo. Intorno a questa vecchia casa dove lui stesso era nato, c’erano tantissime piante, perché lui nel sogno aveva un vivaio e viveva di questo.
Aveva più di duecentomila piante, mantenute in vita grazie ad un sistema biodinamico creato e studiato da lui con una serie di laghetti, per ridurre al massimo il consumo d’acqua nel territorio. Perchè lui è uno che la terra la rispetta davvero. E poi una meravigliosa collina dove la vista non raggiunge casa alcuna, ma solo ulivi e vigne.
Il signore ha iniziato a raccontarmi che aveva piantato santa sofia (da non confondere con fiano), aglianico e aglianicone, vitigni autoctoni della zona, da circa quattro anni, conservati in anfore di terra cotta come facevano gli antichi in e non in botti di legno, che secondo lui alterano il sapore del vino.
Quest’anno lo inizierà a vendere con una nuova etichetta, non più con il suo nome, ma con uno più legato alla terra che lo produce. Silva Plantarium si chiamerà, ma mi ha chiesto di non dirlo a nessuno. Il nome deriva dal latino bosco delle piante, perchè in fondo quel luogo non è macchia mediterranea con tante piante, che gli hanno sempre permesso di sopravvivere e a cui lui in cambio ha sempre dato il rispetto che si meritavano. Le piante sono come vicini di casa per lui, anche perchè su quella collina c’è solo lui con la sua famiglia.
Poi sempre nel sogno, a pochi passi c’era come un borgo di poche case. Io intanto assaggiavo il suo vino e sentivo tutta la potenza di quel volto, di quel territorio, di quella storia. Lui mi raccontava che avrebbe voluto fare tante altre cose lì, come ad esempio portare un po’ di turismo attraverso dei percorsi tra le sue terre, raccontandosi. Ad esempio nel sogno mi diceva che quel casolare si chiamava Casino Cardinale, perchè in passato i casino erano delle seconde case dove si andava nei periodi di caccia o di festa.
Prima apparteneva a certa gente che stava a Roma, così erano stati soprannominati Cardinale. Il signore mi ha confessato che spera tanto che anche sua figlia, dopo essersi laureata in Scienze Politiche a Siena, dia lo stesso amore a quel pezzo di terra che gli ha dato il padre: è uno degli insegnamenti più importanti che le ha passato il rispetto per la terra.
Poi mi sono svegliata, e mi sono accorta che non avevo sognato: Mario Donnabella esiste davvero, Borgo Cerreto anche ed è in Cilento, in provincia di Salerno, tra Torre Orsaia e Rofrano.
E così il suo vino lo troveremo presto nelle più importanti fiere enologiche a venire, quando giungerà ricco e corposo direttamente dalle pendici del Centaurino.
Mario Donnabella. Borgo cerreto. Torre Orsaia (Salerno). Tel. +393493463252