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16 Marzo 2016 Aggiornato il 17 Marzo 2016 alle ore 08:14

Garofalo ribatte: un errore il sequestro di 1 milione di chili di pasta che danneggia un’azienda premium

La notizia riportata da Repubblica e ripresa da Scatti di Gusto relativa al sequestro di 1 milione di chili di pasta della Garofalo al porto di Genova
Garofalo ribatte: un errore il sequestro di 1 milione di chili di pasta che danneggia un’azienda premium

pasta Santa Lucia Turchia sequestrata

La notizia riportata da Repubblica e ripresa da Scatti di Gusto relativa al sequestro di 1 milione di chili di pasta della Garofalo al porto di Genova sarebbe inesatta.

L’Ufficio Stampa di Pasta Garofalo ha specificato la situazione che ha portato al sequestro (tra l’altro avvenuto già da qualche mese) sottolineando come si tratti di pasta prodotta da un brand diverso della società e come sia specificato nell’etichetta (riportata in foto) che il “Country of origin” sia la Turchia.

Il sequestro, si apprende oggi, è al centro di un contenzioso con la società produttrice di una delle paste più conosciute in Italia e all’estero.

Ecco copia incollato il commento ufficiale della società affidato direttamente all’amministratore delegato.

L’ingegner Massimo Menna, amministratore delegato del Pastificio Garofalo ha così commentato: “Sono sinceramente sorpreso dalle notizie riportate che hanno l’unico effetto di danneggiare aziende che da sempre creano valore per se stesse e per il Paese, e che agiscono sempre nel pieno rispetto delle regole. La qualità e la trasparenza sono sempre state le priorità per il nostro Pastificio, sia che si tratti di prodotti “Made in Italy” – come la nostra linea premium e molti altri brand che escono dal nostro stabilimento di Gragnano – sia che si tratti di linee prodotte altrove per altri mercati, come la linea Santa Lucia di cui si parla nel caso specifico, nata e destinata da sempre al mercato africano. Proprio per l’importanza che diamo a qualità e trasparenza tengo a chiarire i diversi e importanti aspetti della vicenda”.

In merito a quanto riportato nel pezzo “SPAGHETTI TURCHI SOTTO SEQUESTRO”, il Pastificio Garofalo intende chiarire con estrema fermezza i diversi aspetti erroneamente ricostruiti:

  • 1) Innanzitutto il prodotto di cui si parla non è in alcun modo parte della linea Pasta Garofalo che, come noto, è un brand premium la cui produzione avviene da sempre negli stabilimenti di Gragnano; 2) Il prodotto di cui si parla fa parte della linea Santa Lucia, storico brand di proprietà del pastificio nato quasi quarant’anni fa appositamente per il mercato africano, a cui è tutt’ora destinato, e non raggiunge pertanto gli scaffali italiani né di altri Paesi europei; 3) Il prodotto NON E’ STATO IMPORTATO in Italia, ma è stato sequestrato allo “stato estero”. La merce, infatti, come specificato su tutti i documenti d’accompagnamento alla spedizione, era diretta in Africa, ed è transitata nel porto di Genova nelle apposite aree solo per una mera necessità di trasbordo da un vettore all’altro; 4) La scelta del Pastificio di produrre tale linea in Turchia è stata presa, in accordo e nell’interesse anche della clientela africana, con il preciso obiettivo di mantenere vivo il brand sul mercato, perseguibile solo attraverso l’abbassamento dei costi per arrivare ad un prezzo adeguato rispetto a quello dei competitor stranieri, ed in particolar modo turchi. La qualità del prodotto non è inferiore a quella dichiarata e alla nostra azienda non sono mai stati notificati i risultati di presunte analisi; 5) Come attore rilevante del “Made in Italy”, il Pastificio Garofalo è da sempre impegnato nella protezione della qualità che la definizione implica, e non è responsabile di alcuna violazione. Le confezioni del prodotto SANTA LUCIA, come risulta dall’Ordinanza di convalida del sequestro, sono contrassegnate dalla dicitura “Made in Turkey” .

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