Il vermouth di Casa Martini dedicato a me ubriaca di felicità
Il Piemonte è forse una delle regioni più complete del territorio italiano: per la sua raffinata eleganza, il suo potenziale turistico esplosivo tra arte, natura e borghi incantevoli, perché si mangia, e soprattutto si beve divinamente.
A Pessione si trova la sede storica di Martini e Rossi, il nome che ha fatto conoscere il Vermouth al mondo e di cui oggi possiamo conoscere la storia leggendo alcuni libri.
Il Vermouth, mitico vino liquoroso, si prepara ancora con l’antica ricetta di Carpano del 1854 e del quale Giustino Ballato – co-founder di Vermouth Anselmo – è straordinario ambasciatore.
Casa Martini è un luogo dove si respirano storia e orgoglio per ciò che si è costruito, la visita al museo enologico è emozionate e istruttiva, ma la vera sorpresa è l’Academy.
Una sala – laboratorio nella quale si tengono le lezioni e lì ho vissuto la meravigliosa esperienza di fare il “mio” Vermouth, come un piccolo chimico ma nel paese dei balocchi.
Ho scoperto che al vino base (Catarratto e Trebbiano, alcol e zucchero) si aggiungono gli estratti aromatici ottenuti da erbe e amaricanti. Goccia a goccia, perché sono molto concentrati. Poi il prodotto si avvicina al naso. Lo senti, lo assaggi. E lo aggiusti.
Mi sono divertita a creare il Vermouth Egyzia: piuttosto amaro, ma con un profumo equilibrato (uno su tutti, l’arancia amara). Di un rosso deciso, anche se il vino base è bianco.
Il Vermouth può essere anche colorato, ma solo con il caramello cioè l’unico colorante naturale ammesso.
Lasciata Pessione, mi sono spostata a Chieri che ha bel centro tutto in pavé (e il consiglio è di lasciare i tacchi a casa).
Profumi intensi di tiglio, ciliegie e pane colpiscono da subito. Come il logo della manifestazione: la vite che forma un bicchiere, la vite che si fa tramite del territorio.
Di Freisa in Freisa è una manifestazione nata anni fa per far conoscere il vitigno principe della zona.
Fiera di paese che si è trasformata in un evento di concreta crescita grazie a Luca Balbiano delle omonime cantine, presidente del Consorzio della Freisa di Chieri, i ragazzi di Eat Piemonte e il Comune di Chieri.
Conoscevo poco la Freisa, e ho scoperto che non è tutta uguale: quella d’Asti è più delicata, quella di Chieri ha la componente tannica più marcata.
Inoltre avevo una curiosità su tutte: viene spumantizzata anche con metodo classico? E guarda caso, la prima degustazione al Lounge, dove si sono tenuti gli interessanti workshop, era proprio di bollicine.
Gianpiero Gerbi e Luca Balbiano ci hanno insegnato a scoprire questo vitigno.
Freisa è meno conosciuto del Nebbiolo, che è suo parente, e che ha vissuto alterne vicende: tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 era considerato un vitigno di lusso, e il vino tra i più richiesti a Torino.
Poi la fillossera, le mode che cambiano, e gli spietati espianti degli anni ‘80 e oggi questo vitigno è stato ricoperto con le tecniche e le conoscenze di adesso.
Del Freisa si è spesso detto fosse un vino rustico, dal tannino possente, ma forse semplicemente perché le uve venivano vendemmiate prima del tempo, e la vinificazione lasciata un po’ al casa.
Oggi le cose funzionano diversamente, e si sente. Ci sono sempre quei sentori vivacissimi di lampone e rosa, invece colori e profumi cambiano con la differente vinificazione. Seducenti e decisi, con quel tannino che arriva a riequilibrare tutto e a stupirti con il suo carattere.
Un po’ come fa il Piemonte, che trova sempre il modo di conquistarmi.
Consorzio di Tutela e Valorizzazione delle DOC Freisa di Chieri e Collina Torinese
Azienda Vitivinicola Balbiano. Corso Vittorio Emanuele, 1. Andezeno (Torino). Tel. +39 0119434044
Terrazza Martini di Pessione. Piazza Luigi Rossi, 2. Pessione. Chieri (Torino).Tel. +39 011 94191
[Testo: Maria Teresa D @egyzia. Immagini: balbiano.com/Massimiliano Sticca, Fandb News]