Carrù. Osteria del Borgo per mangiare la cucina piemontese a prezzi strepitosi
Dici Carrù e non puoi fare a meno di pensare al Bue Grasso e alla fiera che celebra la carne dagli inizi del secolo scorso (ma di mercati del bestiame qui se ne parla dal ‘400).
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L’appuntamento è due giovedì prima del Natale e gli appassionati di carne e delle migliori macellerie trovano “pane” per i loro denti.
L’usanza vuole che i ristoranti di Carrù siano aperti sin dalle 6 del mattino per accogliere gli infreddoliti partecipanti alla fiera con la colazione del viandante. Dimenticate cappuccino e cornetto. Qui si gioca sul serio e si mangia carne cruda, ravioli in brodo, trippa e il Re Bollito, comprendente di tutti i sette pezzi con sette speciali salsine, e per finire il dolce, il tutto annaffiato da un buon vino locale.
Il corsivo è dell’Osteria del Borgo, locale raccomandatomi in lungo e in largo da amici langaroli. Parlare di bollito sul far di maggio vi sembrerà un po’ fuori stagione, ma l’aria frizzante della sera e la tradizione (non ho chiesto se in mezzo alla canicola agostana danno uno stop alla produzione di mezzodì e a cena del gran bollito) sono un viatico che va oltre il calendario.
Nell’incontro tra filosofia sabauda e slow borbonico (siamo qui per celebrare la pizza con un inedito format in outlet) abbiamo fatto quel tanto tardi per non potervi offrire un’immagine del sontuoso carrello dei bolliti.
Ma non ve ne fate cruccio e segnate l’indirizzo dell’Osteria del Borgo perché non ve ne pentirete. I fratelli Daniele e Paolo Lubatti dirigono un locale di famiglia – mi verrebbe da dire e lo dico – verace di cucina piemontese.
E noi, manipolo napoletano, ci siamo trovati benissimo.
Il lardo vi introduce al percorso di carne.
Buonissima la carne cruda all’albese condita con olio, limone e un po’ d’aglio (8 €).
Il vitello tonnato ha una salsa che finisce spazzolata anche sul pane (6 €).
Trovate anche un piatto non di carne ben fatto: un flan di verdure con fonduta d’alpeggio (e in menu c’è anche il fritto misto di sole verdure).
Non che si voglia convincere qualche vegetariano di andare all’Osteria del Borgo, sia chiaro.
Anche perché la tentazione è forte e la carne è debole anche di fronte all’infilata dei primi piatti.
Raviolini in brodo (8 €), tajarin al ragù di bue (10 €), ravioli del plin burro e rosmarino (10 €) tutti da manuale.
Ed eccolo il carrello del bollito che potrebbe chiamarsi 7 salse per 7 bolliti. I pezzi della tradizione sono testina, lingua, scaramella, muscolo, punta di petto, sottile, coda.
All’Osteria del Borgo abbinano salse della tradizione piemontese come il bagnèt verd praticamente irrinunciabile e di altre regioni (mostarda strabuona) per arrivare al rafano in olio e aceto oppure tinto di barbabietola, che sa di wasabi e di oriente, o la cugnà di mosto.
Una delizia che meriterebbe un pasto di solo bollito con porzioni che sarebbero ciclopiche se precedute da antipasto e primo piatto (18 €).
Chiudiamo con un altrettanto convincente carrello dei dolci su cui spicca il budino con amaretti e la crema allo zabaione.
La carta dei vini è un florilegio piemontese con etichette molto interessanti. Noi ci siamo tenuti leggeri con un barbaresco ma probabilmente l’abbinamento perfetto è con un dolcetto. Sarà per la prossima volta.
Suona un po’ singolare che l’Osteria del Borgo non abbia la chiocciola Slow Food, ma loro sono a due passi e quindi le possibilità di molteplici assaggi permettono valutazioni più accurate.
O forse siamo stati fortunati ad imbroccare la sera perfetta.
A voi il piacere di confermare il giudizio o di indicarci altri locali che facciano del bollito e della cucina piemontese verace a prezzi molto buoni. All’Osteria del Borgo il menu degustazione (carne cruda all’albese, raviolini in brodo, bollito con 7 salse e un dolce) viene via a 32 €.
Non male, non vi pare?
Osteria del Borgo. Via Garibaldi, 19. Carrù (Cuneo). Tel. +39 0173 75 91 84