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Birra
11 Febbraio 2011 Aggiornato il 6 Aprile 2019 alle ore 20:05

I quasi eroi bevitori del blog una birra al giorno (per un anno intero!)

Gli eroi esistono, e sono tra noi. Vestiti da grigiolini Clark Kent o da jeansaioli semianonimi, svariati Supermen, Omoragno, Zoro e qualche Calamity Jane
I quasi eroi bevitori del blog una birra al giorno (per un anno intero!)

Gli eroi esistono, e sono tra noi. Vestiti da grigiolini Clark Kent o da jeansaioli semianonimi, svariati Supermen, Omoragno, Zoro e qualche Calamity Jane (ma quelle in genere si riconoscono) ci attraversano la strada sulle strisce, fanno la fila con noi al supermercato, leggono il coriered’ooosporte sul piano del frigo gelati, invernalmente spento, al bar. E noi non ce ne accorgiamo. Questo, esattamente questo, pensai quando mi dissero – e lui confermò – che Luca Maroni, di cui ho recentemente scritto qui in Scatti, si assaggiava da solo (!) qualche decina di cartoni di vino al giorno, o giù di lì. Questo ho (ri)pensato quando mi sono imbattuto in Una Birra (in bottiglia) al giorno il cui titolare, salvo un pudico “quasi” aggiunto nelle note a latere, garantisce appunto l’assaggio quotidiano a scopo recensione brassicola 365 dì every year (366 nei bisestili).
E se c’hai la colite, mi sono chiesto io? E se stai due giorni (sarà capitato anche a voi, once in a lifetime… forse…) avvitato a letto con un/una tizio/a, diciamo tipo luna di miele, che fai: ti scusi, ti alzi, vai di là, ti fai attentamente criticamente e concentratamente (scusate, l’abuso d’avverbio è colpa di Cetto-Albanese) la birretta, poi butti giù le note, fotografi l’etichetta (!!), posti, e torni di là riprendendo a zompare la/il partner, con un piccolo ma significativo rischio eccesso gas?

Questo mi sono domandato. E ho anche alzato un sopracciglio supponentino e sfottitorio, prima di:
1) Smettere di chiamare la birra, anzi le birre, “una birretta”, come fanno gli ignari residui e numerosi, essendomi a mia volta nel frattempo motivatamente appassionato
2) Scoprire che il “birralgiorno man” sono in realtà più d’uno, e dunque possono darsi il cambio: se uno di loro, cioè il magico “unabirralgiorno” capo, che forse mi viene da pensare è solo un’etichetta complessiva – oltre che un nom de mouse, la plume essendo ormai desaparecida – sta di là a fare l’apprendista Siffredi, l’altro (che sia Andrea, Scheggianera o Ginolino, rispettivamente da Sousse, dall’Italia generica o da Firenze), subentrano e postano birra, etichetta, riflessioni pensose, valutazioni organolettiche, etc. etc.

Che vi debbo dire? A me questo posto web di ragazzi senza faccia (non mettono foto) ed età compresa tra i quasi 30 e gli appena over 50, piace.
Mi gusta lo stile pulito, sobrio, che non se la tira, ma consapevole di sé, tanto che c’è (scelta di netiquette ed editoriale insieme) sempre pure la english version. Mi gusta molto l’asciuttezza didascalica dei commenti, supportata da palese ottima cultura specifica. Mi piace la puntualità cronistica (ahi quanti pochi altri di noi bloggaroli ne hanno contezza e puntiglio) con cui vengono annotate per ogni birra lotto, scadenza e prezzo vero della bottiglia recensita. Adoro il pur inevitabile eclettismo (se il contratto è una al giorno, te tocca falle tutte, mica poi stà là a fa troppo lo schizzinoso) con cui si trabalza dalla Keto Reporter dell’old boy Leonardo del Borgo alla leggendaria (ma poi concordo, non tanto di beva, non tanto da secchio, per dirla con Scatti) incazzosa BrewDog Punk Ipa raccontata tra le ultime; da un pur nobile banalità come la Fuller London’s Pride a un classico come la Westmalle, qui in versione Tripel.

Chiudo queste mie note di caldo apprezzamento riportandovi para para parte della scheda postata sul blog per una birra parecchio “de noantri”, la Turbacci Eroica:
“Molto beverina, media carbonatazione, scorre leggera in bocca con note di malto, pane ed erbacee per un buon equilibrio complessivo. Termina secca, il retrogusto è amaro, erbaceo. Una bitter semplice, buona e godibile. Fa quello che deve fare, insomma. Bottiglia da 33 cl., ABV 5.8%, 3.50 € allo stand del birrificio. Certo, rimane sempre il problema tutto italiano del prezzo. Nessun inglese s’immaginerebbe mai di dover spendere questa cifra per 33 cl di bitter”.
Very british, sir. And yes, we agree…
PS Sincerità per sincerità, ve lo debbo confessare: gli eroi “non” esistono. Un rapido occhio al counter mi ha permesso di constatare che i regazzi de ‘nabirargiorno in realtà ne hanno recensite solo 22, e non 31, a gennaio scorso, e 293 in tutto il 2010. A’ regà: che avete fatto gli altri giorni? Sega? Capisco la sporadica luna di miele. Ma tutt’e tre-quattro quanti siete?? Insieme??? Ma gnientegniente me foste capitati in zona Arcore…?

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