Alberello di Pantelleria sito dell’Umanità? Parte la richiesta all’Unesco
L’alberello di Pantelleria si candida a diventare sito Unesco. La richiesta è stata inviata al ministero delle Politiche Agricole dall’Istituto Regionale della Vite e del Vino. La speranza è che per questa antichissima forma di allevamento della vite, portata tremila anni fa dai colonizzatori greci nel territorio pantesco e in altre zone del Mediterraneo, possa un giorno arrivare il riconoscimento e la protezione internazionale. Una viticoltura che il direttore dell’IRVV non esita a definire ‘eroica’ e che infatti nei decenni si è drasticamente contratta in termini di superficie vitata e produzione, passata dai 200 mila quintali degli anni Ottanta ai 20 mila attuali.
La vite ad alberello di Zibibbo (dall’arabo zabib, uva), dal tronco basso e dalla pianta poco espansa, è adatta ai climi caldi e asciutti di quest’isola sassosa e poco fertile dove viene allevata in terreni a conca per difenderla dal vento e per raccogliere le scarse piogge e convogliarle vero le radici. Una pratica agricola messa a punto nei secoli come antichissimi sono il giardino pantesco a pianta circolare, costruito per consentire l’agricoltura in un ambiente difficile e i muretti a secco (nell’isola ce ne sono per 12 mila km!) costruiti al delimitare dei terrazzamenti.
Quello che ne risulta è un vino di alta qualità ed elevata gradazione zuccherina che però non convince i giovani a restare (se la terra è bassa, lo zibibbo è la più bassa delle viti) mentre ha conquistato già anni fa contadini d’eccezione come Gérard Dépardieu e Carole Bouquet, improvvisatisi coltivatori di Passito, Moscato e olio nella perla nera del Mediterraneo dopo l’acquisto di una piccola proprietà agricola insieme al produttore Salvatore Valenza.
Tra gli organismi che si sono impegnati nella candidatura ci sono il Comune di Pantelleria, il Cervim, l’organismo internazionale nato nel 1987 per tutelare la viticoltura delle piccole isole e il Comitato volontario per la tutela e la valorizzazione dei vini doc dell’isola che copre circa l’80% della produzione dell’intero imbottigliato e che da tempo è impegnato nel recupero dei tipici terrazzamenti nei quali lo zibibbo viene messo a dimora. Nella direzione della tutela del paesaggio di Pantelleria va anche il restauro del giardino pantesco Donnafugata donato al FAI – Fondo Ambiente Italiano dall’azienda vitivinicola siciliana.
Fonte: cronachedigusto.com, civiltadelbere.com, b2b24.ilsole24ore.com
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