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Vino
22 Ottobre 2011 Aggiornato il 6 Aprile 2019 alle ore 20:27

Wine Experience. Venite a vedere quant’è buono Vega-Sicilia!

Anche oggi la sala è piena, mille persone da tutto il mondo in religioso silenzio, attente e composte. Marvin R. Shanken, editor and publisher di Wine
Wine Experience. Venite a vedere quant’è buono Vega-Sicilia!

Anche oggi la sala è piena, mille persone da tutto il mondo in religioso silenzio, attente e composte. Marvin R. Shanken, editor and publisher di Wine Spectator fa gli onori di casa e dirige il palco con simpatia e disinvoltura, come se diretto a sua volta dalla più seria delle regie teatrali. Qualche risata di gusto perché l’umorismo non manca e molti applausi sentiti, sinceri. Non c’è niente da fare, questa è la manifestazione di vini più importante del mondo e l’organizzazione è ineccepibile, invidiabile direi!

In una selezione mista ho provato un eccellente Syrah riserva 2006 australiano, della cantina Greg Norman e altri vini non degni di nota. D’altra parte oggi la mia attenzione era focalizzata su Pablo Alvarez che ci ha presentato il mitico Bodegas Vega-Sicilia Ribera del Duero Unico Gran Riserva 1994. Alvarez ha subito chiarito, per chi non lo sapesse, che Vega Sicilia è un vino spagnolo e non è prodotto con uve da nero d’Avola. La platea ha sorriso mentre io sono stata colta da un attacco di ridarella incontenibile. La battuta era pedestre ma efficace. Vega-Sicilia Unico 1994 è un vino meraviglioso, stupefacente, mi ha lasciata senza parole. Avevo assaggiato proprio ieri un ’85 molto buono ma ricordo anche alcune bottiglie un po’ evolute e soprattutto con uno stile molto concentrato non corrispondente al mio gusto. Questo ’94 è un accordo perfetto di eleganza, grande materia e piacevolezza al tempo stesso. Un vino che riesce a coniugare impegno, sostanza e levità, che potrebbe sembrare un ossimoro ma non lo è! Ancora percettibili i tannini giovani, ma quest’annata avra’ vita lunghissima dinanzi a sè. Per me questo è stato uno dei migliori vini degustati negli ultimi tempi.

La seduta di degustazione è poi proseguita con la performance di 4 chef autoctoni, per usare un termine a noi caro e Thomas Matthews, executive editor di Wine Spectator ci ha introdotto: Charlie Trotter, dell’omonimo ristorante di Chicago, Josè Andres, del ristorante Jaleo di Washington, Emeril Lagasse, dell’ Emeril a New Orleans e infine Daniel Boulud del ristorante Daniel di New York. I Fantastici 4 hanno presentato sul palco le preparazioni ognuna abbinata a due vini selezionati da Wine Spectator e dagli stessi chef. Mi astengo dal commento ai piatti non essendo io un’esperta gastronoma ma solo una grande mangiatrice. Riguardo agli abbinamenti segnalo invece un vino bianco spagnolo: R. Lopez de Heredia Vina Tondonia Rioja White Ris. 1993. Ecco un bianco di quasi vent’anni che mi ha dato una gioia! Gli altri vini non degni di nota, compreso il Condrieu di Guigal 2009 decisamente scomposto e quando scomponi la semplicità il risultato che ottieni è inutile in quanto banale. Vero e proprio show questo dei grandi chef, divertente assai e molto interessante per la scelta a volte estrema dei vini in abbinamento…

Le degustazioni della prima giornata

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