Bardolino. Il vino del Lago di Garda ha un nuovo disciplinare con tre cru
Il vino Bardolino ritrova tre storici cru: Montebaldo, La Rocca e Sommacampagna
Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana è stato pubblicato il decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che riconosce le tre sottozone. Il nuovo disciplinare di produzione della DOC Bardolino entra quindi ufficialmente in vigore.
I tre cru del Bardolino erano già noti alla fine dell’Ottocento.
Al tempo il vino rosso rubino del lago di Garda era servito nei Grand Hotel svizzeri accanto ai vini di Borgogna e del Beaujolais. Già allora si conosceva l’esistenza di tre sottozone, individuate dai commercianti di vino nel 1825. Quindi, trent’anni prima della classificazione dei Bordeaux redatta nel 1855.
Le tre sottozone del Bardolino sono identificate geomorfologicamente da Giovanni Battista Perez nel 1900 nel volume “La Provincia di Verona ed i suoi vini”. Ai vini di queste macro-zone erano riconosciute alcune peculiarità organolettiche e qualitative, che però sfuggirono ai compilatori del disciplinare di produzione del 1968.
Le tre sottozone del Bardolino
L’area di produzione della sottozona Montebaldo comprende i territori comunali di Affi, Caprino Veronese, Cavaion Veronese, Costermano sul Garda e Rivoli Veronese. La zona prende il nome dall’omonima catena montuosa, dove le altitudini sono maggiori e il clima è più fresco. I vini qui prodotti ricordano i profumi della fragola e dei chiodi di garofano.
La Rocca è così chiamata dal colle che domina il lago di Garda a nord di Bardolino. Comprende i comuni di Bardolino, Castelnuovo del Garda, Garda, Lazise, Peschiera del Garda e Torri del Benaco. Nei vini di questa sottozona si ritrovano le note di lampone e di cannella.
Sommacampagna è la sottozona delle colline a sud-est della denominazione. Comprende i comuni di Bussolengo, Pastrengo, Sommacampagna, Sona e Valeggio sul Mincio. Si tratta dell’antica Summa Campànea, l’alta campagna assolata che emerge dalla pianura. Ciliegia e pepe nero sono i profumi tipici dei suoi vini.
Cosa cambia
“Siamo orgogliosi che sia finalmente giunto a conclusione un lungo percorso iniziato oramai sei anni fa”, commenta Franco Cristoforetti, Presidente del Consorzio di Tutela del Bardolino. “Il nuovo disciplinare ha lo scopo di puntare sulla territorialità e di valorizzare le diverse caratteristiche dei vini delle tre sottozone storiche. Si tratterà di produzioni limitate e di considerevole pregio, destinate a offrire una nuova prospettiva, anche in termini di longevità, ai vini rossi del nostro territorio. Esaltandone le caratteristiche di leggerezza e di finezza, secondo una visione storica che è tornata di grande modernità”.
Per i produttori che abbiano rispettato fin dalla scorsa vendemmia le prescrizioni molto stringenti del nuovo disciplinare sarà possibile uscire sul mercato già il prossimo settembre con i primi Bardolino di sottozona dell’annata 2020. Il decreto autorizza infatti la retroattività dell’utilizzo in etichetta del nome Montebaldo, La Rocca o Sommacampagna, che avrà una dimensione doppia rispetto a quella della menzione Bardolino, proprio per sottolineare la forte identità dei vini provenienti dai tre cru.
Un’ulteriore modifica prevista dal disciplinare di produzione della DOC Bardolino, inoltre, dispone che dalla vendemmia 2021 la percentuale massima utilizzabile di uva Corvina salga al 95% dall’80% in vigore sinora.
Solo 100 quintali per ettaro la produzione di uva ammessa per le sottozone (contro i 120 quintali della “base” del Bardolino).