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22 Aprile 2022 Aggiornato il 24 Aprile 2022 alle ore 09:18

Traduzione di shrinkflation? Confezioni più piccole, stesso prezzo

Esempi di shrinkflation da Esselunga, Conad, Coop e altri supermercati. Quali prodotti ci costano di più: pasta, dolci, mozzarella…
Traduzione di shrinkflation? Confezioni più piccole, stesso prezzo

Serve una traduzione di “shrinkflation” all’impronta ma efficace? Eccola: alimenti in confezioni più piccole, stesso prezzo.

Volete una traduzione più completa di shrinkflation? Le aziende risparmiano ma i clienti ci rimettono.

Non fatevi ingannare dal neologismo inglese, la shrinkflation, tradotta da qualcuno con ”sgrammatura”, si riflette sulla nostra spesa, ecco perché riguarda tutti. 

Da giorni si vedono sui social esempi di shrinkflation da Esselunga. Shrinkflation da Conad. Shrinkflation da Coop.

Shrinkflation, la traduzione vera

Un caso famoso di shrinkflation: mamma mi si è ristretto il Toblerone

Le aziende reagiscono all’aumento dell’inflazione, cioè all’aumento dei prezzi al consumo, “restringendo” le confezioni. 

Ma guai a far passare il messaggio che siamo più poveri, potrebbe scoraggiare la spesa e, di conseguenza, i consumi. 

Ecco perché la maledizione del restringimento colpisce le confezioni mentre i prezzi restano gli stessi. 

Esempio: i biscotti mantengono lo stesso prezzo ma la confezione ne contiene due in meno. Oppure, la barra di cioccolato costa come prima ma il peso è calato.

La strategia ha un nome, shrinkflation appunto (neologismo inglese composto dal verbo “to shrink”, restringere, e dalla parola “inflation”).

IL trucco per non cadere nel tranello

shrinkflation, i cereali da colazione sono un prodotto a rischio
I cereali da colazione sono un altro prodotto a rischio di shrinkflation

Quando facciamo la spesa da Esselunga, Conad, Coop e qualsivoglia catena della Grande Distribuzione, controlliamo sempre il peso al litro o al chilo, suggeriscono gli esperti di AltroConsumo

Perché i giganti del mercato alimentare stanno affrontando l’aumento dei prezzi delle materie prime come petrolio o farina, e i costi record dell’elettricità, ricorrendo a una tecnica di marketing come la shrinkflation. 

Mantengono gli stessi prezzi alla cassa ma riducono la quantità di prodotto nelle confezioni. Aumentando così la pressione inflazionistica che colpisce le famiglie italiane.

E per di più facendolo in modo occulto, senza informare i consumatori. 

Tanto che UNC (Unione Nazionale Consumatori) ha proposto controlli periodici su confezioni, contenuto e prezzi dei prodotti.

Invece l’associazione Codici, Centro per i Diritti del Cittadino, ha messo a disposizione di chi volesse segnalare casi di shrinkflation, il numero di telefono 06 55 71 996 o l’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.

Esempi di shrinkflation da Esselunga, Conad e Coop

shrinkflation, il caso del Mars
Due barrette di cioccolato Mars, una più grande l’altra ”ristretta”

Gli esempi visti di recente nei supermercati includono la colomba pasquale.

  • Nelle settimane che hanno portato alla Pasqua il peso di alcune colombe si è ristretto passando da 1 kg del 2021 a 750 grammi, nonostante prezzo e packaging siano rimasti gli stessi. 
  • I tubi delle patatine sono rimasti uguali ma all’interno contengono 10 o 15 patatine in meno.
  • I tortellini hanno lo stesso prezzo ma il numero nella confezione è inferiore.
  • Si sono viste mozzarelle da 100 grammi che fino al mese precedente ne pesavano 125. Ecco un altro caso evidente di shrinkflation.
  • Alcuni produttori di pasta vendono confezioni ridotte rispetto alle grammature tradizionali (500 o 1000 g).
  • Qualche scatola di tè ha perso cinque bustine. 

Parlando di settori merceologici, la shrinkflation ha colpito soprattutto i dolciumi. Fate dunque più attenzione del solito quando comprate zucchero, cioccolato, miele e confetture.

I dati Istat raccolti da Unione Nazionale Consumatori, che nei giorni scorsi ha presentato un esposto all’Authority sul problema della shrinkflation, parlano chiaro.

Sono stati almeno 613, in questo settore merceologico, i casi di diminuzione della quantità e mantenimento (o addirittura aumento) del prezzo. 

Ma quando facciamo la spesa è il caso di soffermarsi qualche secondo in più anche sulle confezioni di latte, formaggio, yogurt, arachidi, bevande e succhi di frutta.

Perché dopo, quando il peso dell’inflazione diminuisce, raramente le dimensioni delle confezioni tornano quelle di prima. 

Il marketing della shrinkflation

Yogurt supermercato
Lo scaffale dello yogurt in un supermercato

Le aziende alimentari che forniscono i supermercati ritengono la shrinkflation un modo più semplice di compensare la crescita dei costi rispetto all’aumento diretto dei prezzi.

Ma per combattere il costo alle stelle del petrolio, la carenza di manodopera e gli aumenti salariali, tutto estremamente complicato dalla guerra in Ucraina, potrebbero ricorrere ad altre tecniche. 

Oltre alla shrinkflation aspettiamoci la riduzione del numero di promozioni o dei livelli di sconto. Alcune catene di supermercati potrebbero mettere da parte offerte come il 3 x2 o il 4 x 3. 

In alternativa, Esselunga, Conad, Coop e gli altri potrebbero incrementare la gamma di prodotti a marchio, le cosiddette private label. 

È proprio nella categoria delle alternative ai marchi più famosi che i rivenditori ottengono i profitti maggiori.

Multinazionali, aziende alimentari e Grande Distribuzione possono avere motivi legittimi per modificare le dimensioni dei propri prodotti.

Ma è necessario uno sforzo di trasparenza. I clienti devono sapere per cosa spendono il proprio denaro. 

L’aumento del costo della vita esercita su di noi una forte pressione economica. Troppa per dover controllare anche la dimensione dei pacchetti quando facciamo la spesa.

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