Capodanno Cinese: istruzioni per l’uso dai ristoranti
Signori, è arrivato l’Anno del Cavallo. Così vuole il calendario cinese, famoso per associare ogni anno a uno dei dodici animali prescelti. Il 2014 sarà dedicato a lui. Al di là della questione lunare, si sa, qui siamo tutti interessati all’aspetto culinario della faccenda.
Già che la tradizione voglia i piatti all’insegna dell’abbondanza, non ci dispiace. Per scacciare la sfortuna, alla vigilia di Capodanno i cinesi pranzano insieme alle famiglie, riunite davanti a una tavola di almeno otto portate, che comprendono pesce, pollo, anatra, maiale e verdure con riso. La regina delle regole, dicevamo, è l’abbondanza. E di ciascun piatto serve – come augurio di prosperità – avanzarne un po’.
Ma cosa si mangia, esattamente, a Capodanno in Cina? Basta dare un’occhiata al menu di cinque ristoranti cult in Europa per capire come in Occidente arrivi l’eco dei festeggiamenti.
1. Bon Wei. Milano
Il ristorante cinese di via Castelvetro ha tutte le intenzioni di festeggiare come si deve. In un’intervista al Corriere della Sera, il titolare Ike Wang ha fatto sapere come accoglierà gli ospiti della serata: con nuovi piatti studiati ad hoc per la festa e con la possibilità di scegliere tra i 101 piatti del menu, tra cui gli involtini di tofu ripieni di branzino e zenzero, il riso Venere saltato con capesante, ma anche piatti più particolari come la fonduta di rane con verdure. Ad ogni ospite, poi, verrà offerta una tazza di Te Guanin Imperial di ArtedelRicevere, simbolo di ospitalità, e una busta con monete d’oro di cioccolato, commissionate al maître chocolatier Ernst Knam.
2. Green T. Roma
Da Green T, il benvenuto all’Anno del Cavallo lo si dà con una dedica speciale alla Mongolia. Il menu del ristorante in zona Pantheon si ispirerà in tutto per tutto alla cucina imperiale mongola della Dinastia Yuan. Ricca di preparazioni beneaugurali, nella carta non mancheranno ricette a base di agnello e, per l’appunto, cavallo. Tra le portate in menu, più di dieci, anche zuppa di carne e di pesce, raviolo ripieno di agnello, involtini primavera con bresaola e polpette di baccalà e gamberi.
3. Pechino. Torino
Anche sotto la Mole, i cinesi si danno da fare. Nonostante la comunicazione con il personale sia sempre piuttosto difficoltosa, superati i primi intoppi culturali arrivano sulle tavole piatti diversi dai soliti noti, che contemplano anche zampe di pollo, taro e patate cinesi. Per l’occasione, il menu di Capodanno sarà ancora più ricco, con l’inserto di variazioni sul tema Jiaozi, ovvero pacchetti ripieni di fortuna: questi ravioli che avvolgono carne e cavolo, bolliti e serviti con aceto e salsa di soia potrebbero contenere anche un ingrediente ‘fortunato’. Beato chi lo trova.
4. Mirama. Parigi
Come si festeggia il capodanno lunare nella Mecca parigina della cucina cinese segnalata dalla guida Michelin? A base di anatra, ça va sans dire. Piatto forte della casa, normalmente servito nella versione laccata alla Cantonese o accompagnata da riso e carne di maiale, per Capodanno si prevede uscirà dalle cucine d’Oltralpe rivisitata. Per esempio, la tradizione vorrebbe che per l’ultimo dell’anno si consumino le lingue d’anatra. E, eventualmente, anche le zampe di gallina con aceto e coriandolo. Siete ancora sicuri di voler festeggiare?
5. Imperial China. Londra
Anche sotto il Big Ben, Imperial China, ristorante segnalato dalla guida Michelin, non sta a guardare e invita i propri ospiti a festeggiare il Capodanno con un menu creato appositamente per l’occasione. Tra aragosta fritta allo zenzero e spring onion e il brodo ‘di buon auspicio per il nuovo anno’, nella carta speciale compaiono anche i noodles. Piatto classico della cucina cinese, per la notte più speciale dell’anno verrà servito nella variante ai funghi. Ma che campeggino i funghi inoki o un misto di pesce, la regola è una sola: non li tagliate, la loro lunghezza è auspicio di lunga vita!
E voi, stasera festeggerete il capodanno cinese, oppure siete affezionati solo al tradizionale cotechino e lenticchie?
[Link: Corriere della Sera. Immagini: Matteo Barro, pufflist.blogspot.it]