La Guerra dei Panini: i più amati mangiati e i più venduti scritti
“Non ci sto ed è venuto il momento di dirlo chiaro!”, sbotto Olaf il Rosso che era diventato ancora più rosso del solito.
“Calma”, soggiunse il Curator Alvei, “non serve a nulla prendersela per un posto nella pergamena”.
“Stai scherzando vero? Qui tra parmigiane e puparuoli c’è l’insegnamento di mammà e il sudore di 35 persone”, incalzò Olaf sempre più determinato a farsi prestare il martello da Odino.
“Che accade?”, il Portatore di Luce diede una leggera alitata mista alle cipolle e ragù sul manicure che gli aveva regalato nuove e incredibili nuance alle unghie.
“Gli voglio aprire la testa a metà e farla rotolare per terra insieme a quelle della banda del Silaris, lui e il trono di molliche che si è costruito, per Era”, gridò Olaf.
“Innanzitutto distanza che qui c’è l’Obstructionum e poi finirai per schizzarmi le pummarole sulla mia nuova camicia modello Zareus. Lo dico anche per un amico”, gli ribattè il Portatore.
“Siete della stessa pasta tu e il Cavalier Servente”, ebbe un moto di disprezzo per la camicia immacolata.
“Non ti permetto, io non vado mica all’outlet del Silaris a fare compere. Vuoi mettere le sciarpette con i miei occhiali della veggenza per caso”, il Portatore si diede un’aggiustata al mantello modello H&Z, “e comunque ancora non hai spiegato cosa è successo”.
“Semplice, Magnataro ha fatto una delle sue carognate e non ha messo il panino di mammà tra i Thysía da dedicare alla Gran Madre Cibele che tutti ci nutre. Un affronto che io laverei con una pippiata ma che lui vuole affogare nel sangue”, gli spiegò con la solita calma Extraordinarius.
“Anche tu mi giri le spalle, amato mangiatore di pizze e di panini? Non vedi che ne va della libertà di tutti in questa Terra di Mezzo così percossa dalla Guerra dei Pizzaioli? Non capisci che dalla pizza arriveremo ai panini e poi alla genovese e al ragù? Vuoi che ti facciano morire i tuoi posti della panza?”, a Olaf gli tremò il labbro.
“La genovese e il ragù mai”, si inalberò il Portatore che mise la mano sull’elsa della sua spada modello Samotracia, “mi occupo io del Cavalier Servente, lo scoverò anche se dovessi andare nell’ultimo outlet del Cilento”.
“Calma”, ripetè senza troppa convinzione il Curator Alvei mentre il Portatore stava armando la poderosa biga con due fiale di Chambrel 123.
“Lo vuoi uccidere con il profumo?”, sbarrò gli occhi Extraordinarius.
“Devo difendermi dall’olezzo insopportabile della genovese fatta male”, replicò il Portatore che lanciò veloce il piccione per avvertire l’amata che ci sarebbe voluta una sessione straordinaria di manicure. “Proprio ora che avevo raggiunto la curva pitagorica dell’unghia”. Si lasciò andare a un’imprecazione che destò dalle sue occupazioni Afrodite.
“Sarò di nuovo sull’asse mediano al calare delle ombre, non vi preoccupate”, disse mentre sferzava i cavalli protetto dal lussuoso manto De Dio.
“Ecco sei contento?”, hai messo in moto un’altra faida, sbottò il Curator Alvei che aveva già il suo daffare a mantenere tranquilli gli animi dei pizzaioli. “Ci mancava solo la Guerra dei Panini”.
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“Presto, devo far presto”, pensò il Cavalier Servente mentre scendeva velocemente la china che conduceva all’antico Porto del Fico. “Che stupido quell’Olaf ad aver consegnato il suo messaggio al Corriere Blu solo per aver qualche pollice inverso dei suoi amici.
Iulia Pugna lo aveva avvertito che davanti al tempio di Hera era passata la biga del Portatore di Luce che non poteva guardare negli occhi Diana e al calar delle ombre sarebbe dovuto tornare indietro.
“Meno male che era all’outlet a scegliersi un nuovo paio di calzari e lo ha visto. Ho provato a convincere quel testone che sarebbe stato sufficiente mandare un piccione ma quello ha capito una cosa per un’altra e l’ha messo in pentola. E manco me lo ha fatto assaggiare”, pensò mentre guardava la barca che dondolava sull’acqua.
“Come al solito non capisco quello che mi chiede il trio ma non è il caso di farli inquietare. Qui stanno tutti a fare una guerra e io vorrei solo prendere un po’ di sole in pace e niente. E scrivi veloce, velocissimo che il sacrificio agli dei è per domani. Avvertirmi un po’ prima, no, vero?”, fece tra sé e sé mentre avrebbe avuto voglia di seppellire sotto una colata di cipolle il Portatore.
“Ecco qui non mi raggiungerà”, disse mentre lanciava il piccione che avrebbe avvertito Iulia Pugna. Non ci sarebbe stata nessuna battaglia anche se la cosa lo seccava non poco.
Ma sarebbe stato ancor più seccato se avesse ascoltato la voce di Afrodite che gli sussurrava all’orecchio destro.
***
“La guerra è dei re, non posso lasciare che il Portatore faccia quello che devo fare io. Anche perché sulla strada c’è la boutique di Acquamarina e non arriverà in tempo per tornare al calar delle ombre”: Olaf ne era tanto sicuro che pensò a voce alta.
“Che vuoi fare mio signore? Avevi promesso che non avresti scatenato guerre per non far inquietare il Curator Alvei!”, gli fece Extraordinarius.
“Copri le tue orecchie mio fedele amico, ma non possiamo più stare a guardare mentre divampa la Guerra dei Pizzaioli e il nostro sitarellus non è sufficiente ad arginare le malevolenze di Magnataro”, fece con voce grave.
“È arrivato il momento che Lord Tarall scenda in campo e faccia strage di nemici. Scontrines o non scontrines”, lo guardò.
“Il dado è tratto, l’esito della battaglia non è dato sapere. Nemmeno Ermes Trimegisto potrà immaginare quello che soltanto io so. Sono cose che cadranno come il fulmine di Zeus quando vuole purificare la Terra di Mezzo. E io voglio essere il suo braccio armato”, si girò mentre prendeva gli schinieri forgiati da Efesto che ne aveva fatto dono a lui e a Masuccio Casertano.
“Ma qualcosa bisognerà pur scrivere sul Corriere Blu! Non pecchiamo di ignominia!”, lo esortò Extraordinarius.
“E allora scrivi. Avete rotto il cazzo, mettetevi l’animo in pace, perchè io ogni mattina mi alzo e faccio 4 fatiche, il piatto a tavola lo metto vendendo grazie ai miei ragazzi i miei panini e i miei servizi audiovisivi, e onestamente di voi non me ne fotte proprio, è semplicemente la solita storia del re folle che fa diventare veri i nemici immaginari”.
Che la Guerra dei Panini abbia inizio.