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15 Marzo 2019

Assaggi. Gli snack all’orientale di Muji

Muji è un brand noto anche in Italia: 4 sedi a Milano (Buenos Aires, Torino, Gae Aulenti e Rinascente), altrettante a Bologna, Torino, Roma, Firenze.
Assaggi. Gli snack all’orientale di Muji

Muji è un brand noto anche in Italia: 4 sedi a Milano (Buenos Aires, Torino, Gae Aulenti e Rinascente), altrettante a Bologna, Torino, Roma, Firenze.

Propone abbigliamento, oggetti per la casa e la cucina, mobili e accessori vari, articoli da viaggio, caratterizzati da linee molto semplici ed essenziali, dal design minimale, e dai colori poco vivaci. Il nome, usato dal 1999, deriva dalla frase “Mujirushi Ryōhin”, che in giapponese significa “buoni prodotti senza marchio”; in origine, nel 1980, era solo una linea di prodotti all’interno di una catena di supermercati.

Alle varie linee, ha affiancato anche una linea di prodotti alimentari confezionati, pronti da consumare come snack o preparati da cucinare a casa.

Distribuiti in diverse “isole” negli store, hanno i nomi in italiano, assieme al giapponese, e istruzioni e ingredienti in più lingue, scritti in piccolo ma leggibili.

Decine e decine di tipologie diverse di prodotti, fra snack, biscotti, pasta, risotti in busta, patatine e curry, ovviamente tutti di ispirazione orientale.

Potevo sottrarmi al dovere dell’assaggio? No, certamente. Ecco qualche categoria di prodotto e qualche assaggio fra le numerose esistenti (non tutti i prodotti sono in vendita in tutti i negozi).

Le patatine: di gamberetti, di cipolla, di…

Ok – più che di patatine, meglio parlare di chips, ovvero quel tipo di snack di forma piatta, variamente bombata, di piccole dimensioni (quelle di un morso, diciamo).

E Muji ne propone di diversi tipi: di zucca, di cipolla, di patata al formaggio (Jura francese), ai gamberetti.

Ovviamente quelle ai gamberetti sono modellate sulle nuvole che di possono trovare nei ristoranti cinesi. Ma queste ultime di solito ti si attaccano alla lingua e al palato risucchiandone tutto l’umido possibile – queste no, sono gradevolmente insaporite al gamberetto, delicate, non eccessive.

Anche quelle al formaggio Giura sono gradevoli, delicate anch’esse: ecco, forse un po’ di nerbo (o di formaggio) in più non ci starebbe stato male.

Nel complesso, almeno da questo primo assaggio, non c’è male: fra gli ingredienti non sembrano esserci cose che facciano troppo ribrezzo, al più un po’ di curcumina per colorare quelle al formaggio (che è un Giura dop); in quelle ai gamberetti, un po’ di olio di palma e di riso. Curiosa tuttavia l’avvertenza: una volta aperte, consumare entro un giorno.

Mi sono piaciuti anche i biscottini al formaggio. Senza foto.

I curry

Una rastrelliera propone le confezioni di curry, che costano 3,50 € l’una.

I preparati per salse e piatti vari

Ah, ecco: qui c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Proverò presto il preparato per la salsa gapao, una salsa a base di basilico, peperoncino, acciughe, soia.

E mi sono preso anche il preparato per il pad-thai, piatto thailandese ormai famoso anche qui in Italia.

I wafer alla fragola

Niente di che, i wafer alla fragola. Devo assolutamente cercare qualche altro dolce. I vari biscotti costano 3,25/3,75 €.

In definitiva, cosa dire dei prodotti Muji dopo questi primi assaggi? Che sono interessanti, che gli snack incuriosiscono, anche se sono meno saporiti e quindi “golosi” dei corrispettivi occidentali, che i vari piatti “pronti” sono sicuramente da provare, anche perché ormai possiamo confrontarli con una serie di versioni della ristorazione orientale più o meno alta. Ma va anche segnalato che i supermercati orientali hanno registrato anch’essi una serie di nuove aperture, in zona Paolo Sarpi – ultimo in ordine di tempo, Mood Market – e non solo, vedi Oriental in via San Gregorio.

Andate (oppure ordinateli online), provate e fateci sapere.

[Immagini: iPhone Emanuele Bonati]

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Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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