Vino contraffatto: sequestri di 54 mila bottiglie per un milione di euro
Vino contraffatto, nuovo capitolo. Vini ovviamente pregiati come Sassicaia, Tignanello, Sito Moresco, Amarone della Valpolicella, Valpolicella superiore e Ripasso che sono stati contraffatti per anni.
Un sistema di contraffazione organizzato a livello internazionale e smantellato nelle ultime ore da un’operazione coordinata dalla Procura di Asti e condotta dai Carabinieri del Nas, del Comando provinciale di Cuneo e dai Finanzieri del Comando provinciale di Asti.
L’indagine ha portato all’arresto di nove persone indagate in diverse province italiane: quattro del Piemonte e poi Genova, Pesaro-Urbino, Milano, Roma e Brindisi. Cinque gli arresti domiciliari e quattro gli obblighi di dimora.
L’associazione a delinquere era attiva dal 2016 e ha operato prevalentemente nel territorio dell’astigiano.
La finalità era quella di produrre di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari contraffatti. E non solo delle più note etichette elencate ma anche di altre. La contraffazione andava dalla vinificazione all’imbottigliamento e alla successiva commercializzazione.
Il tutto principalmente in territorio elvetico, ai danni di prestigiose case vitivinicole italiane di livello internazionale. Tra le etichette, Gaja, Marchesi Antinori, Tenute San Guido, Ornellaia e Massetto.
Sequestrate 54 mila bottiglie per circa 1 milione di euro
Nelle indagini si è avuta la collaborazione dell’Autorità Giudiziaria della Repubblica Elvetica del Canton Ticino per i profili di competenza territoriale.
Questo ha permesso di scoprire che il sodalizio ha commercializzato, nel periodo 2016 – 2018, oltre 54.000 bottiglie di vino contraffatto verso il mercato elvetico. Operazioni che hanno fruttato proventi illeciti per circa 932 mila euro.
La banda aveva conquistato il monopolio di quel mercato vendendo falsi vini pregiati, normalmente difficili da reperire, a prezzo assolutamente competitivo e in grande quantità.
Con l’esecuzione di perquisizioni personali e di locali in tutto il centro nord Italia nel giugno 2018, le forze dell’ordine hanno sequestrato 15.000 bottiglie di vino contraffatto. Oltre a 19 cliché, 10600 etichette singole, 8393 contrassegni di stato per vini a DOC e DOCG, 165320 capsule di chiusura per bottiglie con marchi o loghi aziende vitivinicole. Inoltre, i sequestri hanno riguardato 200 kg di sostanze vietate in uso enologico (aromi, sciroppi e coloranti) per un valore di rivendita al dettaglio di oltre 200 mila euro.
In precedenza, le indagini hanno consentito di sequestrare al confine con la Svizzera ulteriori 4884 bottiglie di vino contraffatto.
Vino contraffatto, le accuse
Le accuse in capo alla banda sono di “Associazione a delinquere, riciclaggio, contraffazione, frode, distruzione di scritture contabili, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti”. Ogni accusa è ipotizzata a vario titolo nell’inchiesta.
Le misure cautelari sono state eseguite ieri, 10 dicembre.
L’operazione rientra nelle attività di tutela della concorrenza e del sistema imprenditoriale sano e alla difesa del Made in Italy agroalimentare e dei consumatori.
[Link: Ansa]