20 donne meravigliose che hanno cambiato il Cilento
Lungi da femminismi superati e da scontate considerazioni, l’omaggio esplicito di oggi è in realtà lo stesso silenzioso di ogni giorno.
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Infatti se l’8 marzo si ricorda sia per la morte di più di un centinaio di donne in un incendio di una fabbrica di New York, sia per l’intervento di Corinne Brown sullo sfruttamento e sul basso salario delle operaie, tutto l’anno dovremmo ricordare chi ha fatto la differenza, che ovviamente anche in Cilento son più di 20 personalità.
Anzi, è proprio grazie a quasi tutte le cilentane di una vita, che oggi questa terra è divenuta Patrimonio Mondiale dell’Unesco per la Dieta Mediterranea. Queste venti sono solo esempi in cui ogni donna cilentana potrà rispecchiarsi e ritrovarsi, nella condivisione implicita di quel sapere nelle mani, di quella conoscenza nelle dita e di tutte quelle lunghe ricette non scritte dai tempi inquantificabili.
Queste donne nel tempo non si sono limitate al cibo o alla cucina, ma sono state le autrici o le coprotagoniste di film d’autore, come country house e agriturismi, cantine e nuove etichette, aziende e locande.
Ecco che oggi vogliamo dirvi grazie.
1. Ida, Cantina San Giovanni di Castellabate
Pare una dama risorgimentale, di autentica classe, rara bellezza e animo naturalmente predisposto alla grazia. Come una vera favola, il luogo da lei abitato non poteva ch’esser fiabesco, al di là dei confini che il Cilento stesso non osa immaginare. Punta Tresino, quella stessa terra che lei nutre insieme al marito Mario e ai suoi tre figli, e quella stessa terra che per ringraziarli li ricambia con un vino galante, ricco e profumato: il vino di San Giovanni.
2. Maria Rina, Il Ghiottone di Policastro Bussentino
Quando penso al Cilento, alla sua donna per eccellenza e alla cucina del territorio, non riesco a pensare che a Maria Rina. Sguardo forte e tenace verso l’obiettivo, poche chiacchere e tanto lavoro: non potevano che essere questi gli ingredienti di quello che ancora oggi è il ristorante più buono di tutta questa terra.
3. Raffaella, Pasticceria Agricola Cilentana di Piaggine
Una grinta memorabile ha reso leggenda una storica pasticceria cilentana, che sicuramente era già di qualità, ma non del pregio che può vantare oggi. Raffaella e Pietro Macellaro sono un connubio vincente, la loro pasticceria agricola cilentana è una poesia e nessuna parola può rendere fino in fondo ciò che si può captare solo vivendo. Il logo dei prodotti, voluto su tutte le confezioni, anticipa quello che troveremo al suo interno: tanti germogli, nella convinzione che anche in una terra come quella cilentana, tutto possa germogliare. È sufficiente fare il proprio lavoro con serietà e umiltà, e saranno infiniti i frutti da cogliere, a partire da mandorle e fichi che circondano la meravigliosa dimora di questi Ettore e Andromaca.
4. Gabriella, Presidio Slow Food olive ammaccate e agriturismo Al Sentiero
Senza Gabriella, le olive ammaccate del Cilento sarebbero rimaste un prodotto per pochi conoscitori. Invece, la sua voglia di fare ha portato l’oliva cilentana a diventare presidio Slow Food e a crescere di notorietà conquistando anche volti noti come quello di Gabriele Bonci. Ma sono tante le cose fatte da questa dinamica donna e non solo alla tavola del suo agriturismo. Consigliere per più consiliature al comune di Pollica è stata tra i fedelissimi del sindaco pescatore Angelo Vassallo e ispiratrice di molti progetti di cui non vi parlerà mai.
5. Franca, Locanda delle Tre Sorelle di Casalvelino
Franca è una sommelier, profonda conoscitrice di vini e dei suoi preziosi abbinamenti con il cibo. È una donna potente, che ha preso in mano un angolo tra mare ed ulivi e l’ha reso uno splendido luogo di vacanza. La sua cucina non è mai banale, sempre impreziosita dal fresco pescato locale. è questo un Cilento che si è guardato allo specchio, ha riconosciuto il suo valore e ha deciso di valorizzare l’alto contenuto del suo lavoro.
6. Claudia, Cooperativa Terre di Resilienza di Morigerati
Il sole stesso la definirebbe solare: questa donna di testa, mani e cuore. Una mente brillante impegnata nel nobile lavoro portato avanti con tenacia dalla Cooperativa Terre di Resilienza, tesa a valorizzare il ritorno di giovani laureati nel settore dell’agricoltura, tutt’altro che un’utopia. Si parte dal recupero dei grani antichi, oggi tema imprescindibile di fronte al proliferare di problemi legati alle farine, fino al progetto recente di agricoltura sociale per il re-inserimento di chi ha avuto vari tipi di dipendenze.
7. Francesca, caseificio Torricelle di Paestum
Schiva, armata di tanta passione per il latte delle bufale, Francesca mantiene le redini del caseificio Torricelle tra i più sconosciuti di questa parte di “nuovo” Cilento. La sua ricotta è come il celestiale cibo che fu offerto alle nozze di Cadmo e Armonia, quando gli dei ancora banchettavano con i mortali.
8. Betti, Casebianche di Agropoli
Genio e creatività, arte e follia, di donne così se ne vedono poche da queste parti. Un estro artistico di tal livello sposa in tutti i sensi quello di Pasquale ed insieme vanno ad incrementare la lista di quelli che del Cilento non sono originari, ma che questa terra se la ritrovano poi nel sangue e.. in un bicchiere di vino, come i loro eccellenti aglianici e fiani Casebianche.
9. Giovanna, Agriturismo Corbella di Cicerale
Perdonate la banalità dell’affermazione, ma Giovanna è una vera forza della natura. Non solo la sua cucina, ma l’agriturismo che la ospita è un vero centro di gravità in un Cilento apparentemente irraggiungibile. E invece questo luogo ti raggiunge, perchè ti entra dentro urlandoti tutta la sua cilentanità e legandoti a questo angolo di fichi, ceci e volpi in modo potente e indissolubile.
10. Marina, Malida House di Palinuro
Marina stava viaggiando per il Cilento il 2 agosto del 1980 e stava amando questa terra senza ancora sapere che quel legame sarebbe durato tutta la vita. Non sapeva neanche che quel 2 agosto sarebbe stato una tragedia per Bologna. Saltano tutti i treni e l’incontro con le amiche: Marina si ritrova a discorrere piacevolmente con un cilentano ad Agropoli, che di certo non disdegnava la sua bellezza. E quella è stata solo la prima di trentacinque estati passate insieme, la prossima sarà la trenteseiesima. Da madre genovese e padre napoletano, Marina si ritrova così nel 1996 ad aprire quest’attività in una terra che le ha dato così tanto, come suo marito Mario Notaroberto e i suoi figli: Malida, infatti, sono proprio loro, ovvero MArina, LIvio e DArio.
11. Cristina, Lu Vottaro di Trentinara
Silenziosa, un po’ di mistero, quasi inafferabile. Ci bastano le parole della sua cucina per capire parte della sua anima. Lu Vottaro è un’appendice rara di autentica cucina cilentana, dove il tutto è più di una somma delle sue parti. Il locale rigorosamente in pietra antica non fa che inserirsi perfettamente nel prezioso centro storico di Trentinara, la terrazza del Cilento. Poi un po’ di fuoco e un buon bicchiere di vino e non potremmo che essere a Lu Vottaro.
12. Eliana, Le Cocole di Moio della Civitella
Sul biglietto da visita delle Cocole c’è scritto “questioni di famiglia”. La storia è proprio questa, non solo data dalla sapiente cucina della mamma del marito Pasquale, ma anche dall’ambiente informale e di casa che si respira appena varcata la porta. Eliana è giunta da quella metropoli di Salerno con tutta la carica, l’energia e la vitalità che sole potevano animare e colorare una realtà come questa.
13. Carmela, La Piazzetta di Valle dell’Angelo
Sul volto sorriso e umiltà. Un lavoro continuo portato avanti nel tempo con la stessa passione, ormai un punto di riferimento per la gastronomia cilentana di terra. Valorizzato dalla posizione sperduta, alla Piazzetta di Valle dell’Angelo non si arriva per caso ma ci si torna con piacere perchè tra i pochi validi indirizzi nel cuore di un pezzo di Cilento impenetrabile.
14. Addolorata di Torre Orsaia
Erano gli anni Cinquanta quando la mamma di Addolorata apriva le porte di casa sua per accogliere viandanti e passeggeri, a bordo di un’esperienza che per i tempi forse non era unica, ma di certo frequente perché cucina di vita. Addolorata, settima femmina di undici figli, negli anni Settanta non ha mai avuto dubbi nel decidere di portare avanti a testa alta l’attività che tanto preziosamente aveva iniziato la mamma. Così ancora oggi troverete braccia aperte, camino acceso, foto di famiglia e tanta pasta fatta in casa.
15. Raffaella, Cantina Maffini di Giungano
“Se non fosse stato per mia moglie, non avrei creato tutto questo. Nella vita ci vuole fortuna ed io sono stato fortunato”. Così Luigi Maffini ci introduce alla donna della sua vita, commuovendoci di certo nè per la prima né per l’ultima volta. Se è vero che produrre vino non è cosa da tutti, sicuramente è affar loro: la loro anima profonda è la stessa che profuma vini quali il Kratos o il Cenito, e i pionieri dell’enologia cilentana non potevano che essere persone uniche. Raffaella e Luigi sono il principio della storia del vino in questa terra, indissolubilmenti legati in un cammino che loro hanno scelto e percorso fino in fondo.
16. Margherita, Frantoio Marsicani di Sicilì
D’origine pugliese, si ritrova per amore in una terra che troppe volte si è dimostrata dura. Eppure il Maestro e Margherita sono più forti, testimoni che come nel romanzo di Bulgakov, la passione vince su tutto. E la loro storia è un po’ come il testo, incanta e fa riflettere, appassiona e diverte. Gli avvenimenti si susseguono a ritmo incalzante nel tempo, fino a generare un olio come il Marsicani Dop di oggi.
17. Assunta, Responsabile Slow Food di Castellabate
Sturm und Drang del Cilento, la sua tempesta promozionale è indirizzata principalmente ai Presidi Slow Food, in particolare al cece di Cicerale e all’oliva Salella Ammaccata. Assaggiatrice ufficiale di olio, da anni scrive per la guida nazionale dei migliori extravergini, sempre per Slow Food, e per diletto ha creato anche un profumo con il nome del suo Comune, di cui è fervida sostenitrice. Ultimamente la sua energia inarrestabile volge verso un nuovo progetto sulla pesca sostenibile della triglia rossa di Licosa, sul recupero dell’antico pomodoro giallo cilentano e su una rubrica con Cilento Channel “Cilento In tavola”, teso a presentare prodotti e produttori del Parco. Insomma, un vero impeto culturale.
18. Silvia, caseificio Chirico Casal Velino
La storia della mozzarella nella mortella coincide in pratica con quella del caseificio che è all’ombra della città alta di Velia. Silvia, la figlia del fondatore Benedetto, tramanda l’antica arte di avvolgere il fiordilatte vaccino nei rami di mirto per un’esplosione di gusto che durante l’estate è irrinunciabile.
19. Donatella, presidio Slow Food alici di menaica
C’è ancora chi fa un po’ di confusione e pensa che le alici di menaica siano una specie che alberga nel Cilento al pari di quelle di Cetara in costiera amalfitana. Ma non lo è certo Donatella che con piglio da condottiero mette sotto sale le alici pescate con la menaica, la rete in uso tra Acciaroli e Pisciotta per dissanguare in acqua le alici ancora vive. E ora che è marzo potreste andare a vedere la pesca e tornare con una confezione di alici sotto sale.
20. Teresa e Annalisa, Tenuta Vannulo di Paestum
C’è la storia e c’è il futuro. Mozzarella di bufala di Paestum per tutto il mondo è Vannulo. Un marchio che è diventato garanzia di bontà grazie ad Antonio Palmieri che ha sempre guardato oltre la linea dell’orizzonte. E ci sono donne a sostenerlo, la moglie. E le figlie Teresa e Annalisa (insieme a Nicola) che hanno ben chiaro ruoli e responsabilità per far progredire la Tenuta Vannulo con il nuovo ristorante e con il laboratorio del cioccolato.
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Avreste mai detto che il Cilento è donna?
[Immagini: Luigi Savino, Giulia Ubaldi, cavavino, Vincenzo Pagano, Facebook]