Dove mangiare le crêpe a Parigi
Parigi. Grido di dolore. Questo post nasce dalla delusione. Hanno ammazzato il mio posto delle crêpes! Io dico, vado con il food-fotoreporter esaltando per due giorni un certo carrefour con un buco 3×3 che sforna le migliori di Parigi e invece… Tutto cambiato. Ora a due passi dal carrefour de l’Odéon quel buco è stato trasformato un paio di mesi fa in un posto dall’aria fighetta (prima entravi e la signora di oltremare ti passava il tuo bravo cartoccio da portare via) con tutti gli infissi nuovi, ton sur ton, il nome (che invece prima dovevi dire esci dalla metro, guarda il cinema e scivola verso destra superando la brasserie d’angolo) e pure un attimo di bancone su cui poggiarti. Avevo chiesto subito se era cambiata la proprietà e alla risposta negativa mi ero rassicurato. Ma per un attimo, poi ero caduto nuovamente nel dubbio quando avevo afferrato la mia jambon et fromage che aveva qualche merlettatura di uovo di troppo e una vaga sensazione di mollezza. No, non è più la crêpe che mi spingeva a fare giri contorti pur di spararmi una sequenza jambon/fromage e nutellà in quel di Saint-Germain-des-Prés. Il sabaudo infierisce dopo aver addentato la sua sucre/citron. Ok, una rondine non fa primavera, ma qui ci sono due crêpes che gridano e due turisti al bancone, praticamente mai visti quando l’atmosfera era molto più dimessa. Si esce.
“E così queste sarebbero le crêpes più buone?”. Gli manca il cavalletto, altrimenti avrei provato una clavata sull’ignaro food-fotoreporter non ancora cosciente che sono andati in fumo quasi 10 anni di delizia. Il guaio è che la crêpe sta diventando un affare serio a Parigi, nel senso che è gadget turistico e quindi spesso edulcorato. Andiamo in Bretagna, forza, ci rifaremo con le galettes au sarrasin, decido. “Ma sono le 8 di sera, la Bretagna mi sembra lontana!”. Nemmeno rispondo mentre incastro nel boccaporto della macchina giaccone e annessi. Si va al Trocadéro.
Serata stupenda e il balcone che guarda la Torre Eiffel fa sempre effetto soprattutto quando i giochi di luce dei 5 minuti vanno in onda. Foto di rito e si va verso Passy. Due vie, non di più che sembrano quelle di un antico villaggio. Invece siamo nel quartiere residenziale (che preferisco). Tagliamo fuori la galleria commerciale moderna. E’ tardi e le serrande si abbassano. Tranne quella del bretone. Chez Yannick. “Sei sicuro?”. Se in 3 mesi hanno fatto fuori due riferimenti, si chiama quella che ci vede benissimo.
Entriamo, il locale non è cambiato. E’ già un passo avanti. Viene verso di me una giovane signora per accoglierci. Si possono fare le foto, ai piatti beninteso, e sperare che siano come quelli di una volta, cioè 2/3 mesi fa? Mi guarda un po’ sorpresa e accorda il permesso. Scegliamo il tavolino con più luce. Poi via con le ordinazioni. Per me Complète, quindi con l’uovo, per il mio commensale Campagnarde con le patate e altro ben di Dio. “Ma non sono crêpes?”. Non proprio ma sono buone, buonissime. Non proprio leggere, tanto che sul dolce decidiamo di fare à metà della “vera” crêpe con l’immancabile Nutellà! Meravigliosa. Resta diversa dalla mia da asporto, ormai un ricordo, e non solo per il prezzo (rapporto di 1:3, cioè 5€ contro 15) giustificato in parte anche dalla location di Passy e dal servizio al tavolo.
La cuoca alle piastre permette di scattare qualche foto “anonima” e noi seguiamo le evoluzioni dolci e salate prima di passare alla cassa. Mi raccomando, non cambiate. Mi risponde che sono lì da una dozzina di anni. Ecco appunto e vedete di restarci almeno altri 24 di anni!
La serata è bella fredda e nel locale si affacciano altri avventori. Dovrò cercare un altro punto da asporto. Ma quanto mi piaceva il carrefour… Va bene, può darsi che era solo una serata di non perfetta forma. Ci ritornerò. Nel frattempo, annotatevi questo indirizzo.
Crêperie Chez Yannick. 33, rue de l’Annonciation – 75016 Paris. Tel. 0033 (0)1 46 47 70 34
Foto: Francesco Arena