Pizza biologica integrale certificata Aiab. La prima è quella di Life a Roma
“Più che un ristorante un progetto culturale”. Paola Trionfi, responsabile della Ristorazione bio dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, non risparmia le lodi parlando di Life, la prima pizzeria bio certificata Aiab.
E se la definizione vi appare un tantino enfatica, non avete ancora letto ‘La nostra storia’ sul sito www.lifepizzeriabio.com dove vi raccontano la genesi del locale, il “patto di sangue” tra due famiglie innamorate del biologico, stretto con gli occhi persi nel paesaggio irlandese e le note di Bono nelle orecchie: aprire una risto-pizzeria bio a Roma.
Decidete voi se tanta enfasi e tanta passione meritano una visita, per assaggiare la pizza di Life e altri sfizi, in una Roma Nord un po’ defilata, lontana anche dalla piccola movida di Ponte Milvio, di fronte al Ciak, il piccolo cinema di quartiere a due passi dal Gra. Di giorno serpente di traffico, la sera periferia rassicurante. Noi ci siamo stati e l’aria ispirata l’abbiamo colta subito. Nell’incedere trafelato di Ettore Riccobono, uno dei due titolari, quasi incredulo che la barca abbia preso il largo.
Benvenuti nel regno del biologico integrale, come vuole l’altro ‘patto di sangue’, quello sottoscritto con quei talebani dell’Aiab: fornitori bio superselezionati, solo quelli e non c’è scampo (parlano le fatture!). Come il Molino Conti di Castel Madama per la farina, la mozzarella di Capodifiume, a Paestum, le verdure dell’azienda agricola Caramadre (unica deroga le verdure del mercato ma solo a Km 0), il limoncello con i limoni di Libera Terra, quello che cresce nelle terre confiscate alla mafia, e poi il pane e i dolci fatti in casa. Benvenuti nel regno di quelli che pensano, come ha detto Ducasse, che “non è com’è cucinato il pollo che lo rende buono, è che vita ha fatto”. Cucina etica, innanzitutto, che poi diventa anche, per forza di cose, buona.
Non sono i soli, quelli di Life, a credere nel bio come atout nella ristorazione collettiva. A Roma ci sono 30 ristoranti biologici e la tendenza è in crescita in tutto il territorio nazionale come confermano i dati del Rapporto Bio Bank 2010: +24% dal 2008 al 2010, (sono 246 in tutto, tra ristoranti, pizzerie, self service, fast food, servizi d’asporto, catering, bar e caffé, i locali che utilizzano almeno il 70% di ingredienti biologici). Il 61% dei locali è al Nord (con l’Emilia-Romagna e la Lombardia in testa a livello nazionale), il 30% al Centro (con il Lazio al terzo posto) e il 9% al Sud.
Abbiamo mangiato un antipasto di sfiziose ‘Patate cacio e pepe’ (chip e pecorino romano Dop), fritti ‘The live way’ (verdure cotte in pastella tempura, una cottura da perfezionare e effettuata con olio di semi di girasole sempre bio), pizza ‘Lumière’ (con ratatouille di stagione) e Margherita, tortino al cioccolato con gelée di cedro e cannella, mela caramellata molto golosa. La selezione di pizze è intrigante, ampia è la scelta di piatti per vegani e vegetariani. Altra rara deroga al biologico: le bevande. C’è la cola bio ma anche la versione ‘convenzionale’, le birre sono tutte non pastorizzate (ma non chiamatele artigianali!) e anche tra i vini in carta (una quarantina) non c’è solo il bio.
Ce la siamo cavata con un conto di 50 euro per 2 persone (due antipasti, due pizze, due dessert). “Dopo qualche settimana di rodaggio abbiamo limato i prezzi grazie ad una migliore organizzazione degli acquisti”, assicura Ettore Riccobono. Certo, il biologico non si sceglie per risparmiare ma un conto clemente invoglia al ritorno. Magari per assaggiare qualcosa del nuovo menù, in carta dalla prossima settimana.
Pizzeria Life. Via Cassia 701. Tel. +39 06.33265318