10 Fiano di Avellino a Vinitaly. Ciro Picariello vince. Ultimo Joaquin
Grande bianco da invecchiamento, il fiano merita tutta la nostra attenzione in questa primavera (dal clima quasi estivo) enologica. Organizzata dalla Camera di Commercio di Avellino e guidata da Antonio Paolini, con il supporto di Alessandro Scorsone per l’analisi organolettica, la degustazione è andata in overbooking, dimostrando il grande interesse per questo storico vitigno campano, definito dallo stesso A. Paolini lo Chardonnay del centro-sud Italia. Bello il panorama di etichette rappresentato non solo dalla diversità di annate (degli anni 2000), ma anche dalle differenze tra zone e terroir diversi.
1. Fiano 2004 – Ciro Picariello (Summonte)
Agrume e mineralità su note tipicamente affumicate. Il vino si espande in bocca e conquista tutto il cavo orale. Complesso e finissimo. Persistente e di grandissima armonia.
+ secchio
2. Fiano 2010 – Tenuta Sarno (Candida)
Fiori bianchi e cedro. Pietra Focaia e macchia mediterranea. Al gusto complesso e di grande personalità. Un vino senza compromessi: on/off. Per noi è decisamente on, con grandi capacità di evoluzione.
+ secchio
3. Fiano 2003 – Colli di Lapìo (Lapìo)
Naso d’autore per questo classico: camino spento, fumè e mineralità in evidenza. Finale balsamico e di erbe officinali, insieme a struttura ed eleganza. Profondo e lunghissimo.
+ secchio
4. Fiano 2009 Vigna della Congregazione – Villa Diamante (Montefredane)
Sentori quasi di bruciato, di brace, di gelato, di nocciola, di ginestra e camomilla. L’ingresso in bocca è prepotente e non lascia spazio a dubbi. Grande materia, ma insieme combina muscoli e danza. Un vino già abbastanza compiuto, ma ad avercene!!!!!!. (Ciro Picariello, assaggiando il vino del suo collega , lo definisce “Pizzapiena” per evidenziarne struttura e complessità)
½
5. Fiano 2005 Piatramara – I Favati (Cesinali)
Ancora mineralità. Note di fiori secchi, ginestra e sentori agrumati. Miele e rosmarino. Grande piacevolezza e grande eleganza.
6. Fiano 2002 – Vadiaperti (Montefredane)
L’olfatto in apertura presenta note di fiori gialli , di pesca e di miele. Al gusto il vino ha mantenuto ancora freschezza e sapidità, nonostante sentori di frutta matura.
7. Fiano 2006 – Benito Ferrara (Tufo)
Effettivamente un “Fiano di Tufo” per citare Antonio Paolini, per un’azienda appunto famosa per il Greco di Tufo. La nota ossidativa di apertura al naso rientra nella gustativa ed il finale è tutto su note di frutta secca, mineral e agrumate. Profondo anche se leggermente alcolico.
8. Fiano 2008 – Rocca del Principe (Lapìo)
Olfatto abbastanza tipico (sentori minerali e di frutta secca). Al gusto strutturato e polposo, ma leggermente alcolico
9. Fiano 2000 – Cantina del Barone (Cesinali)
Nonostante una evidente nota ossidativa al naso, il vino presenta note minerali ed agrumate, e soprattutto un finale di nocciola , ma l’acidità cede il passo alla morbidezza.
10. Fiano 2007 – Joaquin (Montefalcione)
Colore da vino molto invecchiato, ma così in bocca non è. Al naso minerale ed evoluto, al gusto invece agrumato e con legno in evidenza (sarà quello il motivo del colore?)
(Maurizio Valeriani e Stefano Ronconi)