Gianfranco Soldera esce dal Consorzio del Brunello e mette in vendita il vino salvato
La notizia era nell’aria ed oggi è stata confermata con un secco comunicato. Gianfranco Soldera abbandona il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino rassegnando al Presidente Fabrizio Bindocci e ai membri del Consiglio di Amministrazione le sue irrevocabili dimissioni a far data da oggi 22 marzo.
Ieri, intanto, si è chiuso il processo per il “drammatico danno” subito a dicembre con lo spargimento del contenuto delle botti in cantina. Il giudice ha accolto il rito abbreviato, chiesto dall’unico imputato, ed ha condannato Andrea Di Gisi alla pena di 4 anni di reclusione come richiesto dal Pubblico Ministero. La vicenda del “gravissimo danno”, però, non si è chiusa nelle aule del tribunale, ma ha avuto questo strascico.
Gianfranco Soldera, nel suo breve comunicato stampa, non accenna ai motivi della decisione di abbandonare il consorzio ma fa alcune puntualizzazioni.
Innanzitutto per evitare speculazioni ha deciso di mettere in vendita il vino che si è salvato.
- Quanto dell’annata 2006 che era già stato imbottigliato.
- Parte seppur limitata della produzione delle annate 2007, 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012 che andranno in commercio nei prossimi anni.
Poi la precisazione
Confermiamo infine la ferma volontà della nostra famiglia di continuare a produrre vino esclusivamente con le uve delle nostre viti di Sangiovese a Case Basse.
Una risposta all’idea ventilata di un soccorso con uve di altre aziende e soprattutto la contrarietà alla “vicenda che qualche anno fa ha visto i produttori di Brunello finire sotto inchiesta e subire ingenti sequestri per aver consentito produzioni di vini da uve diverse da quelle previste dal disciplinare”, annota Cronache di Gusto che aveva anticipato la notizia delle dimissioni.
Chiara la voglia di restare nel perimetro della migliore tradizione ed evitare che il suo Brunello possa essere contaminato da innovazioni non gradite.
Possibile che qualche altro meccanismo si sia rotto tra Soldera e il Consorzio? L’asciuttezza del comunicato e nemmeno una riga per ricordare 40 anni di iscrizione lasciano qualche dubbio. Al Vinitaly, sembra di capire, sarà più facile provare ad assaggiare il 2007 che avere risposte più precise