Otaleg, perché con il gelato salato puoi mangiare cacio e pepe al top in estate
Cacio e pepe, mania tutta romana che d’estate deve attenuarsi in ragione delle ondate di calore per fare spazio a spaghetti più estivi. A meno che non facciate un passaggio da Otaleg cioè gelato scritto al contrario che però ha trovato la strada giusta per il gelato artigianale. Marco Radicioni, ex culturista e istruttore di Gabriele Bonci (sì, proprio il Bonci della pizza che in questo mese è vegan) ha aperto da un anno questa gelateria definita acquario perché i passanti possono vedere Radicioni all’opera.
Il gelatiere che ha sperimentato insieme a Bonci usa la motogelatiera cattabriga inventata da Otello Cattabriga negli anni ’20 del secolo scorso. In breve, rispetto ai mantecatori orizzontali, usando la cattabriga che è verticale, l’artigiano deve stabilire il “punto di gelato” cioè quando il gelato è pronto per l’estrazione. Un limite, che però è un pregio della cattabriga, è la quantità di gelato che si può lavorare: al massimo 6 chili. A favore della macchina verticale c’è anche una mantecatura meno stressante, le bolle d’aria più grandi, la possibilità di utilizzare frutta o altri ingredienti a pezzettoni.
Tutte frecce all’arco che Marco Radicioni ha iniziato a utilizzare con maestria mettendosi in luce soprattutto con le proposte salate, la cacio e pepe, ad esempio. Che il suo collaboratore ha correttamente voluto farmi assaggiare per la particolarità del gusto. Centrato, molto equilibrato, l’ho assaggiato in coppetta ma sul cono sarebbe stato l’equivalente di un piatto di pasta anche per l’ottimo sapore delle cialde. Non ve lo perdete (e se avete dubbi un cucchiaino di assaggio vi farà cambiare idea).
Osare con nuovi gusti è la chiave di volta di alcune gelaterie artigianali anche se le notizie sull’ondata di caldo che sta salvando la stagione del gelato iniziata male riporta classifiche di gusti ben tradizionali con il cioccolato in testa (27%) e gli altri a seguire: nocciola (20%), limone (13%), fragola (12%), crema (10%), stracciatella (9%), pistacchio (8%). Il pecorino romano, basilico e miele d’acacia a questo punto diventa fin troppo piacione per chi è alla ricerca di emozioni strong.
Che non mancano nel cono con ricotta del “solito” Raffaele Barlotti di Paestum in abbinata convincente con cacao e zucchero e unita a una crema e mandorlato di Scaldaferro di lunghissimo piacere.
Il comparto creme è davvero sostenuto. Il cono con nocciola di Piemonte e Igp e Chuao Amedei scava una voragine a proposito di classifiche della tradizione dei gusti. Un altro abbinamento da non perdere per i cultori dell’accoppiata più in voga secondo i sondaggi.
Un attimo di delusione per il cono alla frutta. Il limone della varietà sfusato di Amalfi è un po’ troppo dolce al palato e la pesca nettarina, mentre il lampone si piazza a ottimo livello ed è uno dei gusti da consigliare al primo assaggio.
Capitolo prezzi. Assolutamente competitivo con il gelato a 25 € al kg, 1,5 € il cono per i più piccoli, 2,50 € il cono medio e 4,0 € il più grande. Con il plus di una panna (10 € al chilo per l’asporto) che accompagna e non copre. Gelato salato, insomma, ma non costoso.
In classifica Roma, si piazza sul podio dei migliori anche se le mantecature/mousse di Ermanno Di Pomponio di Neve di Latte restano sempre in vetta. Ma sul capitolo salato, una nuova stella è nata e il nono posto nella Top 50 del gelato artigianale potrebbe andargli un po’ stretta.
Otaleg. Via dei Colli Portuensi, Roma. Tel. +39 3386515450