Eataly Chicago. Farina e acqua da Napoli per una pizza da campione del mondo
Si fa un gran parlare di Oscar Farinetti che ha deciso di lasciare Eataly ai figli, ma che nel frattempo apre una nuova sede lunedì 2 dicembre. Importante, la seconda americana a Chicago. Cosa conterrà (cibo e vini italiani, ovvio), quanto è grande (6 mila metri quadrati), quanto è costata (28 milioni di dollari) già lo sapete. Come sapete che ci sarà una scuola di cucina da febbraio e un un ristorante separato, Baffo, che aprirà il 10 dicembre. 65 posti a sedere, tovaglie bianche, menù con pasta fresca, salumi e altri prodotti tipici ideati da Batali. Lo stereotipo dell’italiano negli USA, che tanto piace oltreoceano.
E allo stereotipo italiano, come potete notare dalla generosa galleria fotografia di Dissapore, non poteva mancare la pizza. Che sarà gestita, come a Eataly New York, da Rossopomodoro che garantirà la vera pizza napoletana.
Squadra vincente non si cambia, visti i risultati di New York (e quelli di Roma con la pizza alla burrata tra le 100 memorabili cose da mangiare secondo Saveur). Se i forni dorati sono stati realizzati da Braz di San Paolo (in Brasile, non a Fuorigrotta per i tifosi di calcio), gli ingredienti principali restano sempre gli stessi napoletani: acqua e farina.
Our pizza is made with a natural leavened dough that uses only the best ingredients like the Caputo red quality flour and mineral water that we import from a region near Naples.
L’acqua non era nel bagaglio delle cose che pensavo si portassero da un capo all’altro del mondo (al massimo faccio attenzione al cloro) e invece mi sbaglio. Come vi sbagliate voi sulla possibilità di un’imitazione della vera(ce) pizza napoletana.
Per preparare l’impasto e il lancio della pizza, Eataly e Rossopomodoro hanno ingaggiato il campione mondiale 2013 del Trofeo Caputo (sì, quello del “the best ingredients” con la sua farina rossa) che ha subito chiarito a Batali le sue intenzioni. Niente pizza New York o pizza Chicago, qui facciamo la pizza Napoletana. D’altronde la concorrenza napoletana in città è forte (avete certamente sentito parlare della pizzeria Spacca Napoli di Jonathan Goldsmith).
Ecco, ma se dovete mangiare una pizza non dico in un altro continente, ma in una città diversa da Napoli, vi create il problema dell’originale o accettate quello che c’è?
[Immagini: Rossopomodoro, Eataly Chicago, Facebook, Chicago Business]