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21 Ottobre 2015 Aggiornato il 21 Ottobre 2015 alle ore 15:22

Abbinamento di stelle al ristorante I Portici a Bologna

Come si dice? "Donne e motori - gioie e dolori". Non so la prima affermazione (sono di parte, pardonnez-moi!), ma per la seconda arrivano le gioie vere.
Abbinamento di stelle al ristorante I Portici a Bologna

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Come si dice? “Donne e motori – gioie e dolori”. Non so la prima affermazione (sono di parte, pardonnez-moi!), ma per la seconda arrivano le gioie vere. Grazie alla Mercedes Classe B, un’auto della nuova generazione: ecosostenibile, zero inquinamento, acustico compreso, completamente elettrica.

Ne abbiamo già parlato con la tappa fiorentina al ristorante L’Ora d’Aria in maniera approfondita anche dal punto di vista tecnico, ma io vorrei dare un parere femminile.

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Noi donne siamo portate al risparmio. Già vedo chi ride a questa affermazione. Non ho finito: siamo portate al risparmio per ottenere qualcosa in più, chiamiamolo “scarpe”.

Facciamo un semplice calcolo: con la macchina tradizionale spendo al mese almeno 300 € di carburante. Con la elettrica spenderei 70 € mensili, e il resto metterei da parte per comprarmi un paio di scarpe, o una borsa, o un vestito, o – perché no? – andrei a una cena da uno stellato.

Come Agostino Iacobucci, chef del ristorante bolognese “I Portici”, dove ci ha portata la seconda tappa del #eTour Io Sono Elettrica, organizzato dalla Mercedes Benz Italia e dalla Rossa più amata dagli automobilisti (no, non sono io, ma la guida Michelin).

E’ stata la mia prima volta da I Portici, ed è stato amore a prima vista (e già avevo letto la presentazione di Manuela).

Il lunedì il ristorante è chiuso per riposo settimanale e quindi ci hanno sistemato in una suggestiva ex ghiacciaia, luogo pieno di fascino, con una volta a cupola, cantina sotto i piedi vista attraverso il vetro e tante candele.

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Confesso, verrei volentieri qui per una cenetta romantica. In previsione della guida (dell’auto, oltre che della Rossa Michelin che come sapete sarà presentata il 10 dicembre), ci aspettava un light lunch, che però mi ha dato la possibilità di capire la cucina di Agostino Iacobucci e le ragioni della sua stella (Michelin).

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Ostrica con gelatina di Campari, mango e erba cipollina. Non è la prima volta che gli chef usano il Campari in cucina, ma stavolta ho trovato la gelatina molto equilibrata, soprattutto in abbinamento all’ostrica cruda. Bravo.

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Tortelli di coniglio alla genovese con il suo laccato, salsa di provola di bufala affumicata e cicoria selvatica. Nemmeno un tortello poteva mascherare la napoletanità dello chef: quella salsa affumicata è stata un contorno azzeccato ad un piatto di terra non proprio mediterraneo.

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Tonno Tataki con cremoso di fagiolini, coulis di pomodoro, finta maionese di limone e salsa di pinoli tostati. Ottima la cottura di tonno, perfettamente crudo dentro, poco saporite (per i miei gusti) le salse.

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Babà in 3 lievitazioni, il più grande omaggio alle origini campane dello chef. Non sembra, ma il babà era grosso e ben inzuppato (anche un po’ troppo, considerando l’imminente messa alla guida).

L’assaggio stellato gastronomico mi ha convinta, ora toccava alla stella a tre punte. Senza giri di parole dico subito: mi è piaciuta.

  1. E’ molto silenziosa, e lo apprezzo molto perché dopo una giornata di lavoro in mezzo alla gente non voglio sentire niente. Il problema casomai è il contrario: all’inizio sembrava che la macchina fosse spenta, e poi nemmeno i passanti se ne accorgono della sua presenza, quindi occhio.
  2. Le 3 modalità della guida: super economy da città, economy da traffico normale, sportiva da autostrada. Non ci si deve impegnare più di tanto a tenere sotto controllo il modo di guidare, basta impostare (ma quant’è scattante quand’è sportiva!..)
  3. Comoda la cintura di sicurezza: non dà fastidio, non taglia il collo, non la si sente in generale, ed è piuttosto morbida (serve per non rovinare un abito appena stirato)

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Certo, l’autonomia è poca – 230 km con il “pieno”, ma la gran parte dei miei giri faccio in città, quindi mi basterebbe per 2 giorni (ma ad ogni modo la notte la si mette sotto carica). La velocità massima non è altissima: 160 km orari , ma abbiamo i limiti di velocità da rispettare, quindi va bene anche questo. Si, non potrei fare i lunghi viaggi con la macchina elettrica, a meno che la tecnologia a breve non mi permetterà  di ricaricarla velocemente (ora ci vogliono 3 ore alla colonnina pubblica e 8 ore a casa), ma sono fiduciosa.

E voi l’avete già provata?

Argomenti:
Bologna
Giulia Nekorkina
Moscovita di nascita, romana da 25 anni, Rossa di Sera da 10 anni, innamorata della vita, appassionata di bollicine, adora cucinare e mangiare. Il miglior museo è un mercato, il miglior regalo è un viaggio.
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