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Vino
18 Novembre 2018 Aggiornato il 9 Ottobre 2019 alle ore 07:57

Tutta la magia del vino Montevetrano in incontri segreti e conviviali

Silvia Imparato è una delle signore del vino in Italia e per chi come me ha il piacere di conoscerla bene non può che confermare che la sintesi Signora le
Tutta la magia del vino Montevetrano in incontri segreti e conviviali

Silvia Imparato è una delle signore del vino in Italia e per chi come me ha il piacere di conoscerla bene non può che confermare che la sintesi Signora le calza a pennello.

A San Cipriano Picentino, nei pressi di Salerno, ha creato 25 anni fa un’azienda agricola e un vino che è subito balzato agli onori delle cronache sin dalle prime annate con punteggi stellari sulle guide oltreoceano.

Ad agosto ha pensato di festeggiare i 25 anni di Montevetrano con una serie di bellissimi incontri a casa sua riservati a 24 commensali.

Ha ospitato e ospiterà una cantina per un confronto e una degustazione e per scambiare pareri su vino, cibo, arte, musica.

Commensali perché oltre ad ospitare una cantina di volta in volta, c’è un giovane chef a preparare piatti. Ma non si sa chi è fino al termine della cena.

Una cena al buio, insomma.

Ho partecipato alla seconda serata ed ho avuto il piacere di apprezzare l’iniziativa.

E non solo perché ho avuto modo di degustare tre annate di Montevetrano: 2004, 2009, 2011 e quattro declinazioni di Champagne Tarlant magistralmente raccontate da Daniel Malakunin Romano dopo un’introduzione dell’ottimo Bernardo Conticelli e i racconti di Domenico La Rocca, uomo del Terroir di Montevetrano, schivo ma fondamentale per l’ottima riuscita dei vini di Silvia Imparato.

Dopo gli assaggi di vino e prima di iniziare la cena, Silvia Imparato ha introdotto l’esibizione del soprano Roberta D’Alessia, bravissima. Solo al termine della cena abbiamo scoperto essere la moglie dello chef.

La cena è iniziata con la Marinara al vapore.

A seguire Leggerezza di alga con gamberi rossi, melanzane affumicate e burrata. Veramente delicato come annunciava il nome.

La Tartare di manzo, peperoni arrosto, olive e capperi esalta l’ottima materia prima: la Manzetta dei Laghi di Luciano Bifulco.

Pasta mista al bianco di cavolo e baccalà è uno dei due primi piatti. Cresce la curiosità di conoscere lo chef.

Con Pane burro e alici c’è il territorio, ma il mio pensiero sull’identità dello chef vola al nord. Il pane assomiglia a un canederlo in forma di gnocchi. Piatto gustosissimo ed equilibratissimo nonostante il pericolo ed il rischio sapidità. Wow!!!

Il secondo è un Lombetto di agnello, caprino e broccoli.

Chiusura dolce con il Cake al cioccolato e pere con ganache al fondente e caramello salato.

Ecco lo chef: Gianni Mellone conferma i miei sospetti nati con Pane burro e alici. Il giovanotto si è formato alla corte  del tre stelle Michelin Norbert Niederkofler e la sua permanenza in Alto Adige oltre alle tecniche gli ha fornito spunti di contaminazione sempre ben accetti quando riusciti.

Dopo Moritz Rogosky e i suoi vini dell’azienda Podere il Carnasciale – Il Caberlot (Toscana) che ha visto protagonista Angelo Borghese dell’Osteria del Paese di Nocera Inferiore e l’appuntamento con  Aldo Cavallotto della Tenuta Bricco Boschis (Piemonte) guardate la pagina di Montevetrano per conoscere i prossimi appuntamenti e prenotare uno dei limitati posti a disposizione.

Trascorrerete una magica serata in una splendida fattoria assaggiando vini superlativi e splendidi piatti. Il prezzo di 100 € è speso benissimo.

Fatemi sapere.

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