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Vino
30 Gennaio 2019 Aggiornato il 9 Ottobre 2019 alle ore 07:56

La fotografia del vino in Italia in 10 punti elaborati dai dati Nomisma

I dati raccolti dall’Osservatorio Signorvino e da Nomisma Wine Monitor hanno fotografato il vino in Italia nel 2018. Prima di dirvi come e da chi sono
La fotografia del vino in Italia in 10 punti elaborati dai dati Nomisma

I dati raccolti dall’Osservatorio Signorvino e da Nomisma Wine Monitor hanno fotografato il vino in Italia nel 2018.

Prima di dirvi come e da chi sono stati elaborati i dati, prendete appunti dei risultati che sono emersi.

1. La top 3 del vino italiano

  1. La denominazione più venduta nel 2018 è Franciacorta (10%).
  2. L’Amarone della Valpolicella è il vino con il prezzo mediamente più alto (45,5 €) e secondo nella classifica delle vendite (9%) a pari merito il Prosecco.
    Ai piedi del podio il Brunello di Montalcino, gloria italica nota ad appassionati e non, si piazza appena al quarto posto della classifica vendite dell’anno, addirittura un po’ staccato (4%) dai secondi.

2. Chi cresce di più

Signorvino ci segnala che le etichette che hanno registrato una crescita maggiore nel 2018, sono

  1. Lugana
  2. Rosso di Montalcino
  3. Pinot Nero
  4. Prosecco
  5. Amarone
  6. TrentoDoc

3. Quanto costano le bottiglie più vendute

Così come la spesa dei loro clienti, sulle vendite totali, ovvero sia per il consumo in store che per il take away, è composta per il 25% da vini che costano tra i 24,90 ed i 49,90 €, seguito da un 21%, che rientra in una fascia di prezzo dai 14,90 ai 19,90 €, con al terzo posto un 20% per la fascia tra i 9,90 ed i 14,90 €. Colpisce il 12% che spende oltre 49,90 €.

4. I canali di acquisto

E se, della popolazione “utile” (quella tra i 18 ed i 65 anni), il 29% beve vino 2-3 volte al mese (29%), è quello di iper e supermercati (ben il 74%) il canale di acquisto preferito. Semmai spiace notare il misero 4% delle vendite on line, seppur bilanciato da un ottimo 35% di enoteche e negozi specializzati.

5. L’identikit del cliente dell’enoteca

Interessante l’identikit dell’acquirente in enoteca: grande utilizzatore del web e sempre più informato sul vino, non acquista “alla cieca” ed è fortemente interessato alle storie legate al mondo del vino. Reddito abbastanza elevato, presenza social rilevante, appassionato di enoturismo.

6. I terroir preferiti

E se chi compra in enoteca sceglie principalmente in base al territorio di produzione (24%) , relegando prezzi bassi e promozioni all’ultimo posto (solo il 4%), l’origine sembra essere molto importante.

In base alla cosiddetta reputation, la Toscana risulta essere la migliore per i rossi fermi, davanti a Piemonte e Puglia, con Alto Adige e Veneto alla pari per i bianchi fermi, precedendo il Friuli Venezia Giulia.

È il Veneto a primeggiare sia sui vini rosati (davanti a Puglia e Piemonte) che negli spumanti, alla pari con il Piemonte, e davanti alla coppia Trentino-Lombardia.

7. Rosso, bianco e rosato

 

Ad essere più apprezzati sono, nel complesso, i vini rossi (41%), seguiti dalle bollicine (25%) e vini bianchi (18%), davanti a vini dolci (6%) e rosati (4%).

Con il Veneto al primo posto con il 26%, seguito da Toscana (16%) e Lombardia (15%).

8. Uomini e donne

Dall’Osservatorio, infine, emergono anche delle differenze “di genere”: le donne che entrano nei negozi di vino sembrano non avere uno schema predefinito sui vini da acquistare e, anche se preferiscono i vini leggeri, apprezzano sempre il consiglio dei wine specialist, bevendo in enoteca maggiormente vini rossi.

Di età anche più matura, l’acquirente uomo invece ha già le idee chiare, acquista etichette importanti preferendo bollicine e vini rossi, spesso importanti e strutturati.

9. Chi ha raccolto i dati

Signorvino, ve lo ricordo, nasce nel 2012 da un’idea e dalla passione di Sandro Veronesi, presidente del gruppo Calzedonia. Oltre 1.500 etichette di vino 100% italiano ricercate e selezionate in base alla qualità, andando direttamente dai produttori e accorciando in questo modo il più possibile la filiera tradizionale.

Ben quindici i punti vendita presenti nelle principali piazze italiane, caratterizzati dall’elevata specializzazione del giovane personale, attento alle esigenze del cliente, dalla mescita fino all’asporto. È questa in sintesi la figura innovativa del Wine Manager, che segue nella vendita il cliente più o meno esperto.

All’interno dei negozi, dove il vino è l’assoluto protagonista, anche un servizio di ristorazione con piatti semplici della tradizione, legati alle singole regioni.

Nomisma è invece una società leader nella ricerca applicata. Da oltre trent’anni segue e analizza i fenomeni dell’economia nazionale e internazionale ed è riconosciuta come uno dei principali istituti privati di ricerca a livello nazionale ed europeo.

Wine Monitor è l’Osservatorio di Nomisma sul mercato del vino, nato e pensato per supportare le imprese e le istituzioni della filiera vitivinicola italiana nella comprensione delle dinamiche di mercato, sia a livello nazionale che mondiale.

È dall’unione di queste realtà che viene fuori l’Osservatorio Signorvino-Nomisma, presentato “davvero” all’ombra della Madonnina, ovvero nel punto vendita a pochi metri dal Duomo di Milano, nel corso di un aperitivo informale.

L’Osservatorio, che non vuole essere un puro semplice esercizio statistico, prova a fornire finalmente un’indicazione sui trend di interesse del consumatore finale puntando, nel futuro, a essere una guida per i produttori ma anche per l’intero comparto vinicolo italiano.

Si tratta di dati spesso difficili da recuperare. Per monitorare significativamente le tendenze in atto sugli acquisti e i consumi di vino, era necessario un canale “rilevante” per le vendite di vino in Italia, in modo da poter comprendere e anticipare i trend di consumo nel vino collegati ai cambiamenti socio-demografici e negli stili di vita degli italiani.

10. Perché un osservatorio sul vino

E Signorvino è proprio il canale “rilevante” che mancava, forte delle sue circa 900 mila bottiglie acquistate ogni anno nelle cantine italiane, come dichiara il direttore Luca Pizzighella:

“1.500 etichette in ogni store, 15 punti vendita e quasi un milione di bottiglie vendute ci permettono di estrapolare dati che speriamo possano essere un vero riferimento per il settore, grazie alla possibilità del brand di osservare direttamente il comportamento e le scelte del consumatore finale”

Come confermato anche da Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor di Nomisma:

“Le enoteche e i negozi specializzati rappresentano il secondo canale di acquisto di vino in Italia, dopo iper e supermercati, per il 35% dei consumatori di vino.
Tuttavia, a fronte di tale rilevanza non esistono fonti informative in grado di monitorare i trend di consumo in questo canale, un gap che abbiamo cercato di colmare (seppur parzialmente) attraverso la costituzione di un Osservatorio congiunto tra Signorvino e Wine Monitor”

E ora a voi. Riconoscete i vostri comportamenti di acquisto del vino in questa analisi?

 

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