ODCafè con Terrazza Calabritto a Milano, la recensione
Gli spazi del caffè di Autogrill del negozio Mondadori di piazza Duomo a Milano erano in ristrutturazione già da qualche mese, e ci si chiedeva cosa ne sarebbe stato, anche se era certo si sarebbe trattato di un altro punto di ristorazione.
Da qualche giorno il mistero non è più tale: ha aperto infatti un OD Cafè, legato al gruppo proprietario degli ODStore spuntati un po’ dappertutto negli ultimi anni – ce ne sono due solo in piazza del Duomo, uno all’imbocco di via Torino, l’altro sul retro della Cattedrale, verso piazza Fontana. OD sta per Outlet Dolciario: l’idea è di Mauro Tiberti, esordi come panettiere, titolare dell’azienda Sapori Artigianali, e di una quarantina di negozi OD, idea fortunata, a quanto pare.
A quanto si legge in giro, “Sarà inoltre possibile gustare specialità realizzate in collaborazione con gli chef di Terrazza Calabritto”. Bisogna quindi vedere bene il menu. Comunque, Terrazza Calabritto è un ristorante napoletano che un paio d’anni fa ha aperto anche a Milano, in viale Monte Grappa.
E che collabora all’offerta ristorativa con tre piatti di pasta “firmati” (il che fa pensare che il resto del menu non abbia nulla a che fare con Calabritto): Granseola, Pomodoro fresco, Cacio e pepe. Granseola è un piatto di spaghetti con un trito di crostacei, molluschi e pesce, e pomodoro fresco (30 €) – l’idea del “trito” mi lascia leggermente perplesso, a dire il vero, ma sono appena andato a leggermi la ricetta che abbiamo pubblicato qui su Scatti, e ogni perplessità è svanita.
Perché in effetti quello che mi attira è il Pomodoro Fresco: spaghetti “Gentile”, pomodoro del Piennolo, basilico, costo 12 €. Un buon piatto, forse un poco debole il lato pomodoro, pasta cotta al punto giusto. Anche la Cacio e Pepe costa 12 €: spaghetti “Gentile”, cacio, grana e pepe. Curioso che l’eventuale produttore della pasta (immaginiamo ancora il pastificio Gentile) non venga citato fra gli “ingredienti” della Granseola.
Unico neo, il servizio – il locale è aperto da poco, ed è comprensibile, ma l’attesa che venissero a prendere la comanda è stata un po’ troppo lunga (meno male che mi hanno portato l’acqua, San Pellegrino. 2 €); e 12′ dopo il mio ordine arriva il formaggio, dopo 14′ un sacchetto di patatine che è una sorta di amuse bouche (sono le solite patatine “spiralate”, che al solito sono qua e là un po’ crude), dopo 15′ una focaccia (una pala romana, tiepida, sapida, buona), ancora per ingannare l’attesa, e dopo 17′ la pasta. L’attesa prolungata nei primi giorni ci può stare; un po’ meno il manager, o comunque il responsabile, che inizia a ispezionare e a rimproverare, a voce normale certo, ma comunque ben percepibile dalla clientela (o almeno da me, che ero da solo), per il pezzo di carta nell’umido, e non so più cosa fuori posto, e così via.
Il menu, oltre a questi piatti-Calabritto (annunciati come “innovativi” su alcuni siti, ma che non sembrano particolarmente “innovati”), ci sono una serie di piatti rappresentativi di un menu generalista, che va dalle insalatone (due Caesar’s Salad, 12 €, e un’Insalata Greca, 11 €) ai taglieri (10 € piccoli, 19 € grandi), hamburger (14 €), club sandwich (14 €), panini.
Ci sono anche lasagne, roast beef, crudo e melone o crudo e bufala, tutti fra i 9 e i 12 €.
Non potevano mancare le pizze alla pala: classiche, da 4,50 (la margherita) a 6,50 €, vegetariane, con impasto integrale, pesce, con impasto di “riso di Venere”, e gourmet, con impasto rustico, tutte quante a 6,50 €. Dovrò tornarci anche per queste.
Intanto, ho assaggiato la focaccia sale e olio EVO (2,50 €) che mi hanno portato a inizio pasto: buona, ben cotta, croccante il giusto.
E la margherita: polpa fine di pomodoro, fior di latte, basilico, origano, olio evo. Non mi è piaciuto molto il fior di latte, a dire il vero – ma, come ho detto, tornerò.
Da bravo esploratore, ho preso anche un caffè al bar al pianterreno, con un éclair (buona la crema, discreto l’impasto).
L’ambiente è bello, elegante quel tanto che basta sia al bar del pianterreno che al primo piano: è opera dell’architetto Franco Costa di Costagroup.
Qui al primo piano c’è una specie di letto appoggiato a una parete a fiori – un bell’effetto, ma mi sembra poco pratico. Sempre in rete si cita la “vista Duomo”: in realtà se ne vedono, mi sa, solo degli scorci parziali.
ODCafè MondadoriStore Duomo. Piazza Duomo, 1. Milano.
[Immagini. iPhone Emanuele Bonati]