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14 Settembre 2020 Aggiornato il 14 Settembre 2020 alle ore 11:22

Al ristorante il contagio da coronavirus raddoppia: notizia o bufala?

Uno studio condotto su 300 soggetti non è un metodo scientifico per stabilire la possibilità di contagio da coronavirus al ristorante
Al ristorante il contagio da coronavirus raddoppia: notizia o bufala?

Coronavirus: il ristorante amplifica la possibilità di contagio da Covid-19. Uno studio del Cdc (il centro per prevenzione delle malattie e controllo statunitense) afferma che tra tutte le attività nei luoghi pubblici quella di mangiare al ristorante raddoppia le possibilità di essere contagiati.

Diversi quotidiani hanno rilanciato la notizia che, comprensibilmente, non è stata accolta bene dai ristoratori.

Lo studio sugli effetti del coronavirus al ristorante, ha preso in esame circa 150 soggetti di 10 stati americani risultati positivi al tampone nello scorso mese di luglio. A loro sono state rivolte domande sulle attività svolte in comunità, poi confrontate con le risposte ricevute da altre 150 persone negative al tampone.

I ricercatori hanno affermato che coloro che avevano frequentato il ristorante nei 15 giorni precedenti lo studio avevano il doppio delle probabilità di restare contagiati dal coronavirus.

“L’esposizione al virus al ristorante è stata legata alla circolazione dell’aria. La direzione e l’intensità dei flussi potrebbero influire sulla trasmissione del virus anche se le misure di distanziamento sono applicate correttamente. Le mascherine non possono essere indossate mentre si mangia o si beve, mentre altre attività, come lo shopping, non le precludono”. 

E quindi il rischio sarebbe dimezzato in caso di shopping, di riunioni in casa con meno di 10 persone, di frequentazione di uffici, palestre, parrucchieri, trasporti pubblici o cerimonie religiose.

La Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, ha bollato questa notizia come sensazionalistica e poco rilevante sul piano scientifico vista l’esiguità dei casi studiati.

Cosa c’è di vero nella ricerca su ristorante e coronavirus

quarto stato mascherina anti contagio coronavirus ristorante

Questa ricerca – ha commentato il virologo Francesco Spinazzolaè stata realizzata su 150 casi. Direi che non occorre essere luminari di scienza statistica per dire che 150 casi sono un campione assolutamente scarso e poco significativo sul quale non è possibile formulare alcuna considerazione di carattere generale“.

Ma stando allo studioso italiano lo studio ha evidenziato altri limiti.

“Si è svolto in alcune città degli Stati Uniti, dove la maggior parte dei ristoranti è all’interno di grandi centri commerciali. È avventuroso affermare che il contagio sia avvenuto nel ristorante e non in un altro esercizio commerciale”.

Spinazzola ha quindi concluso:

“L’unico dato certo fino ad oggi è che nei ristoranti italiani non sono stati registrati significativi casi di contagio e che, là dove sono state rispettate le regole di distanziamento, di utilizzo della mascherina, di sanificazione periodica, il virus non l’ha avuta vinta”.

La risposta della Fipe

Roberto Calugi, direttore generale di Fipe ha commentato la notizia con un invito: “Chiediamo agli organi di informazione senso di responsabilità e completezza di informazione, senza cedere al virus – dannoso quanto il Covid – del sensazionalismo a tutti i costi”.

I nostri ristoranti sono un luogo sicuro, lo dimostra il fatto che questa estate, in cui l’affluenza in certi luoghi è stata significativa, non si sono segnalate criticità. Del resto, sono gli stessi ricercatori che, nel commentare il loro lavoro, consigliano che per ridurre i rischi di contagio nei ristoranti vengano adottate misure di distanziamento che i ristoratori italiani hanno assunto e rispettano fin dal momento della riapertura. Per questo suggeriamo ai nostri media di riportare la ricerca nella sua completezza. La rincorsa – comprensibile – al titolo acchiappa lettori non può prescindere però dalla consapevolezza che un titolo fuorviante può compromettere il lavoro di migliaia di imprenditori, di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie”.

Ristoranti e pizzerie, dunque, sono sicuri. A patto che le norme di prevenzione – come distanza tra tavoli, mascherina indossata quando non si è al tavolo, frequente igienizzazione delle mani – siano rispettate.

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