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27 Dicembre 2020 Aggiornato il 27 Dicembre 2020 alle ore 14:47

Covid: niente Paradiso per gli astemi. Ricoverato don Pietro Cesena

Don Pietro Cesena ha scherzosamente invitato i fedeli a bere vino nell'omelia di Natale, ma per lui le Feste sono all'insegna del Coronavirus
Covid: niente Paradiso per gli astemi. Ricoverato don Pietro Cesena

Maneggiare con cura la questione degli astemi che non vanno in Paradiso. Me lo sono imposta leggendo i commenti al video virale di Don Pietro Cesena, parroco della frazione di Borgotrebbia in periferia di Piacenza.

Penso che ormai sappiate tutto. “Vi invito oggi a mangiare bene e a bere con abbondanza, ma non la Coca-Cola! Vino buono, perché il vino è segno della vita eterna! In Paradiso fratelli miei gli astemi non potranno entrare, perché si beve il vino”.

Il partito degli ultra conservatori pronti a issare lo stendardo della blasfemia ovviamente lo hanno fatto. Anche perché Don Pietro Cesena ha beccato una multa (che ha pagato) per aver celebrato messa contravvenendo al divieto del lockdown di primavera. Da Pasqua a Natale diciamo che le sue performance social sono migliorate.

Il partito del siamo a immagine e somiglianza di Dio ha fatto breccia parlando della normalità del quotidiano.

E noi fedeli al rito della tavola e del buon cibo e del buon vino non possiamo che approvare.

Anche se vi confesso, le immagini più forti del cibo e del vino legate ai riti di Santa Romana Chiesa riguardano per me l’Ultima Cena e l’Eucaristia con ostia e vino che riportano alla redenzione degli umani peccati.

Sarò asfittica in questa visione. Come in quella della primogenitura ceduta per un piatto di lenticchie o del vitello grasso del figliol prodigo, ma io sono per il cibo dell’anima. Non posso pensare che a chi va avanti ad acqua del rubinetto sia sbarrata la porta del Paradiso.

Sarà stato un giochino di parole per avvicinare i fedeli al rito dell’omelia secondo i canoni dello show o dell’acchiappaclic sui social, ma poi si rischia la banalizzazione del messaggio.

E mi ha spaventata questa coincidenza con il ricovero tra la notte di Natale e la mattina di Santo Stefano di Don Pietro Cesena in ospedale a Piacenza per Covid.

Lui aveva detto ad aprile “La gente sta impazzendo, il Coronavirus ci sta tenendo chiusi nella case. L’esperienza cristiana è proprio l’opposto, è andare incontro agli altri. Le porte della Chiesa sono chiuse, ma Cristo supera tutte le barriere e le porte”.

Lo so, mi accuserete di essere bigotta, ma io sono agnostica con dubbio, non-astemia e ammiratrice di Papa Francesco. Un bel pasticcio, insomma, venato da un po’ di sana ipocondria.

Gli astemi e le Nozze di Cana

E avrei preferito comunque che in un’omelia con riferimenti al vino si parlasse delle Nozze di Cana.

“Riempite di acqua i recipienti”.

“Ognuno serve prima vino buono; e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora”.

Per gli astemi spero ci sia egualmente possibilità di andare in Paradiso. Come per Don Pietro Cesena di guarire dal Covid.

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